Stazione di Perarolo e dintorni..

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e550
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

Penso per queste ragioni:
1- la ferrovia era di preminente interesse militare, pertanto la collocazione delle stazioni per servire alle zone con attività "industriale" era di relativa se non nulla importanza;
2- in quel posto c'era (c'è) spazio ed era (è) facilmente raggiungibile dalla strada;
3- più a monte non c'era (non c'è) spazio, la strada era (è) molto più in basso e si è già al 25 per mille di pendenza, sulla rampa obbligata per salire a Calalzo;
4- quel punto era al coperto rispetto al tiro delle artiglierie austriache piazzate nella valle del Boite;
5- per la maggiore stabilità del terreno dove vi è la stazione;
6- per la logistica militare venne costruita una teleferica che dalla stazione si portava con un primo tronco sopra Perarolo sul versante sinistro, più o meno all'altezza della confluenza Piave-Boite, e un secondo tronco da lì raggiungeva la media valle del Boite per rifornire il fronte, il punto esatto di arrivo ora come ora non lo ricordo. Uno dei sostegni della teleferica era piantato proprio in mezzo alla piazza del paese, dove oggi c'è il parcheggio, e la teleferica sorvolava Perarolo con entrambi i tronchi.
A monte del paese, sulla sinistra Piave, dove oggi sono piantati i tralicci delle linee a 132 kV, non solo ci sono i resti dei basamenti delle stazioni intermedie e i plinti dei sostegni, ma vi è pure traccia della strada che le raggiungeva, staccandosi dalla strada Perarolo - Caralte.
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GiorgioXT
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

La teleferica di guerra arrivava a Venas, con una diramazione che arrivava in cima al Monte Rite
una ipotesi del tracciato potrebbe esser questa
Immagine

Da Venas partiva una decauville militare a scartamento 600 mm posata lungo la statale che arrivava a Zuel grosso modo dove adesso c'è la zona artigianale, perché coperta agli osservatori austriaci .

Sui tuoi punti rispondo :
1- la Ferrovia è nata con scopo strategico, ma non come ferrovia militare, i cadorini hanno spinto , supplicato per una 30ina di anni almeno per avere un collegamento ferroviario, Perarolo allora era uno dei centri più importanti, che dava persino un senatore (Lazzaris) nel cui palazzo era venuta a soggiornare la Regina Margherita per due stagioni intorno al 1905.

Quindi le esigenze militari sono sicuramente state prioritarie ma non esclusive . anche perché
2- il dislivello fra strada e ferrovia è pressoché eguale per altri 3-4 km. la stazione è raggiunta da una strada che fa due tornanti, aggiungerne un terzo non sarebbe stato un grande problema.
3-La scarpata diventa più ripida poco prima del cimitero di Perarolo (dove passava la strada romana, più alta rispetto al fiume di quella di Alemagna)
4- Nemmeno l'abitato di Perarolo è visibile (=colpibile nel 1915) da osservatori austriaci , per pensare all'importanza degli osservatori, gli Italiani nel inverno 1915 riuscirono a conquistare il Cristallino e la punta a nord della "piramide Carducci" sul Monte Piana , da lì riuscivano a dirigere il tiro sulla ferrovia della Pusteria a Dobbiaco con notevole efficacia, tanto che gli I.R. dovettero realizzare una lunga deviazione e rinunciare all'uso della stazione di Dobbiaco perché sotto tiro…
5- la stabilità non è male da Fontanelle verso nord.

Probabilmente una somma di ragioni, militari ed economiche hanno portato al posizionamento lì.

