Stazione di Perarolo e dintorni..

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e550
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

GiorgioXT ha scritto:Paolo, mi avevi fatto venire dei dubbi sulla mia conoscenza di Perarolo … :wink:
Devo elencarti, metro per metro di progressiva, quanti chilometri di tiranti, quante centinaia se non migliaia di metri cubi di cemento, quanti ettari di reti e quante migliaia di metri di pali hanno ficcato a valle, sul tracciato, a monte della linea nel tratto Perarolo stazione - galleria S. Andrea?
Quanto hanno tribolato per tenere in sagoma la galleria Perarolo (basta vedere che cosa hanno fatto questa primavera), quanto hanno fresato la "Cidolo" per far passare la sagoma, quanti pendoli d'allarme (normali e invertiti, in bagno d'olio e a secco) hanno installato a partire dal 1962 nella zona della "Busa del Cristo"?
Quanti vetrini spia ci sono sul muraglione della variante della Busa del Cristo, o quante canalette di drenaggio...
A casa mia c'è uno che ha iniziato a lavorare da ragazzino in quella zona, portando sulle spalle gli anziani ingegneri FS durante i sopralluoghi per i collaudi, e quando è andato in pensione la ditta in cui era aveva ancora dei cantieri da quelle parti, ovvero la preparazione di M. Zucco nuova.

Vai su, all'altezza del PL pedonale sopra Perarolo, e prova a pensare se lì si può ficcare una stazione, sopra un pendio in lentissimo scivolamento e rotazione verso valle per l'idratazione della formazione gessosa sottostante... un pendio in pendenza tra il 50 e il 100% fatto di sfasciume detritico incoerente...

Chi ha pensato quella ferrovia non era scemo, e all'epoca la progettazione non la facevano guardando google maps, ma andando sul posto e scarpinando su e giù per trovare il posto adatto per passare.
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GiorgioXT
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Paolo, le frane che citi (e molte le ho viste) sono esattamente quelle segnate sulla mappa; questo per me conferma la mia ipotesi che la posizione della stazione sia dovuta anche ad esigenze industriali-commerciali.
La posizione possibileche ho sempre citato , non è sopra l'abitato , ma prima , e non farebbe differenza con l'attuale dal punto di vista frane.

Il PL pedonale che citi, è quello della mulattiera Perarolo-Dubiea, che veniva praticamente rifatta ad ogni primavera per permettere l'accesso all'altipiano - una volta prateria estesissima al punto che veniva montata una teleferica per portare il fieno alla stazione dove caricata su treni speciali veniva spedita in pianura .

La crescita incontrollata e malata del bosco nel dopoguerra ha certamente peggiorato le situazioni di instabilità.

Ho trovato un link con delle belle immagini della teleferica Perarolo Venas
http://www.vallevenasdicadore.it/WebGal ... erica.html
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Biagio
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da Biagio »

GiorgioXT ha scritto:Ho trovato un link con delle belle immagini della teleferica Perarolo Venas
http://www.vallevenasdicadore.it/WebGal ... erica.html
Foto bellissime! Chissà che cos'era quella specie di VV che sembra quasi incisa o grattata sulle foto?
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aln
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Quel "VV" che immagino stia per Valle e Venas serve per evitare lapratica, molto diffusa in rete, del furto delle immagini.

La stazione di Perarolo è stata realizzata là dove si trova tutt'ora perché quello era il luogo più opportuno. Farla in centro al paese, a fondovalle, era sconsigliato non tanto per la presenza dei depositi di legname (impedimento che una ferrovia statale caldamente richiesta dall'esercito poteva facilmente superare), quanto per il fatto che:
- si sarebbe trattato di occupare l'alveo della Piave e della Boite, cosa che una volta si cercava di evitare per evidenti motivi;
- non ci sarebbe stato abbastanza spazio... la stazione di Perarolo è lunga qualcosa più di 400 m e sono quasi tutti in rettifilo;
- il proseguimento verso nord sarebbe diventato quasi impossibile o estremamente più oneroso. E' vero che alcune primissime idee sul tracciato lo immaginavano in sinistra idrografica fino al paese, poi in destra Piave e subito una galleria elicoidale... ma per fortuna non si sono messi a scavare una cosa del genere nello stesso famigerato terreno della Busa del Cristo!!! E comunque si sarebbe trattato di superare un dislivello di circa 100 m (vado a memoria, piazza di Perarolo quota 520 m slm circa, ex stazione di S. Andrea 620 m slm circa) nello spazio di pochi passi. Come? Con la pendenza massima del 25 °/oo ? Questo rapporto allora non veniva adottato per una lunga galleria, dove ci si limitava al 18 - 20 °/oo . Quindi questo ipotetico elicoidale in galleria avrebbe dovuto avere un'estesa di oltre 4 chilometri. E, guarda caso, 4 chilometri circa, anzi un poco meno, è l'estesa del tornante di Perarolo, vale a dire la "divagazione" della linea in Val Boite fatta per poter risalire la Valle della Piave, mica per andare a fare un giretto turistico sul ponte di Landwasser de noantri (cit.) e così quasi un secolo dopo far contento l'amico nippone (cit.).

