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aln
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Il Gazzettino di Treviso, martedì 19 Settembre 2006

Nuovo binario, ma anche...
(L. A.) Nuovo binario, ma anche nuovi treni, sulla linea Conegliano - Vittorio - Ponte nelle Alpi. Domenica mattina è stata riaperta al traffico ferroviario la linea monobinario che tocca la città, chiusa il 21 agosto per consentire i lavori di manutenzione e ammodernamento di rotaie e traversine. Oltre ai nuovi binari, tuttavia, in questi giorni viaggiatori e pendolari stanno fruendo anche di nuovi e moderni convogli circolanti sulla linea: alle vecchie "littorine" e alle più recenti ma ugualmente datate carrozze trainate dai locomotori diesel si sono da alcuni giorni affiancati i nuovi treni "Minuetto", una delle ultime novità della flotta di Trenitalia ora in servizio nella versione diesel, che ha una velocità massima di 130 km/h, anche tra Belluno/Calalzo e Venezia via Vittorio e Conegliano.
Caratterizzati dai colori bianco, verde, rosso e blu, i "Minuetto" sono dotati di aria condizionata e possono ospitare fino a 345 viaggiatori, di cui 122 seduti. Sono dotati di videosorveglianza interna, display informativi, prese di alimentazione per computer e cellulari e spazi per il trasporto di bici, bagagli e sci. I "Minuetto" sono destinati a sostituire progressivamente le obsolete automotrici che da decenni solcano la linea vittoriese.


E' arrivato il Minuetto... E anche il giornalista Anzanello crede che le UIC X e le MDVC siano più recenti delle Aln 668...
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Daniele Dorigo
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Allora... facciamo ordine... i Minuetti effettuano i seguenti convogli...

11116 Venezia - Ponte nelle Alpi
11121 Ponte nelle Alpi - Padova C.le

11098 Treviso C.le - Belluno
11102/3 Belluno - Venezia S.L.

Buone foto e fatemi sapere quali MD sono impegnati! :) :wink:

Daniele
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aln
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Dal Gazzettino (quello nazionale) di giovedì 12 ottobre 2006, seconda puntata dell'inchiesta "i forzati delle ferrovie" (sic!) sui disagi delle ferrovie in Veneto e Friuli.

Si rompe il locomotore e il treno "scompare"
Ieri il Calalzo-Padova delle 6,41 non è partito a causa di un guasto. Il dramma dei pendolari delle linee di montagna

Belluno Treni lenti, con troppe fermate, locomotive esauste, coincidenze mancate per pochi minuti e scarsa assistenza alla clientela. Sono questi i principali problemi delle ferrovie bellunesi, ai quali si aggiungono spesso ulteriori disservizi che Trenitalia elargisce con troppa generosità. Giusto ieri mattina il primo treno da Calalzo per Padova delle 6.41 non è partito per un guasto alla motrice. Ma l'apice si è raggiunto tra agosto e settembre, con la tratta Vittorio Veneto - Ponte nelle Alpi chiusa per lavori e i treni sostituiti con autocorse. È capitato più volte che i viaggiatori diretti a Belluno e Calalzo giungessero a tarda sera in treno fino a Vittorio Veneto per poi non trovare nessun autobus ad attenderli ed aspettare l'arrivo di una corriera inviata all'ultimo momento da Belluno, arrivando a destinazione anche con più di due ore di ritardo. Nel bel mezzo della stagione turistica, la prima metà di agosto, è stato soppresso il treno più frequentato del mattino, quello da Ponte delle Alpi a Calalzo, sostituito con un solo autobus per oltre cento persone, per cui molti sono rimasti a terra sotto il sole con tanto di bagagli. Ci sono corse cancellate per mancanza di personale, come il treno da Venezia in arrivo a Calalzo alle 20.16, più volte soppresso da Ponte nelle Alpi in su, compreso uno degli ultimi venerdì, durante lo sciopero degli autoferrotranvieri, quando, alla fine, si è trovata una sola corriera dove stipare una settantina di persone.
Ma il problema principale è quello degli orari, due ore spesso abbondanti per il tratto Padova-Belluno e Venezia-Belluno, quasi tre per quello da Venezia a Calalzo e oltre tre ore per i 158 chilometri tra Padova e Calalzo sono veramente un'enormità. Nonostante i binari nuovi e più pesanti, gli apparati tecnologici più efficienti e automatizzati, molti treni perderebbero la gara con le vecchie littorine che negli anni '60 coprivano il tratto Venezia-Calalzo in due ore e un quarto, quando gli scambi erano tutti a mano e venivano girati dai ferrovieri che correvano in bicicletta da una parte all'altra della stazione. Certo, la tortuosità del tracciato e le pendenze della linea permettono velocità non superiori ai 70/80 chilometri all'ora da Cornuda a Calalzo e da Vittorio a Ponte, inoltre i treni sono diesel e quindi i perditempi per ogni fermata sono maggiori rispetto a un treno elettrico, che ha maggior ripresa e in pochi secondi dalla partenza raggiunge la velocità consentita. Ma tornare alle littorine di mezzo secolo fa non dovrebbe essere impossibile. Invece i treni da e per il Bellunese tra Montebelluna e Padova e Conegliano e Venezia, salvo rari casi, fermano praticamente ovunque, nonostante le stesse tratte siano percorse da molti altri treni. Poi c'è il caso limite, come quello del treno delle 12.02 da Venezia che si ferma a Vittorio Veneto 10 minuti e a Ponte un quarto d'ora, arrivando a Belluno dopo due ore e venti dalla partenza. In pianura c'è la metropolitana di superficie, risponde Trenitalia, ma è possibile che almeno qualche treno "bellunese" non possa saltare la fermata di Lancenigo o quella di Vigodarzere e magari arrivare in tempo a Padova o Mestre per prendere qualche treno a lunga percorrenza? Niente da fare: da dieci anni Provincia e pendolari insistono per avere almeno una coppia di treni che copra il tratto Padova-Belluno in 100 minuti e sia in coincidenza con gli Eurostar da e per Roma e Milano, ma è come chiedere la luna. Anzi, con il nuovo orario entrato in vigore il 17 settembre le cose sono peggiorate. Il treno delle 12.29 da Calalzo arriva a Padova non più alle 15.30, ma alle 15.38, giusto in tempo per perdere la coincidenza con i'interregionale per Bologna e costringere i viaggiatori a prendere un successivo treno con supplemento. Idem per il Calalzo-Venezia in partenza alle 9.54, che arriva a Mestre proprio mentre parte il treno per Bologna, o per il Calalzo-Padova delle 8.13, che per le troppe fermate aggiunte negli ultimi anni perde preziose coincidenze a Padova.
Difficilissime anche le coincidenze a Conegliano da e per Udine e via di questo passo. Da qualche settimana è apparso a Belluno il "Minuetto" diesel, ma è una rondine che non fa ancora primavera. I treni navetta sono trainati da locomotive diesel 445 sfruttate al massimo e che spesso, soprattutto d'inverno, si guastano e circolano ancora alcune vetture assolutamente obsolete con porte e luci malfunzionanti. Infine i servizi "a terra": le uniche biglietterie aperte quasi tutto il giorno sono quelle di Belluno e Feltre, mentre Calalzo sopravvive solo dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.40. Un orario assolutamente insufficiente soprattutto nei fine settimana e nei periodi turistici. Insomma, Trenitalia da Venezia vede Belluno molto da lontano e se ne cura ben poco, ma i risultati i bellunesi li vedono molto da vicino.
Gianluca Zandanel

I MACCHINISTI
«Scarsa manutenzione e motrici sfruttate fino all'ultimo»

(G.Z.) Ai tempi del vapore erano i musi neri, gli infaticabili fuochisti intenti a spalare carbone e a ravvivare il fuoco al punto giusto, che dopo anni di esperienza diventavano macchinisti, che regolavano la velocità, la pressione del vapore, i freni, guardavano i segnali. Non semplici conducenti, ma "maestri", come venivano definiti in gergo. «Tempi lontani - confida oggi uno di loro che frequenta spesso le linee bellunesi - duri e faticosi, ma c'era un orgoglio professionale e uno spirito diverso. Oggi ci sentiamo spesso abbandonati, pronti a essere presi subito di mira in caso di problemi, alle prese con macchine con poca manutenzione e molti guasti». Un mestiere duro. «Fare il macchinista non è facile, soprattutto con le locomotive diesel su queste linee di montagna, con forti pendenze e inverni difficili. La responsabilità è tanta, il macchinista non può sbagliare e quando qualcosa non funziona deve saper mettere le mani sulla macchina e cercare di farla funzionare. Certo, con l'esperienza si impara qualche trucchetto e si comincia a conoscere le locomotive una per una, da quella più affidabile a quella più rognosa».
Paradossalmente, le cose negli ultimi anni sono peggiorate. «Chiedere riserva, cioè chiamare un'altra locomotiva di soccorso perché la propria non funziona più, dai vecchi macchinisti era considerato un vero e proprio disonore, ognuno aveva la sua locomotiva e ne era responsabile, ma anche ora si cerca di fare il possibile per arrivare a destinazione. Spesso infatti non ci sono locomotive di riserva immediatamente disponibili o devono arrivare da lontano, magari da Treviso, i ritardi si fanno enormi e possiamo ben capire il disagio dei viaggiatori. A volte però gettare la spugna è inevitabile, i momenti più difficili sono a Calalzo o a Belluno nelle gelide mattine d'inverno, se durante la notte il freddo ha avuto il sopravvento c'è poco da fare».
Resta seria la questione manutenzione. «Andrebbe più curata, negli ultimi anni le officine si sono svuotate e il poco personale rimasto non riesce a far fronte al lavoro». Da qualche mese le cose sono migliorate e i guasti diminuiti, ma è l'inverno il periodo più difficile. «Inoltre le macchine sono sfruttate al massimo, fanno centinaia di chilometri al giorno e anche i nostri turni sono sempre più intensi, negli ultimi anni i treni sono aumentati e il personale è diminuito, per cui si viaggia sempre di più. Il nostro incubo peggiore? Non vedere un segnale rosso, per quello siamo in due in cabina e prestiamo la massima attenzione. Il treno resta sempre il mezzo più sicuro».

