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Inviato: mer set 20, 2017 18:38
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Corriere delle Alpi ha scritto:In un documentario rivive la storia de “La Calce Sois”
di Martina Reolon
BELLUNO. Un documentario per ricordare un’importante attività industriale che venne portata avanti in provincia di Belluno tra gli inizi del 1900 e il 1972. Ma anche per rendere omaggio a tutti coloro che vi lavorarono.
“La Calce Sois” - che sarà presentato domenica alle 18 al primo piano di Villa Patt di Sedico, nell’ambito della mostra mercato dei prodotti agricoli e lattiero caseari - è il nuovo lavoro dell’associazione culturale Belluno Ciak. Per la realizzazione ci sono voluti quattro mesi e, oltre alla parte operativa, è stata necessaria un’impegnativa ricerca.
«La proposta di realizzare questo documentario, della durata di 17 minuti, ci è arrivata dall’architetto Franco Frison, che avevamo già conosciuto anni fa, quando a Vignole erano state girate alcune scene del nostro film thriller “Dite - Il sesto cerchio”», spiega il regista Franco Fontana. «Frison è inoltre molto interessato alla storia e all’architettura industriale che caratterizzata la zona di Vignole».
Belluno Ciak ha quindi avviato una ricerca di notizie e testimonianze, raccolte anche dagli scritti di Gianni De Vecchi e Toni Sirena. «Ha poi fatto seguito la documentazione fotografica, recuperata grazie all’aiuto di privati cittadini, tra i quali la famiglia Mariani, discendente da fu Giovanni, il primo direttore dell’impianto di Vignole, che fu chiuso dalla Montecatini nel 1972», continua Fontana. «Il documentario parte dai primi del 1900, quando la società Calce Sois, fondata da Giuseppe De Lago, aprì lo stabilimento di Sois, dove tutt’ora ci sono i resti delle fornaci. Per arricchire il tutto abbiamo inserito una preziosa intervista a Sergio Bigio, ottantenne che da ragazzo lavorò a Vignole: ci ha raccontato che le donne portavamo il pranzo nelle gavette perché allora non c’era una pausa, ma si mangiava mentre si lavorava. I fastidi di rumorosità e inquinamento della polvere erano tollerati perché l’importante era avere un’occupazione».
L’attività industriale occupava a Sois circa 200 dipendenti. A Vignole, in seguito, un’ottantina, di cui 35 nella cava di Costalunga, dalla quale si estraeva la marna che veniva trasferita nello stabilimento con la teleferica, attraversando Orzes. «L’impianto fu trasferito a Vignole per la vicinanza con la ferrovia Bribano-Agordo», prosegue Fontana, «che agevolava i trasporti successivamente sviluppatisi su strada mediante i camion a gasogeno della ditta Buzzatti di Sedico».
In “La Calce Sois” le immagini storiche si fondono con quelle dei resti attuali, valorizzando i reperti di archeologia industriale. Fotografia e montaggio sono di Paolo Dal Pont. La grafica per riprodurre i macchinari, non più esistenti, è di Damiana Bonetta e Simone Mattiuz. Hanno poi collaborato per le riprese Michel A. Perez Navarro, Gianluca Cometto e Lodovico D’Incau.
«Una decina di imprese hanno contribuito economicamente alle spese del progetto», mette in risalto Fontana. «A loro va un ringraziamento, in quanto hanno capito che si tratta di un’opera di valorizzazione e conservazione della nostra storia. Tra l’altro, il documentario è dedicato a tutti coloro che lavorarono alla Calce Sois, in condizioni critiche (pensiamo a malattie professionali come la silicosi) e con una mole di impegno molto elevata».
Il giorno della presentazione a Sedico l’introduzione sarà a cura di Francesco Piero Franchi. Verranno anche proiettati il documentario “Dentro le miniere di Val Imperina”, su concessione del Parco, e “Giorno di mercato” di Luigi Fontana e Ivano Pocchiesa, restaurato da Belluno Ciak. «“La Calce Sois” sarà anche veicolato nelle scuole, per far conoscere ai più giovani la storia del nostro territorio», conclude Fontana. «Lo abbiamo già fatto con i lavori “Giorno di mercato” e “Ricordi e polvere - Latteria turnaria di Triches”». Il nuovo documentario, per cui Belluno Ciak ha realizzato un dvd, in edizione limitatissima, si può ordinare dal sito http://www.bellunociak.it o dalla pagina facebook.