Comunque è difficile adesso immaginare che tutta la valle del Piave da Perarolo a Termine era diventata dal 1700 in poi una delle zone industriali più importanti del veneto , con oltre 60 stabilimenti/segherie ad acqua che occupavano migliaia di lavoratori…

PS. è difficile trovare informazioni sulle teleferiche italiane militari , si dovrebbe cercare negli archivi austriaci, perché loro grazie ad un servizio informazioni eccellente conoscevano tutto di noi ..
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Dimenticanza : diverse fonti citano il termine della teleferica a Peaio , cosa possibile; io credo però che il terminale originario fosse a Venas , questo per due motivi :
-La decauville arrivava ben oltre Peaio, prova ne è una foto di locomotive e vagoni fatti precipitare lungo la scarpata del Ruvinian per non lasciarli agli Austriaci nella ritirata dopo Caporetto
- Venas aveva senso perché era il punto cardine della difesa pre-1915, con i forti di Pian da l'Antro e Monte Rite

Il terminal a Peaio forse è stato realizzato successivamente. quando si vide che il fronte era molto più lontano della frontiera.

Tutta la strategia Italiana era basata sulla difensiva verso l'Austria , allora vera potenza industriale contro di noi , che eravamo una nazione sottosviluppata. Nessuno nello stato maggiore ha immaginato che gli Austriaci si sarebbero ritirati allo scoppio invece di attaccare … se Cadorna avesse attaccato sulle alpi nel primo mese la guerra e la storia avrebbero probabilmente avuto un andazzo molto diverso.
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e550
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

GiorgioXT ha scritto:
Quindi le esigenze militari sono sicuramente state prioritarie ma non esclusive . anche perché
2- il dislivello fra strada e ferrovia è pressoché eguale per altri 3-4 km. la stazione è raggiunta da una strada che fa due tornanti, aggiungerne un terzo non sarebbe stato un grande problema.
3-La scarpata diventa più ripida poco prima del cimitero di Perarolo (dove passava la strada romana, più alta rispetto al fiume di quella di Alemagna)
5- la stabilità non è male da Fontanelle verso nord.
Sinceramente, comincio a dubitare che tu conosca sufficientemente la zona di Perarolo.
Specialmente per quanto riguarda il punto 5.

2- la SS51 scende non poco tra Macchietto e Perarolo, la ferrovia è circa in piano e poi sale subito al 25%o per affrontare la rampa per Calalzo.

3- dopo la stazione di Perarolo c'è a malapena posto per la ferrovia;

5- dopo la stazione di Perarolo si entra nella zona geologicamente più disgraziata e instabile che ci sia nel bellunese, in assoluto.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

e550 ha scritto:
Sinceramente, comincio a dubitare che tu conosca sufficientemente la zona di Perarolo.
Specialmente per quanto riguarda il punto 5.

2- la SS51 scende non poco tra Macchietto e Perarolo, la ferrovia è circa in piano e poi sale subito al 25%o per affrontare la rampa per Calalzo.

3- dopo la stazione di Perarolo c'è a malapena posto per la ferrovia;

5- dopo la stazione di Perarolo si entra nella zona geologicamente più disgraziata e instabile che ci sia nel bellunese, in assoluto.
Mah ! a memoria mi ricordavo frane a Perarolo, ma non nel tratto di cui stiamo parlando. Allora sono andato a vedermi il PCN con il suo catalogo delle frane , e questo viene fuori :

Immagine
le aree bianche puntinate sono quelle a franosità diffusa, le aree colorate in pieno sono le frane poligonali accadute e registrate, i punti rossi sono i punti identificativi dei fenomeni franosi.
Non pare che sia peggio la zona a nord (prima del cimitero) rispetto alla posizione attuale, pure lei in una zona di franosità diffusa.

2- la stazione è a quota 561,1 , il bivio per la stazione sulla SS51 è a quota 543,5 la ferrovia sale di 13,4 metri fino a 572,5 la strada scende di 13,8 metri alla stessa altezza . la differenza raddoppia, ma sono pur sempre meno di 43 metri di dislivello, giusto un tornante in più ed una rampa della stessa lunghezza di quella attuale basterebbe.

3- la stazione è stata ricavata per sbancamento e riempimento , con muri di sostegno; la stazione stessa è edificata un piano sotto quello del ferro, due o tre km più avanti sarebbe cambiato poco o nulla.

