Ho cambiato il titolo della discussione da
Vittorio - Ponte: apparati centrali e sistema di blocco a
Conegliano - Vittorio - Ponte: apparati centrali, blocco eccetera perché già da un po' ci siamo occupati anche di cose che esulerebbero dal tema originario.
Adesso spero di non annoiare con altre osservazioni sui tre Fabbricati Viaggiatori di Nove, Stazione per l'Alpago e Cadola Soccher, che probabilmente all'inizio erano tutti uguali e che comunque sono di un tipo unificato che si può ritrovare in tutta la penisola e pure nelle isole.
barazzuol ha scritto:E mettile più grandi ste foto...
Hai ragione, ma la foto, nelle sue limitate dimensioni, proviene dall'articolo sulla linea in oggetto scritto con Rudy. E proprio Rudy nell'autunno 2006 riuscì a trovare questa interessante foto del giorno dell'inaugurazione: fu data a lui dalla famiglia del signor Vendramin che fu capostazione dal 1943 alla chiusura. Nel 2010 la stessa foto (che sia un caso?) è stata stampata nella grossa opera in due volumi curata dal DLF di Portogruaro,
Le strade ferrate delle Tre Venezie, il che consente una visione più dettagliata.
Su quello che c'è "sotto la Leopolder, dietro all'uomo" ci torno più avanti e intanto segnalo che ce n'è un'altro uguale all'altro angolo dell'edificio. Le Leopolder sono due, una ad ogni lato della porta più a sinistra, ed effettivamente una è seminascosta dalle bandiere. Quei due rettangoli più chiari con al centro un tondo scuro sono dei disegni fatti sulla parete che indicano la posizione a terra delle "bocche da incendio", oggi le chiameremo idranti. E poi... sull'architrave delle quattro porte si intravedono delle scritte. Così ho fatto un salto a Nove, guardando innanzitutto le architravi.
Queste sono le quattro scritte che stanno sopra alle quattro porte che danno sui binari. Dall'alto verso il basso, dalla porta lato Ponte alla porta lato Conegliano, sotto l'ultima mano di vernice si legge:
CAPOSTAZIONE
BAGAGLI
SALA I - II CLASSE
SALA III CLASSE
Questo contrasta con la planimetria che avevo pubblicato più su e, soprattutto, con la sistemazione dei locali che ancora oggi si riconosce. Morale della favola: a fine anni Sessanta o inizio anni Settanta con l'arrivo dell'Apparato a Maniglie e Serratura DU, oltre a rivedere il piano binari, è stata fatta anche una drastica revisione ai Fabbricati Viaggiatori.
Da qui sono derivate le differenze che ancora oggi distinguono Nove (nel locale bar furono realizzate le ritirate, furono unite la sala bagagli e la sala di attesa di prima classe, la vecchia stanza del capostazione divenne magazzino e sala accumulatori) e Stazione per l'Alpago (non so cosa fu fatto del locale bar, furono unite la sala bagagli e la sala di attesa di prima classe, la vecchia stanza del capostazione divenne magazzino e sala accumulatori e ritirate accessibili dall'esterno attraverso una porta fatta al posto della finestra centrale). Su Cadola Soccher non so dire nulla, essendo l'edificio occupato da privati.
Insomma, la vita di questa ferrovia lungo i decenni è meno monotona di quanto si pensava!
Sempre a Nove, tra la prima porta , quella del "Capostazione degli anni Trenta", e lo spigolo dell'edificio si vede questo...
Tombola! In alto si capisce che fu fissata una suoneria tipo Leopolder, si intravede il foro dove passavano i fili. E poi "il piatto forte": una nicchia che era chiusa a chiave da uno sportello di cui rimane l'intelajatura metallica. All'interno ci sono due grossi fori, per il passaggio di fili elettrici, uno dei quali si vede comunicare con la stanza retrostante. Voi vedere che la manovra dei segnali veniva fatta da qui? Ma resta la domanda: perché mettere questi comandi all'esterno e non all'interno?
Sempre a Nove, tra la seconda e la terza porta, si vede traccia delle due Leopolder più recenti. Tra la quarta porta e lo spigolo dell'edificio non si vede una seconda nicchia, ma sul marciapiede c'è lo spazio dove forse stava l'arganello per la manovra a filo del vicino PL: in corrispondenza di questo sotto le rotaje del primo e del secondo binario si trova traccia del cunicolo dove passava il filo. Potrebbe essere un altro cambiamento avvenuto tra gli anni Sessanta e Settanta.
Due nicchie invece sono ancora presenti a Cadola Soccher...
... mentre non sono più visibili, perché murate, a Stazione per l'Alpago dove la parte bassa del FV è stata tinteggiata più di recente.
Tutto ciò mi ha fatto ricordare di aver visto, tempo fa, i disegni riconducibili allo stato di origine
di questi tre FV. Sulla base di quelli ho fatto il seguente disegnetto.
Negli originali sono indicate pure le due nicchie, una per parte. In quei disegni trovano conferma anche le scritte sulle porte. Assolutamente curioso il locale dedicato al bar, con un bancone che divideva la stanza. Un altro bancone divideva in due il locale per la gestione dei bagagli. "Dispensa biglietti" non me lo sono inventato.
Sulla Sacile - Pinzano - Gemona gli edifici, uguali ai nostri, sono stati modificati meno: questo è uno sguardo di un atrio che conferma molte cose. Notare il pavimento (terrazzo alla veneziana) con la ruota alata. Qui è Fanna Cavasso, oggi semplice fermata, ma se non ricordo male anche Aviano e Budoia sono così.
Le due sale di attesa oggi sono chiuse al pubblico, con tutta probabilità nelle stazioni superstiti ospitano la sala relè e gli accumulatori. L'ambiente per la gestione dei bagagli è diventato un corridoio di accesso ai binari. L'ufficio movimento, che su questa linea è caratterizzato dalla "veranda" che circonda la porta che dà sui binari e che conteneva l'apparto a leve con trasmissione a filo per la manovra di deviatoi e segnali, nelle stazioni superstiti contiene l'ACEI telecomandato o, nel caso di Pinzano, il DCO.