Il "popolo degli abbonamenti" racconta i disagi che si ripetono sistematicamente nelle stazioni e sulle linee più frequentate del Bellunese
L'odissea quotidiana tra sporco e attese

Belluno Storie di quotidiana passione per i pendolari alla stazione ferroviaria di Belluno. Ma ieri c'era un motivo in più per essere furiosi. Il treno delle 6.41 del mattino, proveniente da Calalzo non si è presentato a Ponte nelle Alpi. Era atteso alle 7.25, ma un'imprevista rottura ha lasciato a terra studenti e lavoratori in attesa, costretti a rimediare un pullman per recarsi in città. «Lo hanno soppresso - spiega sconsolata Sara Da Pian, che doveva recarsi a scuola a Belluno - Ci avessero almeno avvertito. Invece, nulla». L'arrabbiatura è quasi una consuetudine per i molti pendolari che ogni giorno salgono dalla Marca trevigiana al capoluogo dolomitico. «Abbiamo dovuto sopportare un calvario di tre settimane poco tempo fa - ricorda Michela De Iaco - La linea è rimasta bloccata per lavori e ci siamo sciroppati viaggi in pullman anche di tre ore e mezza. Adesso per venire a lavorare in treno da Spresiano a Belluno impiego due ore e mezza al giorno. La linea è ancora in degrado, i tempi d'attesa sono lunghi con soste che fanno innervosire alla stazione di Santa Croce del Lago».
Quel che più fa arrabbiare i pendolari è il mancato rispetto degli orari. «I ritardi sono all'ordine del giorno - conferma Rino Da Re di Vittorio Veneto -, ma il peggio è che, invece di migliorare, si torna indietro. Fino a pochi anni fa da Vittorio Veneto a Belluno si impiegavano dieci minuti buoni in meno rispetto a oggi. E in caso di ritardo neppure ce lo comunicano più». I pendolari che salgono a Belluno e scendono alle porte di Treviso sono diventati tutti amici: hanno "conquistato" il loro posto sull'ultima carrozza del treno del tardo pomeriggio e fraternizzano con i ferrovieri. I disagi sono diventati una barzelletta. «Chissà perché hanno cambiato orario di partenza - si chiede una signora - Era così comodo partire alle 17.20, appena terminato il lavoro. Adesso si deve attendere un quarto d'ora prima che il convoglio si muova».
Le lamentele riguardano anche il confort. «Il treno è vecchio, le carrozze non sono comodissime, ma soprattutto c'è molta sporcizia - sbuffano gli affezionati del treno per Treviso - ovvio che non è imputabile solo alle ferrovie, anche i passeggeri dovrebbero usare un po' più di educazione». Augusto Faldon è un ragazzo di Conegliano che studia ad Agordo. «Spesso, se la corriera arriva con un po' di ritardo, perdo il treno delle 13.57 e devo attendere un bel po' di tempo per tornare a casa. Dovrebbero programmare più corse, basta un po' di coda alla biglietteria e sei fregato».
I problemi giornalieri diventano odissea per chi ha in programma viaggi più lunghi. Sara Gobber è di Fiera di Primiero e studia a Trieste. Il treno lo prende a Feltre. «In stazione funziona una sola biglietteria, i treni sono spesso in ritardo. Per recarmi nel capoluogo giuliano ci metto in media quattro ore e mezza, facendo giri assurdi. Oggi, ad esempio, sono partita alle 16.30 da Feltre, sto attendendo il treno qui a Belluno, ma so già che arriverò a Trieste stasera alle 21».
Maurizio Dorigo
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Dal Gazzettino, sabato 14 ottobre 2006

Il Minuetto fa cilecca, il viaggio finisce in autobus
Stazione per l'Alpago, tra Ponte nelle Alpi e Vittorio Veneto, ore 8, oltre cento pendolari che abbandonano il treno in attesa di due autobus che li porti, chissà quando, fino a Vittorio e Conegliano, per prendere chissà quale treno e chissà a quale ora, scordandosi appuntamenti e coincidenze. Questa la situazione ieri mattina per i passeggeri del regionale 11102/03 Belluno - Venezia, uno dei più frequentati treni del mattino, in partenza da Belluno alle 7.37 e che a Ponte nelle Alpi imbarca anche i viaggiatori che scendono da Calalzo con il treno delle 6.41. Una corsa importante, da meno di un mese affidata a un nuovissimo "Minuetto" diesel, confortevole, alta capienza, anche se con pochi posti a sedere, solo 145, motori potenti, tecnologie elettroniche di grido, telecamere e monitor luminosi. Un fiore all'occhiello di Trenitalia, mica le vecchie locomotive o le automotrici che hanno già compiuto un quarto di secolo. Ma almeno su di loro, che molti macchinisti conoscono da una vita, è più facile metterci le mani, invece se il Minuetto fa i capricci c'è poco da fare. Che qualcosa non andasse si era capito già a Belluno, dove il Minuetto in arrivo da Treviso alle 7.25 si era bloccato sugli scambi di ingresso facendo disperare i pendolari in arrivo da Feltre. Timori infondati, dopo un po' il treno aveva guadagnato il marciapiede e per loro il disagio era subito finito. La rogna è però passata ai "colleghi" in partenza, che sono riusciti a muoversi con 25 minuti di ritardo, poi a bloccarsi a Ponte nelle Alpi ed infine ad inchiodarsi alla fermata successiva. A quel punto non è rimasto altro da fare che chiamare due autobus e accumulare un ritardo enorme, visto che alle 9.35, ora di arrivo del treno a Venezia, i passeggeri erano a malapena a Conegliano. Intanto la linea è rimasta bloccata fino a quando un locomotore di manovra non ha riportato il Minuetto a Ponte, ed anche il Venezia - Calalzo del mattino ha "guadagnato" la sua bella ora di ritardo. Problemi dei treni nuovi, consegnati quasi sempre in ritardo dai costruttori, che, dopo alcune corse di prova, vengono messi subito in esercizio per tappare i buchi. Ma i problemi vengono fuori strada facendo e ne fanno le spese i soliti noti.
Gianluca Zandanel



Dal Gazzettino di domenica 15 ottobre 2006

C’è chi non ricorda neppure quante petizioni ha firmato: «È tutto inutile, evidentemente non c’è interesse a migliorare la qualità del trasporto»
Pendolari esasperati:«Trenitalia ci ignora»
Esplode la rabbia di lavoratori e studenti che ogni giorno sono costretti a subire disservizi, guasti, ritardi, coincidenze saltate