Paolo, mi avevi fatto venire dei dubbi sulla mia conoscenza di Perarolo … :wink:
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

GiorgioXT ha scritto:Paolo, mi avevi fatto venire dei dubbi sulla mia conoscenza di Perarolo … :wink:
Devo elencarti, metro per metro di progressiva, quanti chilometri di tiranti, quante centinaia se non migliaia di metri cubi di cemento, quanti ettari di reti e quante migliaia di metri di pali hanno ficcato a valle, sul tracciato, a monte della linea nel tratto Perarolo stazione - galleria S. Andrea?
Quanto hanno tribolato per tenere in sagoma la galleria Perarolo (basta vedere che cosa hanno fatto questa primavera), quanto hanno fresato la "Cidolo" per far passare la sagoma, quanti pendoli d'allarme (normali e invertiti, in bagno d'olio e a secco) hanno installato a partire dal 1962 nella zona della "Busa del Cristo"?
Quanti vetrini spia ci sono sul muraglione della variante della Busa del Cristo, o quante canalette di drenaggio...
A casa mia c'è uno che ha iniziato a lavorare da ragazzino in quella zona, portando sulle spalle gli anziani ingegneri FS durante i sopralluoghi per i collaudi, e quando è andato in pensione la ditta in cui era aveva ancora dei cantieri da quelle parti, ovvero la preparazione di M. Zucco nuova.

Vai su, all'altezza del PL pedonale sopra Perarolo, e prova a pensare se lì si può ficcare una stazione, sopra un pendio in lentissimo scivolamento e rotazione verso valle per l'idratazione della formazione gessosa sottostante... un pendio in pendenza tra il 50 e il 100% fatto di sfasciume detritico incoerente...

Chi ha pensato quella ferrovia non era scemo, e all'epoca la progettazione non la facevano guardando google maps, ma andando sul posto e scarpinando su e giù per trovare il posto adatto per passare.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Paolo, le frane che citi (e molte le ho viste) sono esattamente quelle segnate sulla mappa; questo per me conferma la mia ipotesi che la posizione della stazione sia dovuta anche ad esigenze industriali-commerciali.
La posizione possibileche ho sempre citato , non è sopra l'abitato , ma prima , e non farebbe differenza con l'attuale dal punto di vista frane.

Il PL pedonale che citi, è quello della mulattiera Perarolo-Dubiea, che veniva praticamente rifatta ad ogni primavera per permettere l'accesso all'altipiano - una volta prateria estesissima al punto che veniva montata una teleferica per portare il fieno alla stazione dove caricata su treni speciali veniva spedita in pianura .

La crescita incontrollata e malata del bosco nel dopoguerra ha certamente peggiorato le situazioni di instabilità.

Ho trovato un link con delle belle immagini della teleferica Perarolo Venas
http://www.vallevenasdicadore.it/WebGal ... erica.html
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Biagio
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da Biagio »

GiorgioXT ha scritto:Ho trovato un link con delle belle immagini della teleferica Perarolo Venas
http://www.vallevenasdicadore.it/WebGal ... erica.html
Foto bellissime! Chissà che cos'era quella specie di VV che sembra quasi incisa o grattata sulle foto?
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aln
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Quel "VV" che immagino stia per Valle e Venas serve per evitare lapratica, molto diffusa in rete, del furto delle immagini.