Analogo discorso per l'ubicazione della stazione di Ospitale. Anche qui come sarebbe stato possibile farla più vicina al paese? O realizzandola a fondovalle, in alveo, come è stato fatto tanti anni dopo per la variante dell'Alemagna (ma ne riparleremo il giorno dopo di un'altra alluvione come quella del '966... quindi spero di non doverne parlare mai). O realizzandola lungo il tracciato attuale, vale a dire tra due gallerie molto vicine, in curva e controcurva e per circa metà in viadotto (Val Bona). Anche qui, non ci siamo.

Quella dei treni speciali di fieno da Perarolo alla pianura è la prima volta che la sento, eppure a Perarolo sono quasi di casa.

La regina Margherita villeggiò a Perarolo nel 1881 e nel 1882, non nel 1905.
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e550
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

aln ha scritto:Quella dei treni speciali di fieno da Perarolo alla pianura è la prima volta che la sento, eppure a Perarolo sono quasi di casa.
Se lo dici tu ti credo, visto che consci la zona molto meglio di me ehai fonti dirette e molto preparate; io ho inziato a frequentarla più tardi, con minore frequenza e magari prestando attenzione ad altri aspetti.
Nondimeno anch'io, presuntuosamente, penso di conoscerla a sufficienza per poter dire quello che ho detto.
Poi ci sono altre persone che, comodamente sedute nel loro studio ubicato in tutt'altro luogo, si vantano di conoscere per filo e per segno le cose.
E, neanche tanto velatamente, si permettono pure di sfotterti con atteggiamenti provocatori.
A ben guardare si capisce che molte delle cose che asseriscono sono state astutamente rubacchiate in giro, in fondo non è difficile trovare informazioni su qualsiasi cosa (o quasi).
Però... osservo che fin che si tratta di propagandare aria fritta, o poco più, sono insospettabilmente loquaci; quando si chiede di formulare un discorso concreto, realistico e fattibile, stranamente zittiscono.
Perché?
Perché aspettano che la soluzione gliela forniamo noi... è una strategia piuttosto vecchia e assai perfida, in questa declinazione in sostanza un perfetto ignorante diventa, grazie agli esperti che stanno al gioco, un guru preparatissimo, almeno finché può guidare il discorso; un parassita, insomma.
Ne ho conosciute svariate di persone fatte così, fin che sono riuscite a vendere aria fritta sono rimaste sulla cresta dell'onda, quando il vento è cambiato, hanno fatto una brutta fine.
Come quella dei parassiti, una volta scoperti.
Te lo ricordi il macchinista, capotreno di regionale, intercity, frecciarossa, espresso, cuccette, che vantava parentele, conoscenze eccetera eccetera...? ecco, non è solo.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

E poi ci sono quelli per cui delle proposte o idee diverse sono provocazioni, attacchi personali , Preferiscono attaccare invece di confrontarsi.

Per chi legge il Forum , tranquilli, non è questione legata alla storia della stazione di Perarolo, ma nata altrove e riguarda una questione diversa.

Paolo ed Alessandro, non preoccupatevi, io resto della mia opinione che le posizioni delle stazioni fossero legate anche all'importanza dell'industria del legno , non potevano essere fatte a fondovalle soprattutto perché la linea poteva passare solo a mezza costa le gole di Castellavazzo ed Ospitale , all'epoca della costruzione della ferrovia le teleferiche erano già in uso, e quindi non era un problema arrivare vicino ai piani caricatori- al Museo del Cidolo c'è un bel filmato dell'Istituto Luce degli anni 30 proprio sulla fluitazione , le segherie idrauliche sul Piave e loro collegamento con la ferrovia