Feltre. Rassegnati, adirati, stanchi: sono gli aggettivi più appropriati per descrivere gli stati d'animo dei pendolari, lavoratori o studenti, della tratta ferroviaria Feltre-Venezia. Rassegnati, dopo tanti anni di proteste, petizioni sottoscritte, assemblee pubbliche. Adirati, perché ormai il disservizio sta diventando la normalità, mentre quando un treno è pulito e arriva in orario vien voglia di mettere un cero. Stanchi, perché ormai hanno la sensazione di lottare contro un muro di gomma. Ringraziano "Il Gazzettino" che dà spazio alle loro denunce, ma credono poco che possa servire ad ottenere qualcosa.
Stazione di Feltre, ore 19.47. «Studio Architettura a Venezia da tre anni - raccontaElisa Rech- non ricordo neanche quante petizioni ho firmato per chiedere un servizio migliore e coincidenze ragionate. Ma non è mai cambiato niente. Ormai sono rassegnata, credo non firmerò più, non c'è niente da fare. Per tornare a casa devo prendere tre treni e cambiare a Treviso e Montebelluna. E se perdo una coincidenza rischio di arrivare a casa con due ore di ritardo".Jean De Bortoli ogni tanto a Venezia ci va per turismo, rigorosamente in treno: «Il viaggio di andata è filato liscio, adesso c'è addirittura il diretto Feltre-Venezia per il ritorno si complica tutto, con il rischio di lunghe attese».Giulio Cozzi quest'anno celebra i 10 anni da pendolare: «Lavoro all'università di Venezia ogni giorno Feltre-Venezia e ritorno. E il servizio peggiora di anno in anno. Noi pendolari siamo lasciati allo sbando, non abbiamo riferimenti. Ho firmato chissà quante petizioni, partecipato anche ad un'assemblea al seminario di Feltre qualche anno fa in cui intervennero i responsabili di Trenitalia. Le cose peggiorano sempre. Ormai credo che sia tutto inutile, non c'è interesse a migliorare il servizio in questa tratta. Si impiegano ore per fare 80 chilometri, dobbiamo prendere tre treni per arrivare a Feltre e se perdi una coincidenza sei perduto. Il più delle volte un treno non aspetta l'altro, lasciando a terra i pendolari. Credo che ormai sia una questione irrisolvibile. Forse siamo un'utenza poco interessante per Trenitalia. Ci sono addirittura treni con orari ideali in fasce orarie che sono assolutamente fuori dalla portata dei pendolari. E' tutto incredibile».«I ritardi ormai sono sistematici - spiegaFederico Budel - l'eccezione è proprio che venga rispettato l'orario ufficiale. Quello di Trenitalia è un servizio pessimo, orribile. Studio il giapponese all'università, in Giappone due minuti di ritardo diventano un caso nazionale».Andrea Ceccon fa questa tratta per andare all'università: «Il vero problema sono proprio le coincidenze, se ne perdi una rischi di arrivare a casa con due ore di ritardo. E il rischio di perderla è sempre molto alto». «Ogni giorno c'è un problema - raccontaClaudia Andreella- oggi si è guastato il treno, qualcuno ha detto per problemi ai binari. E così siamo partiti con forti ritardi e questi si ripercuotono sulle coincidenze. Ma a noi feltrini basta un piccolo ritardo e arrivi a casa come minima un'ora e mezzo dopo. E allora si resta bloccati nelle stazioni, ed è meglio non parlare delle loro condizioni».«A nostra disposizione ci sono sempre meno carrozze, spesso vecchie. La gente è costretta a viaggiare, dopo una giornata di lavoro o una settimana di studio, stipata anche in un solo vagone. Spesso prendo il treno delle 16.17 da Venezia, ma quando si arriva a Treviso la maggior parte delle volte il treno che va a Montebelluna non aspetta la coincidenza e quindi rimaniamo bloccati anche per un'ora e mezzo perché in quella fascia oraria c'è un vuoto», aggiunge F.D.C.
Anna Valerio

IL CASO
(A.V.) Sorridendo lo chiamano un "treno esclusivo". Ed in effetti è davvero eccezionale che ci sia un treno che collega Feltre a Venezia senza imporre ai pendolari cambi a Treviso o Montebelluna. E esclusivo anche perché si tratta di una carrozza nuova di zecca, confortevole e pulita.Ma il treno delle 7.32 che ogni mattina parte dalla stazione di Feltre e arriva direttamente a Venezia, spesso in meno di un'ora e mezza, è esclusivo soprattutto perché chi "prima sale meglio alloggia": o meglio chi prima sale è sicuro di arrivare a destinazione, mentre gli altri rischiano di rimanere a terra ad attendere il treno successivo.Ed è accaduto proprio questo venerdì mattina a Mogliano Veneto quando il monovagone è arrivato già pieno di gente e i pendolari non sono riusciti nemmeno a salire gli scalini per vedere da vicino l'interno della carrozza.Lo hanno raccontato alcuni pendolari di Feltre che quotidianamente si trovano a viaggiare con i mezzi di Trenitalia.
«A Mogliano abbiamo assistito a scene incredibili - racconta una ragazza - il treno, formato come spesso accade da un'unica carrozza, era già colmo di gente a Cornuda. Noi feltrini siamo fortunati perché il posto a sedere lo troviamo sempre, ma i problemi sorgono qualche stazione dopo. C'era addirittura gente nella cabina del conduttore del treno, non sapevano più dove metterli. Arrivati a Mogliano, però, non c'era davvero più spazio per nessuno e i responsabili della stazione hanno dovuto far partire il treno lasciando a terra moltissimi pendolari che hanno dovuto attendere la coincidenza successiva. Una situazione che ha dell'incredibile! Ogni giorno sono moltissime le persone che prendono il treno per andare a Venezia, mi chiedo come mai non si organizzino nelle ore di punta per dare un servizio valido a tutti gli utenti.
Ultima modifica di aln il sab ott 28, 2006 21:10, modificato 1 volta in totale.
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Dunque dunque, essendo mancato per un po' ho tralasciato di riportare qui alcuni articoli delle ultime due o tre settimane.
Ne sono comparsi alcuni sull' attivazione dell'ACC di Conegliano e della banalizzazione della Sacile - Spresiano, altri sulle proteste per il Minuetto del mattino a Vittorio Veneto stracolmo (treno 11103). Ne riporto uno sull'agonia della biglietteria della stazione di Vittorio. Molti infilano allegramente la testa nella sabbia non riconoscendola moribonda.
Da defenestrare da un treno in corsa i gionalistucoli di turno che scrivono:
ticket in vece di biglietto (viglietto non lo adopra più alcuno);
sgabellino in vece di strapuntino (del resto è risaputo che sul Minuetto ci sono una svanzica di sgabellini);
le parole locomotiva o vagone o carrozza associate al Minuetto.
Ancora: un sindaco bellunese si è pavoneggiato dell'idea di due funivie che colleghino il Nevegal al Cansiglio partendo dalla stazione di Nove!!! Alla quale si potrebbe arrivare da Venezia in treno in circa mezzora!!!!!!!!! Ma questa potrebbe essere vista come una mia libera interpretazione! Una funivia Nove - Nevegal e un'altra Nove - Cansiglio. Le avevano già sparate nel '50. Sono allibito.

Comunicato stampa di Trenitalia

CONEGLIANO VENETO: ATTIVATO IL NUOVO ACC
In funzione da alcuni giorni l’Apparato Centrale Computerizzato di ultima generazioneper la gestione e il controllo della circolazione dei treni. L’investimento complessivoper la realizzazione dell’impianto e il potenziamento tecnologico e infrastrutturale è stato di circa 6 milioni di euro.

Verona, 16 ottobre 2006. E’ stato attivato, nel fine settimana, da RFI (Rete Ferroviaria Italiana), la societàdell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato, il nuovo Apparato CentraleComputerizzato (ACC) della stazione di Conegliano Veneto. Con il nuovo ACC, che sostituisce l’Apparato Centrale Elettrico ad Itinerari (ACEI) in funzione dagli anni cinquanta, il controllo e la gestione della circolazione dei treni verranno effettuati con un sistema tecnologico di ultima generazione tramite una vera epropria "cabina di regia": tutte le operazioni, infatti, saranno comandate e controllate da un’unica postazione. Il nuovo apparato tecnologico, controlla informaticamente i segnali, gli scambi e i passaggi a livello durante le operazioni di gestione in sicurezza della circolazione dei treni, nell’ambito della stazione. Grazie alle potenzialità offerte dall'elettronica, sarà garantita una migliore operativitànelle normali situazioni di circolazione e nella gestione delle criticità. L'ACC poi,operando secondo una visione di sistema, alla capacità di gestire la circolazione aggiunge, per la prima volta, la diagnostica degli apparati finalizzata alla prevenzione deiguasti e al miglioramento della manutenzione, nonché un sistema di informazione al pubblico. Il nuovo apparato computerizzato è frutto della ricerca e dello sviluppo compiuto daitecnici di RFI con il supporto di Italferr, la società di ingegneria del Gruppo Ferroviedello Stato. Realizzato da Alstom, ha richiesto circa tre anni per la progettazione e larealizzazione e un investimento di circa 6 milioni di euro, comprensivo delle opere connesse di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della stazione e della linea. Il nuovo ACC di Conegliano Veneto è predisposto per l’interfacciamento con il Sistema di Comando e Controllo (SCC) della circolazione ferroviaria del bacino del Veneto (*) e della direttrice Pontebbana. Il Posto centrale, la vera e propria “cabina di regia”, si trova a Venezia Mestre. L’attivazione dell’ACC consentirà di gestire il traffico ferroviario in modo più efficiente e sicuro dal Posto centrale di Mestre attraverso il telecomando delle stazioni ferroviarie. Successivamente il sistema prevede l’estensione alle direttrici Mestre - Trieste, Verona - Padova, Bologna - Padova e a tutte le linee regionali affluenti.Contemporaneamente all’attivazione del nuovo apparato, sono stati eseguiti interventi di potenziamento tecnologico dell’ACC di Sacile. Nel tratto di linea Treviso – Pordenone, fra le stazioni di Sacile e Spresiano, invece è stato installato il Blocco conta assi (BCA), che consente il distanziamento automatico in sicurezza dei treni.
(*) Attraverso l'SCC - il più avanzato sistema di gestione integrata della circolazione in uso in campoferroviario - il traffico viene governato, con tecnologia elettronica e informatica che gestisce componenti edapparati di diversa tecnologia elettromeccanica e computerizzata, da un unico Posto centrale che hagiurisdizione su un’area estesa per centinaia di chilometri caratterizzata da importanti flussi di traffico(sia merci sia passeggeri) e da elevate velocità di marcia dei treni. La giurisdizione dell’SCC del bacinodel Veneto e della direttrice Pontebbana copre l’area tra il nodo di Venezia - Mestre, le antenne di Padova (Padova Campo Marte - Interporto di Padova - Vigodarzere) e di Mestre (Maerne - Mogliano - Quarto d'Altino), circa 50 km di rete fondamentale e il bacino della rete regionale veneta (400 km) la direttrice Pontebbana costituita dalla linea Mestre – Udine - Tarvisio e 240 km di retefondamentale.