La stazione di Perarolo è stata realizzata là dove si trova tutt'ora perché quello era il luogo più opportuno. Farla in centro al paese, a fondovalle, era sconsigliato non tanto per la presenza dei depositi di legname (impedimento che una ferrovia statale caldamente richiesta dall'esercito poteva facilmente superare), quanto per il fatto che:
- si sarebbe trattato di occupare l'alveo della Piave e della Boite, cosa che una volta si cercava di evitare per evidenti motivi;
- non ci sarebbe stato abbastanza spazio... la stazione di Perarolo è lunga qualcosa più di 400 m e sono quasi tutti in rettifilo;
- il proseguimento verso nord sarebbe diventato quasi impossibile o estremamente più oneroso. E' vero che alcune primissime idee sul tracciato lo immaginavano in sinistra idrografica fino al paese, poi in destra Piave e subito una galleria elicoidale... ma per fortuna non si sono messi a scavare una cosa del genere nello stesso famigerato terreno della Busa del Cristo!!! E comunque si sarebbe trattato di superare un dislivello di circa 100 m (vado a memoria, piazza di Perarolo quota 520 m slm circa, ex stazione di S. Andrea 620 m slm circa) nello spazio di pochi passi. Come? Con la pendenza massima del 25 °/oo ? Questo rapporto allora non veniva adottato per una lunga galleria, dove ci si limitava al 18 - 20 °/oo . Quindi questo ipotetico elicoidale in galleria avrebbe dovuto avere un'estesa di oltre 4 chilometri. E, guarda caso, 4 chilometri circa, anzi un poco meno, è l'estesa del tornante di Perarolo, vale a dire la "divagazione" della linea in Val Boite fatta per poter risalire la Valle della Piave, mica per andare a fare un giretto turistico sul ponte di Landwasser de noantri (cit.) e così quasi un secolo dopo far contento l'amico nippone (cit.).

Analogo discorso per l'ubicazione della stazione di Ospitale. Anche qui come sarebbe stato possibile farla più vicina al paese? O realizzandola a fondovalle, in alveo, come è stato fatto tanti anni dopo per la variante dell'Alemagna (ma ne riparleremo il giorno dopo di un'altra alluvione come quella del '966... quindi spero di non doverne parlare mai). O realizzandola lungo il tracciato attuale, vale a dire tra due gallerie molto vicine, in curva e controcurva e per circa metà in viadotto (Val Bona). Anche qui, non ci siamo.

Quella dei treni speciali di fieno da Perarolo alla pianura è la prima volta che la sento, eppure a Perarolo sono quasi di casa.

La regina Margherita villeggiò a Perarolo nel 1881 e nel 1882, non nel 1905.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da e550 »

aln ha scritto:Quella dei treni speciali di fieno da Perarolo alla pianura è la prima volta che la sento, eppure a Perarolo sono quasi di casa.
Se lo dici tu ti credo, visto che consci la zona molto meglio di me ehai fonti dirette e molto preparate; io ho inziato a frequentarla più tardi, con minore frequenza e magari prestando attenzione ad altri aspetti.
Nondimeno anch'io, presuntuosamente, penso di conoscerla a sufficienza per poter dire quello che ho detto.
Poi ci sono altre persone che, comodamente sedute nel loro studio ubicato in tutt'altro luogo, si vantano di conoscere per filo e per segno le cose.
E, neanche tanto velatamente, si permettono pure di sfotterti con atteggiamenti provocatori.
A ben guardare si capisce che molte delle cose che asseriscono sono state astutamente rubacchiate in giro, in fondo non è difficile trovare informazioni su qualsiasi cosa (o quasi).
Però... osservo che fin che si tratta di propagandare aria fritta, o poco più, sono insospettabilmente loquaci; quando si chiede di formulare un discorso concreto, realistico e fattibile, stranamente zittiscono.
Perché?
Perché aspettano che la soluzione gliela forniamo noi... è una strategia piuttosto vecchia e assai perfida, in questa declinazione in sostanza un perfetto ignorante diventa, grazie agli esperti che stanno al gioco, un guru preparatissimo, almeno finché può guidare il discorso; un parassita, insomma.
Ne ho conosciute svariate di persone fatte così, fin che sono riuscite a vendere aria fritta sono rimaste sulla cresta dell'onda, quando il vento è cambiato, hanno fatto una brutta fine.
Come quella dei parassiti, una volta scoperti.
Te lo ricordi il macchinista, capotreno di regionale, intercity, frecciarossa, espresso, cuccette, che vantava parentele, conoscenze eccetera eccetera...? ecco, non è solo.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

E poi ci sono quelli per cui delle proposte o idee diverse sono provocazioni, attacchi personali , Preferiscono attaccare invece di confrontarsi.