sul fieno di Dubiea e la sua spedizione per ferrovia non sono abbastanza anziano per averlo visto, ma la cosa è riportata da diverse fonti, appena torno in Cadore le recupero e ve li posto.
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aln
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Sabato curerò personalmente una spedizione di fieno a Perarolo! Non potendo ambire ad organizzare un treno merci speciale (cit.), mi limiterò a un bagaglio a mano in franchigia. Tra l'altro sono andato a vedere nell'apposita Istruzione (edizione 1955 aggiornata 1967 e ristampata 1970) se e come fosse stato possibile trasportare per ferrovia una merce pericolosa come questa. Sì, era possibile, solo su carri scoperti muniti di copertoni, con tre carri scudo per distanziarli dalla locomotiva, con altre particolari attenzioni anche per la giacenza nelle stazioni che doveva avvenire in binari lontani da quelli percorsi dalle locomotive.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Come promesso, ho trovato una delle fonti di quello che affermo : è a pag.48 della guida "Escursioni, Cadore oltrechiusa e centro cadore" di Carlo Rubini.

Tenuto conto che fino alla secondo dopoguerra (ed alla quantità di mezzi lasciati dagli Alleati) il grosso dei trasporti era via treno - per fare un esempio (da R. Tabacchi "omin e macchine ad aga" che cita S. De Vecchi , 1991) " nell'anno 1929 nella stazione di Calalzo vennero caricati più di 1200 vagoni merci solo di legname, per oltre 35.000 m3" , ho provato a calcolare se il fieno dei piani di Dubiea poteva essere una quantità che giustificasse una teleferica ed il trasporto in treno .
La risposta è si, perché la superficie sfalciata poteva variare ma non era comunque meno di 70-80 ettari, fatta una resa prudenziale di 20 qli/ha , sono 140 tonnellate di fieno , quantità che giustifica anche la venuta dei "segantini trevigiani" per tagliarlo (probabilmente in una unica soluzione) e che come volume poteva andare dai 2500 metri cubi in partenza dall'altipiano (escludo che possano aver portato lassù una pressa) ai 550/800 m3 una volta pressati , magari vicino alla stazione di Perarolo dove una trattrice con la sua imballafieno poteva arrivare

Forse non avranno giustificato un treno specifico, ma a 4 o 5 vagoni chiusi per volta, insieme ai vagoni aperti per il legno più di qualche viaggio lo hanno fatto.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Dai treni merci speciali sei passato a qualche carro (chiuso?). Poi non credo serva nemmeno commentare il ragionamento "se a Calalzo spedivano legname allora a Dubiea falciavano e quindi a Perarolo spedivano fieno".
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

Credo che non sia chiaro, neanche un po', come funzionasse l'agricoltura di montagna un tempo.
Non spostavano il fieno, dove possibile, ma le bestie, visto che erano "automotrici" e pure "4x4".
Mai stati al Piano di Dubiea e dintorni? Mai notato i ruderi di casere in località Tabià?
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Io le fonti le ho riportate, probabilmente in archivio comunale a Perarolo ci sarà traccia della teleferica.

L'esempio di Calalzo è importante, perché proprio dopo le brentane ripetute degli anni 20 le segherie ad acqua di Perarolo vennero abbandonate , e la produzione spostata a Calalzo , vicinanza al treno e disponibilità di elettricità. Se sono stati spediti 1200 vagoni da lì nel 1929, da Perarolo nel 1920 di sicuro non sono stati 100…

Sul numero dei vagoni per il fieno , fatevi il conto di quanti carri F servono per spedire un migliaio di metri cubi … e non è che il fieno si conservi per parecchio tempo, ancor oggi i camion di balle viaggiano per un periodo limitato,

Ultima annotazione, a Dubiea casere ce n'erano (diverse bruciate dai tedeschi nel '44) come anche tabià di taglialegna, perché è sempre stata zona di coltivazione ed esbosco, c'è ancor ora una teleferica piuttosto grande che attraversa la valle dai piani a Valle di Cadore, che porta il legname alla segheria Hofer. Non ricordo invece tracce di grandi stalle come per esempio quelle di casera Baion , Misurina o Rinfreddo.

Conclusione : escludere che la stazione di Perarolo abbia avuto un traffico merci importante dall'arrivo della ferrovia agli anni '30 è una affermazione molto poco verosimile.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Pur con tutta la simpatia che posso avere per uno come te, mostrandoti un cartellino giallo ti invito a smetttere di arrampicarti sugli specchi e inventarti cose.