Dal Gazzettino di Treviso, venerdì 27 ottobre 2006

Il progetto di potenziare il servizio è ora allo studio della Provincia: si pensa di utilizzare l’ufficio informazioni
Treni, nuova biglietteria allo Iat
«I turisti hanno difficoltà a trovare i ticket soprattutto nei giorni festivi quando stazione e bar sono chiusi»

Vittorio Veneto. Un nuovo servizio di erogazione di biglietti ferroviari all'ufficio Iat di viale della Vittoria nel futuro dei viaggiatori vittoriesi. Il progetto di allestimento di un punto di rivendita e prenotazioni di biglietti del treno nell' ufficio provinciale di informazioni e accoglienza turistica potrebbe diventare realtà tra qualche mese. Una prospettiva rosea per chi viaggia e registra la difficoltà, quando la biglietteria della stazione è chiusa, di reperire in città ticket ferroviari, soprattutto per le tratte più lunghe e per i treni che richiedono la prenotazione. «Il progetto ha trovato una buona accoglienza in Provincia e stiamo delineando le modalità di attuazione con l'assessore al turismo Floriano Zambon - conferma l'assessore vittoriese Fabio Girardello, che si sta occupando dell'iniziativa -. Al momento si pensa ad un servizio gestito dallo Iat. Tra le ipotesi da considerare, l'apertura della nuova biglietteria la domenica, con chiusura il lunedì, giorno in cui, nonostante ci sia il mercato, l'afflusso di tipo turistico è esiguo». Ed è proprio nell'ottica di incentivazione del turismo, «che nell'ultimo anno a Vittorio ha raggiunto la massima crescita in provincia», sottolinea Girardello, che viene pensata l'implementazione del servizio biglietteria. Non a caso l'esigenza di avere maggiore facilità di acquisto dei biglietti del treno è stata registrata nel corso della mostra dei Pajetta allestita fino a settembre a Villa Croze. «Alcuni visitatori hanno avuto difficoltà a fare il biglietto di ritorno - spiega Franco Caliciotti, gestore del museo della villa - Spesso i punti di rivendita sostituitivi nei locali vittoriesi sono chiusi la domenica, nessuna agenzia viaggio eroga questo tipo di servizio in città ed è impensabile prenotare i posti in treno con la biglietteria chiusa. L'erogatrice automatica è di difficile utilizzo, soprattutto per le persone anziane». Da qui l'idea di allestire una biglietteria allo Iat, prestazione che un tempo la vecchia azienda autonoma di soggiorno e promozione turistica offriva.E sull'attuale servizio di biglietteria della stazione Girardello non usa mezzi termini. «Da tempo abbiamo aperto un contenzioso con Trenitalia per l'inefficenza del servizio automatico - spiega - L'unica cosa che finora siamo riusciti ad ottenere è l'apposizione di un cartello più grande dove vengono indicati i codici da inserire nel macchinario, piuttosto obsoleto e di difficile utilizzo. La strada maestra da seguire contro l'inquinamento atmosferico è l'uso del treno ma è impensabile che possa funzionare se l'ente pubblico non si impegna a dare migliori servizi ai suoi utenti».
Angela Deganis
Ultima modifica di aln il sab nov 18, 2006 16:44, modificato 1 volta in totale.
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beh...si muove qualcosa...speriamo non siano le solite voci...
Mattia Centeleghe
L’anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: “Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!”
Arthur Schopenhauer

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Chi è sto Sindaco (il mio stavolta non può essere!)? E' lo stesso che aveva proposto la ferrovia a scartamento ridotto Alpago(non Stazione di per l')-Piancavallo un paio d'anni fa?
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Trattasi del sindaco a me confinante di Farra d'Alpago... ebbene: codeste sparate no può farsele per casa sua? Sarà lo stesso del trenino svizzero per Piancavallo!
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Saif
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Se non sbaglio il Sindaco di Farra è Attilio D'Alpaos, noto esperto di trasporti visto che ha un negozio di musica. Quello del treno a scartamento ridotto doveva essere un altro, forse quello di Tambre, ma può darsi che nell'ultima tornata elettorale sia stato sostituito. Comunque esilaranti entrame le proposte!
Vedo invece dal Corriere delle Alpi che "Agenda 21", per voce di Valter Bonan (già presidente dell'Ente Parco) propone una navetta Belluno-Feltre per un totale di 20 corse giornaliere, naturalmente su ferrovia!
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Dalla prima pagina del Gazzettino (quello nazionale) di giovedì 2 novembre 2006!

TRENI & DISAGI
La sorpresa invernale delle Ferrovie: sparite due corse

I pendolari del Feltrino e della Val Belluna chiedono da tempo un collegamento diretto serale tra Belluno e Venezia. La risposta di Trenitalia è arrivata con l'orario invernale con la soppressione di due corse con Padova.
Zandanel
Nordest pag. I

Dall’orario in vigore il 10 dicembre spariscono la prima corsa per Padova e l’ultima per Belluno, convogli importanti anche se non in ore di punta
Sorpresa d'inverno: cancellati due treni

Belluno. Il nuovo orario dei treni, in vigore dal 10 dicembre prossimo, potrebbe portare ulteriori tagli per le linee del bellunese, già oggi percorse da convogli lenti e con buchi d'orario troppo larghi. Mentre i pendolari del feltrino e della Valbelluna chiedono a gran voce, e giustamente, un treno diretto serale da Venezia per Belluno via Montebelluna, Feltre e Sedico - oggi infatti per fare lo stesso percorso bisogna cambiare due volte, a Treviso e Montebelluna, e spesso le coincidenze saltano lasciando a terra i pendolari che, bene che vada, arrivano a casa oltre un'ora dopo il previsto - le corse potrebbero invece diminuire, con la soppressione del primo treno della mattina in partenza da Belluno alle 4.20 per Padova, dove arriva alle 6.16, e l'ultimo della sera in partenza a Padova alle 22.46 e diretto a Belluno, dove arriva alle 0.42.
Dalle segrete stanze delle superiori sedi ferroviarie nulla trapela, ma basta andare sul sito di Trenitalia per trovare il nuovo orario, chiedere al solerte orario ufficiale on line di partire da Belluno per Padova il mattino presto e tornarvi la sera tardi per scoprire che i treni non ci sono più. Eppure sono treni molto importanti, anche se programmati in ore non certo di punta: con quello delle 4.20 si può infatti raggiungere Milano per le 8.55 e Roma per le 11.08, mentre l'ultimo treno consente ai Bellunesi ottime coincidenze da Roma, Bologna e Milano per tornare in giornata senza dover soggiornare in albergo a Padova. Potrebbe trattarsi di un errore? Difficile a credersi, perché da anni quei treni sono nel mirino, soprattutto di Rete Ferroviaria Italiana, la società del gruppo Fs che gestisce l'infrastruttura; eliminarli significa chiudere la stazione di Belluno e la linea da Castelfranco un'ora e mezzo prima la sera (oggi infatti il penultimo treno, che domani sarebbe l'ultimo, arriva alle 23.12), e riaprirla il giorno dopo un'ora più tardi, il primo treno diverrebbe infatti quello delle 5.28, con un notevole risparmio sul personale. Una logica che ricorda però quella di una storiella surreale di Achille Campanile, che proponeva, stante una sua statistica sugli incidenti ferroviari, di eliminare l'ultimo vagone dei treni.
Fino ad oggi le vibrate proteste di pendolari ed associazioni hanno evitato il peggio, ma la tentazione è in agguato per il 2007. Intanto Trenitalia, che dovrebbe far viaggiare i treni, ci mette del suo, sopprimendo convogli non solo per guasti al materiale rotabile, ma anche per mancanza di personale. E' il caso dei regionali 11138 Venezia (17.34) - Calalzo (20.16) e 11149 Calalzo (21.05) - Venezia (23.23), tra l'altro uno dei pochissimi collegamenti "rapidi" tra il Cadore e la laguna, soppressi e sostituiti con autobus da Ponte nelle Alpi a Calalzo e viceversa. Gli ultimi casi venerdì scorso, quando il treno da Venezia era particolarmente affollato e ci sono voluti due autobus da Ponte in su, e lunedì scorso. Macchinisti e capitreno scarseggiano, nonostante le ferie rigidamente contingentate e programmate, e il ricorso al lavoro straordinario, commenta un ferroviere che ci tiene all'anonimato, e basta che qualcuno si prenda un'influenza certamente non turnificabile per mandare tutto in tilt.
Una situazione decisamente triste, con una sola nota positiva: alcuni lavori per sistemare il fabbricato della stazione di Calalzo, stazione capolinea, porta d'ingresso per Cortina d'Ampezzo, il Cadore e il Comelico. In questo caso Rfi un po' di buona volontà fino ad ora l'ha dimostrata, soprattutto mantenendo sul posto un capostazione che possa intervenire in caso di necessità o d'emergenza, evitando disagi inenarrabili, visto che difficilmente un intervento da lontano potrebbe essere tempestivo, e faccia da tramite con gli autobus e i viaggiatori. Non così Trenitalia, che ha ridotto ormai da molti mesi l'orario di apertura della biglietteria, servizio fondamentale soprattutto per i numerosi viaggiatori che intendono acquistare biglietti e prenotare posti su treni a lunga percorrenza, a sole sei ore al giorno e per di più con un orario (8.30 - 12.30 e 14.30 - 16.40) così strampalato da fare in modo che spesso la biglietteria sia aperta quando non ci sono treni in partenza e chiusa quando i treni ci sono. Una situazione particolarmente critica durante i mesi turistici e nei fine settimana, ma che non sembra proprio interessare a nessuno.
Gianluca Zandanel


