Quiz 80: dove siamo?

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aln
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Quiz 80: dove siamo?

Messaggio da aln »

In questi giorni ci si potrebbe imbattere nella seguente foto.

[L’estensione jpg è stata disattivata e non può essere visualizzata.]

Di cosa si tratta?
Gio
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Re: Quiz 80: dove siamo?

Messaggio da Gio »

Mmmmm..non saprei....molto probabile era sulla Calalzo-Dobbiacco o sulla linea per Agordo ( scela forse piu coretta ). Sicuramente è un raccordo di un'azienda ma no so altro.
Giovanni
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Biagio
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Re: Quiz 80: dove siamo?

Messaggio da Biagio »

Se siamo in provincia di Belluno è la Saif. A intuito mi viene da pensare a un cementificio o fornace di calce.
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aln
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Re: Quiz 80: dove siamo?

Messaggio da aln »

E' la Bribano - Agordo, è la SAIF, ed è lo stabilimento raccordato della Calce Sois a Roe Alte (oppure Vignole?), frazione di Sedico.
Domenica 24 settembre 2017 alle ore 18.00 a Villa Patt (Sedico) sarà presentato un documentario sull'attività dello storico stabilimento di cui ancora oggi svettano ben visibili percorrendo l'Agordina i tre forni.
Corriere delle Alpi ha scritto:In un documentario rivive la storia de “La Calce Sois”
di Martina Reolon
BELLUNO. Un documentario per ricordare un’importante attività industriale che venne portata avanti in provincia di Belluno tra gli inizi del 1900 e il 1972. Ma anche per rendere omaggio a tutti coloro che vi lavorarono.
“La Calce Sois” - che sarà presentato domenica alle 18 al primo piano di Villa Patt di Sedico, nell’ambito della mostra mercato dei prodotti agricoli e lattiero caseari - è il nuovo lavoro dell’associazione culturale Belluno Ciak. Per la realizzazione ci sono voluti quattro mesi e, oltre alla parte operativa, è stata necessaria un’impegnativa ricerca.
«La proposta di realizzare questo documentario, della durata di 17 minuti, ci è arrivata dall’architetto Franco Frison, che avevamo già conosciuto anni fa, quando a Vignole erano state girate alcune scene del nostro film thriller “Dite - Il sesto cerchio”», spiega il regista Franco Fontana. «Frison è inoltre molto interessato alla storia e all’architettura industriale che caratterizzata la zona di Vignole».
Belluno Ciak ha quindi avviato una ricerca di notizie e testimonianze, raccolte anche dagli scritti di Gianni De Vecchi e Toni Sirena. «Ha poi fatto seguito la documentazione fotografica, recuperata grazie all’aiuto di privati cittadini, tra i quali la famiglia Mariani, discendente da fu Giovanni, il primo direttore dell’impianto di Vignole, che fu chiuso dalla Montecatini nel 1972», continua Fontana. «Il documentario parte dai primi del 1900, quando la società Calce Sois, fondata da Giuseppe De Lago, aprì lo stabilimento di Sois, dove tutt’ora ci sono i resti delle fornaci. Per arricchire il tutto abbiamo inserito una preziosa intervista a Sergio Bigio, ottantenne che da ragazzo lavorò a Vignole: ci ha raccontato che le donne portavamo il pranzo nelle gavette perché allora non c’era una pausa, ma si mangiava mentre si lavorava. I fastidi di rumorosità e inquinamento della polvere erano tollerati perché l’importante era avere un’occupazione».
L’attività industriale occupava a Sois circa 200 dipendenti. A Vignole, in seguito, un’ottantina, di cui 35 nella cava di Costalunga, dalla quale si estraeva la marna che veniva trasferita nello stabilimento con la teleferica, attraversando Orzes. «L’impianto fu trasferito a Vignole per la vicinanza con la ferrovia Bribano-Agordo», prosegue Fontana, «che agevolava i trasporti successivamente sviluppatisi su strada mediante i camion a gasogeno della ditta Buzzatti di Sedico».
In “La Calce Sois” le immagini storiche si fondono con quelle dei resti attuali, valorizzando i reperti di archeologia industriale. Fotografia e montaggio sono di Paolo Dal Pont. La grafica per riprodurre i macchinari, non più esistenti, è di Damiana Bonetta e Simone Mattiuz. Hanno poi collaborato per le riprese Michel A. Perez Navarro, Gianluca Cometto e Lodovico D’Incau.
«Una decina di imprese hanno contribuito economicamente alle spese del progetto», mette in risalto Fontana. «A loro va un ringraziamento, in quanto hanno capito che si tratta di un’opera di valorizzazione e conservazione della nostra storia. Tra l’altro, il documentario è dedicato a tutti coloro che lavorarono alla Calce Sois, in condizioni critiche (pensiamo a malattie professionali come la silicosi) e con una mole di impegno molto elevata».
Il giorno della presentazione a Sedico l’introduzione sarà a cura di Francesco Piero Franchi. Verranno anche proiettati il documentario “Dentro le miniere di Val Imperina”, su concessione del Parco, e “Giorno di mercato” di Luigi Fontana e Ivano Pocchiesa, restaurato da Belluno Ciak. «“La Calce Sois” sarà anche veicolato nelle scuole, per far conoscere ai più giovani la storia del nostro territorio», conclude Fontana. «Lo abbiamo già fatto con i lavori “Giorno di mercato” e “Ricordi e polvere - Latteria turnaria di Triches”». Il nuovo documentario, per cui Belluno Ciak ha realizzato un dvd, in edizione limitatissima, si può ordinare dal sito http://www.bellunociak.it o dalla pagina facebook.
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aln
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Re: Quiz 80: dove siamo?

Messaggio da aln »

Annotazioni dal documentario. Nei primi del '900 a Belluno in località Sois cominciò l'attività il primo stabilimento della Calce Sois, di cui ancor oggi si possono vedere i resti di tre forni verticali. La roccia proveniva da due cave nelle vicinanze attraverso una teleferica e una breve Decauville con carrelli spinti a mano. Lo stabilimento era collegato attraverso un'altra Decauville lunga poco meno di 4 km con la prima stazione ferroviaria di Belluno per il trasporto del carbone e forse del prodotto finito, lineadi cui ignoravo l'esistenza. Nel 1935 ci fu un passaggio di proprietà e questo stabilmento cesso l'attività.
Nel 1941 - 1942, anche su impulso di SADE, venne costruito il nuovo opificio a Roe Alte, a ridosso del binario SAIF dal quale arrivava tutto il carbone necessario. La pietra da cuocere arrivava dalla zona tra Sois, Bes e Orzes, attraverso una teleferica di circa 2 km, prima su sostegni di legno poi su sostegni di cemento e di funzionamento più moderno. Nel 1952 venne ampliato il capannone. Nel 1964 venne costruito il terzo forno, sul sedime del binario raccordato (la Bribano - Agordo cessò nel 1955). Nel 1972 lo stabilimento divenne proprietà della Montecatini, che lo chiuse poco dopo.
Un bel lavoro alla portata di tutti che ricorda un altro tassello di un mosaico industriale bellunese tanto straordinario quanto poco conosciuto e studiato, composto dalla Calce Sois appunto e dall'attività mineraria della Valle Imperina, dalla Montecatini anche con lo stabilimento per l'ammoniaca e la centrale idroelettrica di Sass Muss.
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