Checchè tu ne dica l'esempio del legname di Calalzo non c'entra nulla con il caso del fieno di Perarolo. Poi, cosa vuol dire che a Dubiea non c'erano grandi stalle? Se si applicasse il tuo stesso ragionamento alla catena del Cesen - Visentin - Faverghera (qualche decina di chilometri quadri di prati stabili senza grandi stalle fino a pochi anni fa), allora si dovrebbe sostenere che dalle stazioni del circondario partissero migliaia e migliaia di carri carichi di fieno? Allora pensa te che stupidi erano i nostri antenati: invece di fare i soldi vendendo fieno alla pianura, andavano in montagna per tutta l'estate con qualche bestia, ci facevano il formaggio, e mettevano da parte del fieno per l'inverno.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

GiorgioXT ha scritto:Sul numero dei vagoni per il fieno , fatevi il conto di quanti carri F servono per spedire un migliaio di metri cubi … e non è che il fieno si conservi per parecchio tempo, ancor oggi i camion di balle viaggiano per un periodo limitato,
Hai mai fatto fieno? Hai mai avuto una stalla con le vacche? Io si. (magari avessimo avuto anche solo la metà di quella "resa prudenziale di 2 tonnellate/ettaro", con i prati a 500 m di quota che i miei coltivavano a foraggio avremmo potuto mantenere non due misere vacche ma una bella mandria e contare su un discreto reddito supplementare!!!)
Certo che dura poco, il fieno, cribbio!
Le vacche se lo mangiano, e deve durare giusto per l'inverno, se fai male i conti rischi pure che non ti basti.

Ad ogni modo non capisco dove si voglia parare con queste discussioni, che non sono pertinenti se non per l'esilissimo filo che lega il discorso con la stazione di Perarolo e il suo traffico merci, vero o presunto, di cui sappiamo quel che sappiamo e probabilmente non potremo sapere di più, a meno che non si trovi l'archivio con i bollettini di spedizione di quella stazione.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da Antonio La Quaglia »

Mi sono parecchio divertito a seguire questa polemica, il fatto che il primo venuto possa sparare qualsiasi cosa è vantarsi di conoscenze ed esperienze che non ha è il sintomo chiaro di quanto stiamo messi male in Italia. Le idee sono cose buone e giuste, ed ognuno ha diritto di esprimere le proprie, mettendo però in conto che se dice delle idiozie sarà preso giustamente per un idiota. Anche l'inventore del metodo stamina continua a dire che le sue cure sono efficaci, ma la comunità scientifica all'unanimità gli dice che sono solo cavolate, io credo alla comunità scientifica. E se lui è un medico preparato, Vanna Marchi è un premio Nobel 8.)
Io non credo che Paolo ed Alessandro abbiano ragione, SO che hanno ragione!
La stazione ferroviaria di Perarolo è stata costruita li perchè era l'unico posto possibile, quanto ai carri carichi di fieno, è una panzana incredibile, anche perchè forse a qualcuno è sfuggito che era ed è ancor oggi il bestiame a seguire il cibo (ma sentito parlare di alpeggio?) e non il contrario. Infatti i piani di Dubiea si popolavano di bestiame, non andavano certo a prendere l'erba trasformata in fieno per portarla a Perarolo e farla partire in treno.
Comunque tutti possono dire la loro, anche sostenere che la stazione è stata edificata li perchè ai vertici di un triangolazione di forze di magia bianca, o nera, o perchè era più comoda per gli alieni, e che i carri servivano a portare via gli extraterrestri (avete notato? Area 51 negli Usa, statale 51 a Perarolo, non può essere una coincidenza!).
O magari sui carri si trasportavano vipere (molto abbondanti nella zona) per preparare delle armi chimiche... 8.)
Come capostazione di Piovarolo dal 1922 pensavo di conoscere la mia stazione, ma evidentemente mi sbagliavo... :lol:
Con l'avvento dell'elettrificazione, i treni parvero fuggire ancor più veloci da Piovarolo, e poi, che gusto c'era con quelle due povere corse dell'accellerato, dalle quali, oltretutto, non scendeva mai nessuno...
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

Antonio La Quaglia ha scritto:La stazione ferroviaria di Perarolo è stata costruita li perchè era l'unico posto possibile, (...) sentito parlare di alpeggio?
Che ci vuoi fare, certe cose le dicevano già i Belumàt molti e molti anni fa.

Piuttosto, del tutto fuori tema, c'è ancora l'eremita ai piani di Dubiea?
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