Attenzione a quelli che potrebbero essere gli sviluppi della vicenda nei prossimi giorni!!!
Inoltre, dal Gazzettino di Belluno di giovedì 2 Novembre 2006, si rimanda all'articolo di Zandanel nell'inserto Nordest, e...

Sulla stazione di Calalzo lavori per 350mila euro
Calalzo. Tra tante pessime notizie sul fronte ferroviario, una buona arriva per Calalzo. Le Ferrovie hanno stanziato 350 mila euro per migliorare la stazione capolinea del Cadore. La proposta di sistemare la scalinata, invece, è attualmente al vaglio dell'Amministrazione comunale di Calalzo.
Veneto Fs risponde e rilancia circa le problematiche sollevate dal primo cittadino di Calalzo, Piermario Fop, sullo stato della scalinata che dal piazzale della stazione consente un più rapido accesso al centro del paese.
Rivaa pag. IX

CALALZO
La Direzione delle ferrovie replica alle accuse del sindaco e illustra gli interventi migliorativi che sta effettuando
Lavori alla stazione per 350mila euro
Quanto al degrado della scalinata è stata formulata da tempo al Comune una proposta operativa

Per il miglioramento complessivo della stazione ferroviaria di Calalzo c'è un investimento di circa 350mila euro. Quanto poi alla proposta di sistemare la scalinata, c'è ed attualmente è al vaglio dell'amministrazione comunale di Calalzo. Donatella Castioni, dell'ufficio stampa Veneto Fs, risponde e rilancia circa le problematiche sollevate dal primo cittadino di Calalzo, Piermario Fop, sullo stato della scalinata che dal piazzale della stazione consente un più rapido accesso al centro del paese, evitando agli utenti Trenitalia e Dolomitibus di dover raggiungere il polo della mobilità del Cadore da via Stazione o da via Lagole, risparmiando almeno un quarto d'ora di camminata in salita/discesa. «La scalinata - precisano - collega il piazzale esterno della stazione, in concessione al Comune, al piazzale superiore realizzato su un'area pubblica». Sul disinteresse di Rfi nei confronti della stazione di Calalzo, denunciato a chiare lettere da Fop in uno scritto inviato al vice Ministro ai Trasporti, l'Ufficio stampa Veneto Fs smentisce. «La Direzione Compartimentale Movimento Venezia di Rfi ha avviato da tempo con l'amministrazione comunale di Calalzo un tavolo di confronto per pianificare e finanziare i lavori di ristrutturazione della scalinata. Rfi ha ipotizzato una soluzione che prevede un coinvolgimento del Comune di Calalzo ai costi, stimati in circa 100mila euro, dei lavori. La proposta, al momento, è al vaglio dell'Amministrazione comunale». Rfi rassicura i calaltini: «sono in corso interventi di riqualificazione della facciata esterna della stazione, di ristrutturazione del piano terra del vicino fabbricato "Servizi" e il rifacimento dei bagni pubblici per la clientela. L'investimento complessivo per questi interventi è di circa 350mila euro». Eleonora Riva
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Ecco i preannunciati sviluppi dal Gazzettino di venerdì 3 novembre 2006

La protesta di Provincia, Regione e lavoratori blocca il cambio di orario penalizzante
Due treni "veloci" da e per Belluno

Belluno. Il primo treno da Belluno per Padova e l'ultimo da Padova per Belluno non spariranno, anzi, i due convogli saranno velocizzati per offrire un servizio più comodo ed efficace. Non che Trenitalia e Rfi non ci avessero provato, formulando anche l'ipotesi di posticipare la partenza del primo treno da Belluno e anticipare quella dell'ultimo da Padova, rendendoli però inutili per la perdita delle coincidenze (e a tutt'oggi il sito internet di Trenitalia continua a non riportare i treni), ma la proposta è stata però bocciata dal presidente della Provincia, Sergio Reolon, e dall'assessore ai trasporti Quinto Piol, che alla fine hanno fatto breccia anche in Regione, infine unitasi alla Provincia nel respingere l'idea. Il colpo di grazia finale l'hanno dato le proteste immediatamente levatesi, delle quali il nostro giornale si è fatto portavoce.
«Proprio stamattina(ieri per chi legge, ndr) - spiega Piol - ho avuto la conferma dal vice responsabile del trasporto locale del Veneto, Antonio Parcianello, che i due treni rimarranno e per di più con un orario migliorato». «Già da qualche mese Rfi e Trenitalia avevano messo sul tappeto la questione, come già era successo l'anno scorso, ma come amministrazione provinciale ci siamo fermamente opposti, trovando anche in Regione comprensione e sostegno tali da rimettere le cose come erano». «Ciò non significa che l'attuale orario sia immutabile - conclude Piol - ma possiamo accettare cambiamenti solo all'interno di una proposta complessiva elaborata nell'ottica di un miglioramento del servizio, per il quale siamo anche pronti a dare, nei limiti del possibile, il nostro contributo, non certo un semplice taglio ai servizi, su questo non siamo disposti a cedere».
La prossima settimana sarà presentato ufficialmente a Belluno il nuovo orario, analogo all'attuale, ma con due novità positive. Il primo treno da Belluno per Padova sarà posticipato dalle 4.20 alle 5.00, ma, grazie alla velocizzazione ottenuta con l'eliminazione di alcune fermate, arriverà a Padova alle 6.40, in tempo per le coincidenze con gli Eurostar per Milano e Roma, l'ultimo della sera partirà sempre alle 22.46, ma riuscirà ad arrivare a Belluno un quarto d'ora prima. Finalmente una coppia di treni più veloci, come chiedono da anni i bellunesi, vincolati a tempi di percorrenza simili a quelli degli anni cinquanta. «È una nota positiva - commenta Lino di Sano, segretario provinciale della Uil Trasporti di Belluno e membro delle Rsu - purchè al primo treno della mattina venga lasciata la fermata di Sedico, che spesso è utilizzata anche dai bellunesi che vi trovano più facilmente parcheggio». «Le cose da fare però sono molte, a cominciare proprio dai parcheggi per la stazione di Belluno, poi bisogna migliorare il servizio sulla Belluno-Ponte nelle Alpi-Conegliano, dove ci sono buchi d'orario troppo lunghi, causati anche dalla mancanza di una stazione per fare incrociare i treni a Santa Croce, ed eliminare servizi inutili, come l'autobus Eurostar Link per Padova, quando basterebbe ottimizzare l'orario del treno per Padova da Calalzo in partenza a Belluno alle 9.09 per ottenere le stesse coincidenze». «Infine la biglietteria di Calalzo, oggi aperta solo per sei ore al giorno, mentre il contratto di servizio tra Regione e Trenitalia ne prevede l'apertura per ben 14 ore al giorno (6.30 - 20.30)».
Trenitalia ha già fatto una proposta che amplierebbe l'orario, anche se il contratto prevede l'apertura 7 giorni la settimana da maggio a metà giugno e da metà settembre a metà dicembre, e solo 5 giorni la settimana durante il resto dell'anno. Sarebbe ovviamente meglio l'esatto contrario, salvaguardando l'apertura nei fine settimana nel periodo turistico, soprattutto quello estivo. Gianluca Zandanel


Questa è la notizia, c'è un pure un bel po' di carabattole pseudo-ferroviarie che fra poco, fatto un po' d'ordine, pubblicherò.
Ultima modifica di aln il ven nov 03, 2006 21:50, modificato 1 volta in totale.
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Gazzettino di Belluno di venerdì 3 novembre 2006

Belluno
Marcia indietro da parte...