Per chi legge il Forum , tranquilli, non è questione legata alla storia della stazione di Perarolo, ma nata altrove e riguarda una questione diversa.

Paolo ed Alessandro, non preoccupatevi, io resto della mia opinione che le posizioni delle stazioni fossero legate anche all'importanza dell'industria del legno , non potevano essere fatte a fondovalle soprattutto perché la linea poteva passare solo a mezza costa le gole di Castellavazzo ed Ospitale , all'epoca della costruzione della ferrovia le teleferiche erano già in uso, e quindi non era un problema arrivare vicino ai piani caricatori- al Museo del Cidolo c'è un bel filmato dell'Istituto Luce degli anni 30 proprio sulla fluitazione , le segherie idrauliche sul Piave e loro collegamento con la ferrovia

sul fieno di Dubiea e la sua spedizione per ferrovia non sono abbastanza anziano per averlo visto, ma la cosa è riportata da diverse fonti, appena torno in Cadore le recupero e ve li posto.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da aln »

Sabato curerò personalmente una spedizione di fieno a Perarolo! Non potendo ambire ad organizzare un treno merci speciale (cit.), mi limiterò a un bagaglio a mano in franchigia. Tra l'altro sono andato a vedere nell'apposita Istruzione (edizione 1955 aggiornata 1967 e ristampata 1970) se e come fosse stato possibile trasportare per ferrovia una merce pericolosa come questa. Sì, era possibile, solo su carri scoperti muniti di copertoni, con tre carri scudo per distanziarli dalla locomotiva, con altre particolari attenzioni anche per la giacenza nelle stazioni che doveva avvenire in binari lontani da quelli percorsi dalle locomotive.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

Messaggio da GiorgioXT »

Come promesso, ho trovato una delle fonti di quello che affermo : è a pag.48 della guida "Escursioni, Cadore oltrechiusa e centro cadore" di Carlo Rubini.

Tenuto conto che fino alla secondo dopoguerra (ed alla quantità di mezzi lasciati dagli Alleati) il grosso dei trasporti era via treno - per fare un esempio (da R. Tabacchi "omin e macchine ad aga" che cita S. De Vecchi , 1991) " nell'anno 1929 nella stazione di Calalzo vennero caricati più di 1200 vagoni merci solo di legname, per oltre 35.000 m3" , ho provato a calcolare se il fieno dei piani di Dubiea poteva essere una quantità che giustificasse una teleferica ed il trasporto in treno .
La risposta è si, perché la superficie sfalciata poteva variare ma non era comunque meno di 70-80 ettari, fatta una resa prudenziale di 20 qli/ha , sono 140 tonnellate di fieno , quantità che giustifica anche la venuta dei "segantini trevigiani" per tagliarlo (probabilmente in una unica soluzione) e che come volume poteva andare dai 2500 metri cubi in partenza dall'altipiano (escludo che possano aver portato lassù una pressa) ai 550/800 m3 una volta pressati , magari vicino alla stazione di Perarolo dove una trattrice con la sua imballafieno poteva arrivare

Forse non avranno giustificato un treno specifico, ma a 4 o 5 vagoni chiusi per volta, insieme ai vagoni aperti per il legno più di qualche viaggio lo hanno fatto.
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

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Dai treni merci speciali sei passato a qualche carro (chiuso?). Poi non credo serva nemmeno commentare il ragionamento "se a Calalzo spedivano legname allora a Dubiea falciavano e quindi a Perarolo spedivano fieno".
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Re: Stazione di Perarolo e dintorni..

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Credo che non sia chiaro, neanche un po', come funzionasse l'agricoltura di montagna un tempo.
Non spostavano il fieno, dove possibile, ma le bestie, visto che erano "automotrici" e pure "4x4".
Mai stati al Piano di Dubiea e dintorni? Mai notato i ruderi di casere in località Tabià?
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