Marcia indietro da parte di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia sulla soppressione del treno delle 4.20 da Belluno per Padova e di quello da Padova in arrivo a Belluno alle 0.42. L'altolà al provvedimento, già sancito dal sito internet di Trenitalia, sul quale le due corse sono state e restano tuttora cancellate, è arrivato dalla Provincia e dalla Regione, e le proteste sollevate anche tramite il Gazzettino hanno dato la conferma finale. «L'ipotesi era emersa nei mesi scorsi - spiega l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - ma l'avevamo decisamente bocciata. L'orario attuale non è intoccabile, ma accetteremo solo proposte complessive per migliorare il servizio, non tagli». I treni rimarranno, e saranno finalmente velocizzati, al punto che il primo treno partirà alle 5.00 per essere a Padova alle 6.40 in coincidenza con gli eurostar per Milano e Roma, e l'ultimo conserverà le coincidenze a Padova arrivando a Belluno 15 minuti prima. «Ma bisogna pensare ai parcheggi per chi prende il treno a Belluno - commenta Lino Di Sano, segretario provinciale Uil trasporti - migliorare l'orario anche sulla Belluno - Conegliano e riaprire a tempo pieno la biglietteria di Calalzo». Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Gianpaolo Bottacin con una lettera a Trenitalia. «Con questo provvedimento viene penalizzata la provincia di Belluno - scrive Bottacin - già carente di dotazioni infrastrutturali ferroviarie, complicando così ulteriormente la vita dei pendolari che perdono la possibilità di raggiungere le grandi città in mattinata e rischiano di dover trascorrere la notte in albergo». Ora non resta che aspettare la presentazione ufficiale del nuovo orario, che Trenitalia terrà a Belluno la prossima settimana.
Zandanel nel Nordest a pagina II


E ora, più che una rassegna stampa, propongo l'aggiornamento sulla campagna di disinformazione che Gazzettino sta portando avanti. Dal Gazzettino di Treviso, stesso giorno.

Sui binari viaggia lo scontento...
Sui binari viaggia lo scontento. L'utenza si è disamorata del servizio ferroviario che quando c'è funziona male. Ci si lamenta dei posti a sedere che non ci sono nei treni che arrivano fuori orario nelle stazioni, della sporcizia che viaggia sui vagoni. Ora per i viaggiatori si aggiungono altre amare sorprese. Infatti, quaranta giorni prima che entrino ufficialmente in vigore, sui nuovi orari dei treni è già caos. Le prime difficoltà arrivano per chi tenta di raggiungere Treviso da Oderzo. È saltata la corsa delle 6.45, proprio quella dei pendolari, e non c'è traccia nemmeno dei collegamenti tramite autobus col capoluogo. Per cui si ha un salto temporale tra le 7.35 e le 8.57, sparisce il pullman delle 9.00 e dalle 9.45 alle 13.39 non figurano collegamenti tra Oderzo e Treviso. Stessa sorte per i viaggiatori da Montebelluna, che si ritrovano cancellato il bus delle 11.45 per Treviso. Tragitto inverso, stesso problema: sparisce dal capoluogo a Montebelluna il bus delle 11.17, lasciando un vuoto nei collegamenti dalle 9.53 alle 12.31, più di due ore e mezzo.
Da Treviso a Castelfranco viene eliminato il regionale delle 9.22 così come quello delle 15.16. Complessivamente però, il calvario si distribuisce su tutta la giornataSulla linea Conegliano - Mestre continuano i disagi quotidiani per i pendolari. Sotto accusa, in particolare nelle ore di punta, è la scarsità di informazioni. Altro tasto dolente è la carenza di posti a sedere sui treni, tanto al mattino quanto alla sera. Fra i convogli maggiormente sotto accusa spicca l'interregionale 2445 Udine - Venezia del mattino, dove le carrozze non sono poche ma egualmente insufficienti a far fronte alle centinaia di viaggiatori. Anzanello e Masetto
a pagina II Nordest


Dal Gazzettino

Treviso
Quaranta giorni prima che entrino ufficialmente...

Quaranta giorni prima che entrino ufficialmente in vigore, sui nuovi orari dei treni è già caos. L'unica consultazione accessibile, per così dire, all'utente è quella on-line, in cui un banner avvisa che è già possibile oggi prenotare un biglietto per i giorni successivi al 10 dicembre.
Le prime difficoltà arrivano per i viaggiatori da Oderzo a Treviso. Perchè nella lista degli orari è saltata la corsa delle 6.45, proprio quella dei pendolari (così chi ha coincidenze per Padova e Venezia, o parte alle 6.30, o alle 7.00), e non c'è traccia nemmeno dei collegamenti tramite autobus col capoluogo, che ora sono ben evidenziati. Per cui si ha un salto temporale tra le 7.35 e le 8.57, sparisce il pullman delle 9.00 e dalle 9.45 alle 13.39 non figurano collegamenti tra Oderzo e Treviso.Che sia solo una dimenticanza? Che manchi ancora la convenzione con chi fornisce gli autobus, e quindi gli orari? Proviamo a chiederlo agli operatori dell'89.20.21, l'info-numero (a caro prezzo) di Trenitalia. Rispondono che le informazioni nei loro terminali sono le stesse che figurano nel sito.Stessa sorte per i viaggiatori da Montebelluna, che si ritrovano cancellato il bus delle 11.45 per Treviso, comunque sostituito da un (inutile) treno per il capoluogo che transita per Castelfranco ed arriva a destinazione in 63'. Troppi per chi, tra le 10.33 e le 13.53, ha comunque solo quella possibilità per arrivare da Montebelluna a Treviso. Tragitto inverso, stesso problema: sparisce dal capoluogo a Montebelluna il bus delle 11.17, lasciando un vuoto nei collegamenti dalle 9.53 alle 12.31, più di due ore e mezzo.
Idem da Treviso a Castelfranco: nei nuovi orari viene eliminato il regionale delle 9.22, ma in compenso c'è una corsa con cambio a Mestre alle 8.28 che arriva nella città del Giorgione alle 9.44. Un po' troppo per nemmeno 30 chilometri.E dal sito di Trenitalia scopriamo che è stato eliminato, da Treviso a Castelfranco, il regionale delle 15.16, e che le corse dirette della sera, dopo le 20, sono sostituite con altre in transito per Mestre (con relativo cambio). Chi parte alle 20.46 da Treviso, ad esempio, giunge a destinazione alle 22.19 dovendo salire su ben due treni, per giunta regionali.Sulla linea Conegliano-Mestre, in attesa di questo tanto atteso quanto temuto nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore tra poco più di un mese, continuano i disagi quotidiani per i pendolari. Sotto accusa, in particolare nelle ore di punta, è la scarsità di informazioni: tra le 7 e le 8 del mattino, quando i convogli diretti a Mestre si susseguono alla distanza media di un quarto d'ora l'uno dall'altro, capita che ritardi intorno ai 5 minuti non vengano nemmeno annunciati dagli altoparlanti di stazione, che in certi scali vengono azionati ad un volume talmente basso che diversi utenti, in particolare anziani, "perdono" l'annuncio del ritardo. Ma numerosi pendolari lamentano pure la sporcizia che si accumula sui treni, in particolare in quelli che giungono al capolinea (in questo caso Venezia Santa Lucia) in ritardo, così da costringere gli addetti alle pulizie dei convogli a una passata rapida e per forza di cose poco accurata. Altro tasto dolente, per molti viaggiatori abituali sulla Conegliano - Mestre (in particolare quelli che salgono alle stazioni di Treviso Centrale, Preganziol e Mogliano Veneto) è la carenza di posti a sedere sui treni delle ore di punta, tanto al mattino quanto alla sera.Fra i convogli maggiormente sotto accusa spicca l'interregionale 2445 Udine - Venezia del mattino, dove le carrozze non sono poche ma egualmente insufficienti a far fronte alle centinaia di viaggiatori. Il "record" dei disagi spetta indubbiamente alla tratta Mogliano-Mestre, dove non solo c'è chi non riesce a sedersi mai, ma addirittura c'è chi è talvolta costretto a prendere il treno successivo per l'eccessiva calca all'arrivo del convoglio a Mogliano.
La carenza di posti a sedere portata in dote ai pendolari dal nuovo treno "Minuetto", da settembre chiamato a garantire un collegamento impegnativo come il regionale 11103 del mattino da Belluno a Mestre via Conegliano, sta esasperando anche i pendolari di Vittorio Veneto, alcuni dei quali stanno organizzando una raccolta di firme per chiedere il ritorno, su quella tratta e in quella fascia oraria, del vecchio treno a cinque carrozze al posto delle tre del Minuetto. Luca Anzanello Serena Masetto


Gazzettino di Treviso

Sono iniziati i lavori predisposti dalle Ferrovie per l'installazione di pannelli alti dai tre ai quattro metri lungo la tratta Treviso-Udine nello spazio urbano
Barriere fonoassorbenti davanti a Casa Fenzi
Maniero: «Presto anche l’intervento che interesserà via Friuli e Maggior Piovesana dove si trovano insediamenti residenziali»

Conegliano. Sono iniziati i lavori del primo stralcio degli interventi per la collocazione delle barriere fonoassorbenti, alte dai tre ai quattro metri, sulla linea ferroviaria Venezia-Udine, nel tratto urbano di circa quattro chilometri, risalente alla metà dell'Ottocento, quando venne inaugurata la stazione che taglia letteralmente in due la città. Il rumore dei treni, che ha provocato ripetute proteste e petizioni popolari nelle zone più esposte, è moltiplicato dal fatto che la massicciata della ferrovia è sopraelevata, anche se nel tratto urbano i treni non possono superare i 90 chilometri orari. Con il primo stralcio, il cui cantiere è in fase di allestimento, le barriere vengono installate su entrambe i lati dei binari all'altezza di siti particolarmente sensibili, ossia la casa di riposo Fenzi e l'ospedale De Gironcoli. Subito dopo sarà avviato il secondo stralcio ricadente nel tratto che dalla stazione va verso est, dove da un lato sorgono gli insediamenti residenziali di via Friuli e dall'altro di via Maggior Piovesana. «È un punto particolarmente critico - osserva il vicesindaco Alberto Maniero - in cui la rumorosità è elevata per la presenza dello scalo merci, che è stato ampliato e dove vengono movimentati molti carri e mezzi in tutto l'arco della giornata». Invece il tratto ad ovest, dalla stazione ai Campidui (esclusi i punti all'altezza della Fenzi e del De Gironcoli) rientra in un progetto nazionale nel quale è inserito tra le priorità, verrà realizzato in una fase successiva. Con il posizionamento delle barriere fonoassorbenti viene risolto anche il grave problema dello stato di abbandono in cui versa la massicciata della ferrovia, ripulendo le scarpate laterali dove crescevano in modo incontrollato erbacce ed arbusti e si accumulavano rifiuti. G.P.M.


Alcune mie personali considerazioni.
- Su Conegliano. La ferrovia taglia letteralmente in due la città? Da metà ottocento? Peccato che la ferrovia l'avessero allora costruita in aperta campagna. E peccato che i condominii a cinque metri dal binario non li abbiano costruiti gli uomini di Neandertal (o forse sì, vista la dimostrazione d'intelligenza degli amministratori e degli speculatori di turno).
Vedremo inoltre come un muro alto quatro metri potrà far in modo che le scarpate non diventino un'incontrollata selva di erbacce e arbusti, ma evidentenemente un giardino all'italiana.
Esprimo qui la mia contrarietà allo spreco di danaro per la realizzazione di queste orribili barriere.
- Sul Gazzettino. Ribadisco che riporto qui gli articoli di argomento ferroviario di codesta testata perchè è la sola che li rende disponibili nell'interrete. Eccetto pochi articoli scritti con bravura e competenza, reputo quasi terroristici quei numerosi pezzi che ultimamente vengono bollati col soprattitolo "i forzati delle ferrovie".
Perché "i forzati" son quelli dell'automobile. Vogliamo capire che la mobilità del domani è la ferrovia? Badate: la mobilità del domani, non di un generico e sempre posticipabile futuro. Avrei preferito che l'inchiesta giornalistica fosse intitolata per esempio "i virtuosi delle ferrovie" o con un po' d'ironia e di etimologia "i martiri", cioè i testimoni.
Perché non bisogna ingrassare la fanfaronaggine degli italiani. Siamo un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di tramigatori? Lo dubito. Di certo siamo tutti il migliore allenatore di calcio il giorno dopo una partita. E tutti quelli che il treno lo pigliano saltuariamante o tutti i giorni da qualche anno sono i migliori tecnici in materia, per i quali basterebbe una carrozza in più qui, una nuova fermata al paesello proprio e una sosta eliminata al paesello degli altri...
Perché si continua a infilare la testa nella sabbia. Degli innumerevoli e innegabili disagi la colpa è sempre degli altri. Il treno è sporco per colpa di Trenitalia? Eppure troppe volte vediamo passeggieri insudiciare le carrozze abbandonando rifiuti, poggiando le scarpe sulla tappezzeria. Il treno delle 8:19 è strapieno? Eppure quello delle 7:51 è mezzo vuoto, ma si preferisce dormire un quarto d'ora in più. Il treno è in ritardo anche di soli cinque minuti primi? Benchè la puntualità sia virtù di pochi, tutti si sperticano dicendo di non esserne informati, evidentemente viaggiando in treno diventiamo tutti svizzeri per precisione. Del problema vero e originario si continua a non parlare: manca la cultura del bene pubblico.
Perché non si fà informazione. Si riempiono meglio le pagine dei quotidiani di ciò che il lettore vuole leggere.
Ultima modifica di aln il sab nov 18, 2006 13:42, modificato 1 volta in totale.
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Dal Gazzettino di sabato 4 novembre 2006

La linea ferroviaria fu interrotta e alcuni cittadini chiesero subito di riattivarla, ma non se ne fece nulla e gli abitanti della zona hanno dovuto aspettare fino al 2000
Sulla Treviso - Portogruaro il primo treno si è rivisto dopo 34 anni

Lettera pubblicata sul Gazzettino di venerdì 18 novembre 1966. "Siamo un gruppo di operai da Ponte di Piave, uno dei tanti paesi colpiti dalla recente alluvione. Ora, oltre a quello che ci è capitato, riscontriamo che le ferrovie dello Stato, a otto giorni dall'alluvione, non ha ancora incominciato la sistemazione della linea Treviso-Portogruaro, danneggiata nei pressi di Ponte di Piave e Fagarè della Battaglia, costringendoci, perciò, a viaggiare con autocorriere insufficienti e con orari errati, soprattutto per quegli operai che debbono proseguire per Mestre onde raggiungere il posto di lavoro. Vuole lei, caro cronista, far presente a chi di dovere, la necessità affinché detta linea sia al più presto possibile riattivata? Sergio Martin"
Il signor Sergio Martin e gli altri colleghi di lavoro continuarono a prendere l'autobus (magari a orari un po' migliori per le loro esigenze) fino a quando continuarono a lavorare. La linea ferroviaria Treviso - Portogruaro, infatti, fu riattivata soltanto nel 2000: il 26 febbraio transitò il primo treno merci, il 13 settembre partì da Portogruaro il primo treno passeggeri.
Dopo l'alluvione, la riattivazione della ferrovia non divenne una priorità: in quegli anni, infatti, il trasporto su gomma era privilegiato rispetto a quello su rotaia. Si dovettero attendere 15 anni prima di avere un progetto serio, inserito nel Piano integrativo delle Ferrovie. I lavori cominciarono nel 1987 ma l'anno dopo il commissario delle Ferrovie, Mario Schimberni, decise che dovevano essere sospesi. Ripresero nel 1990, fra le proteste di sindaci e popolazioni locali, che ormai si erano abituate alle corriere che avevano sostituito i treni. Le interruzioni furono molte, ma il progetto andò avanti e, alla fine degli anni '90, furono fatte le prime prove di circolazione, che hanno poi portato alla riattivazione del 2000, anche se il traffico passeggeri non è mai tornato ai livelli precedenti il '66.
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Dal Gazzettino, domenica 5 novembre 2006

L'azienda e i pendolari a confronto A Belluno si discute del nuovo orario
BELLUNO - L'orario ferroviario del 2007 al vaglio degli utenti. È questo il senso dell'incontro organizzato la settimana prossima dalla Provincia di Belluno con i dirigenti regionali di Trenitalia. Giovedì 9 novembre 2006 alle 17.30 in sala Affreschi di palazzo Piloni, le associazioni dei consumatori e i rappresentanti degli utenti del trasporto ferroviario potranno rivolgere richieste e osservazioni sull'orario che entrerà in vigore il 10 dicembre 2006 all'ingegner Giampaolo Codeluppi, direttore territoriale veneto di Trenitalia. Una risposta locale a un'esigenza sollevata la scorsa settimana dal Consiglio regionale con la proposta di un tavolo di trattativa con l'azienda e i rappresentanti dei clienti.
«È la prima volta che viene organizzata una presentazione dell'orario ferroviario a Belluno - ricorda l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - Al di là dell'impegno che ci eravamo assunti con i cittadini che chiedevano di discutere dell'orario, riteniamo corretto attivare un dialogo tra i dirigenti di Trenitalia e gli utenti che ogni giorno salgono sui treni. Le Ferrovie devono fare lo sforzo di essere presenti sul territorio, aprirsi al confronto con le istituzioni e, soprattutto, all'ascolto dei loro clienti. Questo è un primo passo».

Da anni i pendolari della Valbelluna chiedono un collegamento diretto con il capoluogo
Il sogno di un treno da Venezia a Feltre

Belluno. Un nuovo treno diretto serale, senza cambi, da Venezia a Belluno via Feltre. Un vecchio sogno dei pendolari feltrini e della Valbelluna la cui realizzazione diventa ogni giorno sempre più urgente. Se i collegamenti ferroviari tra Padova e Belluno-Calalzo e quelli tra Calalzo-Belluno e Venezia sono spesso difficili, i disagi più gravi li subiscono i pendolari che da Sedico in giù si dirigono verso Venezia via Montebelluna e Treviso, costretti il più delle volte a prendere tre treni e cambiare nelle due località, collegate dalle corsette Treviso-Montebelluna, negli ultimi anni diventate più frequenti, ma che spesso "bucano" le coincidenze a Treviso. Una lodevole eccezione è il treno regionale 5741 in partenza da Belluno alle 7.00 che arriva direttamente a Venezia, alle 9.02, toccando Sedico, Feltre, Montebelluna e Treviso. Un treno solo, senza cambi, molto apprezzato dai pendolari nonostante risulti a volte in composizione ridotta, e quindi sovraffollato, tanto che da Cornuda in giù i viaggiatori si ritrovano in piedi magari nel vano bagagliaio e biciclette. Anche l'arrivo in orario risulta spesso una speranza fallace, ma tutto sommato la situazione è quasi accettabile. Quello che manca invece è un treno serale che faccia lo stesso percorso a ritroso, che parta a Venezia magari attorno alle 18 per andare diretto a Treviso, Montebelluna, Feltre e Belluno senza cambi. Certo a quell'ora a Venezia i treni in partenza verso Treviso non mancano, ma spesso arrivano in ritardo a Treviso, proprio mentre la corsa da Montebelluna è appena partita. E la stessa cosa può succedere nel pomeriggio, segnala Elisa Dal Piva, pendolare che dal lunedì al venerdì percorre il tratto Sedico - Venezia per andare al lavoro, e che si è fatta portavoce di molti altri pendolari che utilizzano proprio il treno 5741 del mattino ed ha scritto a Trenitalia e alla Regione lamentando una serie non piccola di disagi. In particolare, perdere la coicidenza a Treviso nel pomeriggio o la sera significa rientrare a casa un'ora o un'ora e mezza dopo, a bordi di una sola vettura strapiena. Per non parlare poi delle vetture vecchie con porte scomode e ripide e pulizia non proprio esemplare. La richiesta più pressante è proprio quella di un treno serale diretto e magari un po' più veloce, visto che più di due ore per fare cento chilometri sono veramente tante. Gianluca Zandanel
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Gazzettino di Belluno, mercoledì 8 novembre 2006

A PALAZZO PILONI
Domani il vertice sugli orari con Trenitalia Da Feltre la richiesta dei pendolari a Piol

I pendolari che domani sera si incontreranno a Palazzo Piloni con i dirigenti di Trenitalia non dovranno per lo meno lamentarsi della soppressione dei due treni sulla linea Padova-Calalzo inizialmente cancellati dal nuovo orario invernale dei treni ma che le Ferrovie avevano promesso di ripristinare. Da una rapida occhiata al sito di Trenitalia le due corse sono state realmente reintegrate, anche se con alcune modifiche rispetto al passato. Il treno delle 4.20 con partenza da Belluno per Padova è stato spostato alle 5 con arrivo nella città del Santo alle 6.38 dopo un'ora e 38 minuti di viaggio. In tempo per le coincidenze per Roma e Milano. Così non è stato cancellato neppure l'ultimo treno da Padova delle 22.46 che arriverà a Belluno a mezzanotte e 30 dopo un'ora e 44 minuti. L'incontro di domani sera, alle 17.30 in Sala Affreschi della Provincia, è stato organizzato dall'assessore Quinto Piol e rivolto alle associazioni dei pendolari e dei consumatori che potranno porre al responsabile della direzione territoriale di Trenitalia tutte le domande sul funzionamento delle tribolate linee bellunesi. Non ci sarà un lettore del "Gazzettino", il feltrino Fabrizio Beino, che lavora in Regione a Venezia e come tanti altri pendolari costretto a sorbirsi ben tre cambi di treno per tornare a casa la sera. "Questo comporta tempi maggiorati - scrive Beino in una lettera all'assessore Piol - almeno 20 minuti rispetto al treno del mattino". Il funzionario regionale ricorda che Trentalia ha inserito 11 nuovi treni nella rete ferroviaria veneta e che, quindi, il "materiale" per costituire un treno serale sarebbe disponibile. "Da Venezia lungo la direttrice per Treviso parte un treno per Calalzo via Conegliano alle 17.33 e uno per Trieste alle 17.56 - ricorda Beino - ci sono ben 23 minuti nei quali inserire un treno per Montebelluna-Feltre. L'aumento del flusso dei passeggeri, pendolari e studenti, sulla linea Feltre-Montebelluna-Treviso-Venezia, giustifica la richiesta del treno, così come lo richiederebbe l'aumento dei biglietti senza avere avuto in cambio alcunmicroscopico miglioramento del servizio. Anche il fatto di costituire un treno da Treviso a Belluno, via Montebelluna e Feltre - conclude Beino - quindi con un solo cambio a Treviso, costituirebbe un passo avanti e dimostrerebbe un minimo di attenzione da parte di Trenitalia alla provincia di Belluno".Maurizio Dorigo


CON LA REGIONE
Accordo per far diventare l'ex ferrovia Dolomiti pista ciclabile e da sci
Cortina (Dim) Prima i soldi, poi la collaborazione: a due settimane dallo stanziamento di mezzo milione di euro, la Regione Veneto firma anche l'accordo di programma finalizzato all'acquisto, da parte del Comune di Cortina, del sedime dell'ex Ferrovia delle Dolomiti. Il 18 ottobre scorso era stato assicurato un finanziamento regionale di 500 mila euro, per aiutare l'amministrazione ampezzana, intenzionata da tempo a divenire proprietaria del tracciato e dei vecchi caselli ferroviari, non più in funzione da oltre quarant'anni. Ieri mattina a Venezia l'assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso ha firmato l'accordo, a Palazzo Balbi, assieme al sindaco Giacomo Giacobbi. «Per queste finalità - ha spiegato l'assessore veneto - la Regione ha deciso di intervenire con mezzo milione di euro, sull'importo complessivo di due milioni. La parte non coperta dall'intervento regionale sarà a carico del comune». Il sindaco Giacobbi ha avuto modo di spiegare più volte che il vero problema, nella lunga ed intricata vicenda del passaggio di proprietà della vecchia strada ferrata, oggi diventata passeggiata pedonale e pista ciclabile, stava nei rapporti con il Demanio dello Stato. Va anche ricordato che pendono sulla transazione antiche vicende giudiziarie, successive al fallimento della società che realizzò e gestì il trenino bianco e azzurro che, per alcuni decenni, nell'epoca d'oro del turismo cortinese, collegò Calalzo di Cadore con Dobbiaco, in Pusteria, passando per la Valle del Boite e la conca d'Ampezzo. Ma è acqua passata, ora si guarda avanti.
«L'acquisto della sede dell'ex ferrovia, nel territorio di Cortina, è finalizzato al completamento della pista ciclabile che collega Pieve di Cadore e Dobbiaco - aggiunge l'assessore Chisso - che nel periodo invernale viene utilizzata come pista per lo sci nordico. Comune di Cortina e Agenzia del Demanio sono d'accordo di concludere integralmente la transazione e noi, come Regione, riteniamo che l'iniziativa sia assolutamente meritevole».
L'intervento finanziario da parte della Regioen è stato reso possibile da una legge veneta del 1999 che finanzia l'acquisizione di sedi ferroviarie dismesse e autorizza la giunta di palazzo Balbi a concludere specifici accordi di programma. L'acquisizione dei beni avverrà, a cura del comune, entro il 2010. Il contributo regionale sarà liquidato in un'unica soluzione, su presentazione del rogito notarile dell'avvenuto passaggio di proprietà.


VITTORIO VENETO
Via Cal de Livera chiusa al traffico

Quattro giorni di passione in vista per la viabilità sangiacomese. Rete Ferroviaria Italiana ha chiesto al Comune di sospendere la circolazione dei veicoli in via Cal de Livera per effettuare alcuni lavori di risanamento del binario sulla linea Conegliano-Vittorio, in aggiunta a quelli già eseguiti tra agosto e settembre sulla stessa linea ma tra San Giacomo e Ponte nelle Alpi. Per consentire i lavori sulla tratta ferroviaria, il Comune ha emesso un'ordinanza che dispone il divieto di circolazione in via Cal de Livera (arteria interessata giornalmente dal passaggio di numerosi camion e tir) all'altezza del passaggio a livello dalle 8.00 di martedì 14 alle 18.00 di venerdì 17 novembre
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