"La ferrovia Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi"(cop
Moderatore: TreniBelluno Staff
"La ferrovia Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi"(cop
Cari amici,
dopo lunga trepidante attesa oggi ho ricevuto la ristampa anastatica
del volumetto "La Ferrovia Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi".
Anzitutto ne consiglio l'acquisto non solo agli appassionati di storia ferroviaria,
ma anche ai ferromodellisti, in quanto il libello contiene due
tavole in grande formato con disegni quotati del ponte sul Piave di Cadola,
nonchè del meno noto ma più spettacolare viadotto sul Meschio poco a
Nord di VV.
La terza tavola, che è la cosa migliore di tutto il libro, è un grafico planoaltimetrico
della linea molto dettaggliato e di fattura anni '30, veramente bello.
(darei non so cosa per avere quello della Treviso-Calalzo- eppure deve esserci da qualche
parte!)
La breve scorsa che ho dato al testo mi permette di appurare alcuni dubbi che io ed
altri appassionati avevamo:
-La "bretella Mussolini" di Ponte nelle Alpi che avrebbe consentito l'istradamento Cadola-Faè
senza inversione non è mai stata armata: si legge che nel '38 venne approntata
la sede, tuttavia il binario non venne mai posato.
Secondo me la posa era in definitiva subordinata ad interessi militari: poichè l'Italia
entrò in guerra a fianco del Reich, tale infrastruttura non divenne più così essenziale
a partire dal 39.
Poi sappiamo come andarono le cose, e nel dopoguerra le priorità del ministero dei LLPP e delle
stesse fs erano ben altre...
Ora mi piacerebbe andare a vedere a PnA se effettivamente resta qualcosa del rilevato, di cui
si scorge pallida traccia sulle carte tabacco 1:25000 (quelle che ti ho mandato, Mattia).
Non sono mai riuscito a scorgerlo dalla ferrovia.
Faccio altresì notare come la maggioranza delle cartine stradali odierne in grande scala
riporti la bretella. Tale incongruenza è a mio avviso spiegata dal fatto che nel 38 le carte
FS riportavano la bretella come già armata; le varie (?) società cartografiche compreso l' IGM
copiarono senza informarsi meglio.
-Il problema del secondo binario (cose già note ai più)
La sede e gli espropri- come si legge- vennero realizzati per il doppio binario; tuttavia
solo
le gallerie Fadalto e Santa Croce (le più lunghe) furono effettivamente costruite con la
sezione per
il DB; le altre no (forse quelle artificiali, peraltro di scarsa lunghezza- da quanto si
può arguire dalle foto). Esistono infine alcune gallerie dotate di doppio portale per la
eventuale costruzione della seconda canna.
Dal tono generale del libro si capisce come la VV-PnA nascesse con grandi ambizioni, e pensare
che la velocità max dichiarata allora era di "ben 65 km/h"!
Oggi con il diesel facciamo qualcosa di più...
Viene anche da pensare che se la linea del Cadore (propriamente detta) fosse stata costruita con
le stesse attenzioni e gli stessi criteri di quella del Fadalto, avremmo avuto negli anni
'50-'90 meno buse del Cristo, meno gallerie a pezzi e meno muri crollanti...
Infine una considerazione:
se guardate le cartoline d'epoca sia sul "Rosina" sia sul libro qui citato, noterete che negli
anni '10-...-'30 e probabilmente anche più avanti i boschi erano più radi, i terreni più curati,
il sottobosco meno selvaggio, la sede ferroviaria meno invasa dalla vegetazione (ormai i treni sono
un vero machete che si fa strada tra le robinie- venite a Pederobba o a Fener in Primavera...).
Credo che tutto ciò non dipendesse solo dai lavori collaterali alla costruzione della linea (che ovviamente
richiedevano parecchio legname da tgliare in loco) ma anche da un diverso è più consapevole
"utilizzo" dei boscgi e deiterreni, che ai nostri giorni sono in massima parte in stato di grave abbandono.
Sani! sperando di non avervi anoiati con storielle già note.
dopo lunga trepidante attesa oggi ho ricevuto la ristampa anastatica
del volumetto "La Ferrovia Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi".
Anzitutto ne consiglio l'acquisto non solo agli appassionati di storia ferroviaria,
ma anche ai ferromodellisti, in quanto il libello contiene due
tavole in grande formato con disegni quotati del ponte sul Piave di Cadola,
nonchè del meno noto ma più spettacolare viadotto sul Meschio poco a
Nord di VV.
La terza tavola, che è la cosa migliore di tutto il libro, è un grafico planoaltimetrico
della linea molto dettaggliato e di fattura anni '30, veramente bello.
(darei non so cosa per avere quello della Treviso-Calalzo- eppure deve esserci da qualche
parte!)
La breve scorsa che ho dato al testo mi permette di appurare alcuni dubbi che io ed
altri appassionati avevamo:
-La "bretella Mussolini" di Ponte nelle Alpi che avrebbe consentito l'istradamento Cadola-Faè
senza inversione non è mai stata armata: si legge che nel '38 venne approntata
la sede, tuttavia il binario non venne mai posato.
Secondo me la posa era in definitiva subordinata ad interessi militari: poichè l'Italia
entrò in guerra a fianco del Reich, tale infrastruttura non divenne più così essenziale
a partire dal 39.
Poi sappiamo come andarono le cose, e nel dopoguerra le priorità del ministero dei LLPP e delle
stesse fs erano ben altre...
Ora mi piacerebbe andare a vedere a PnA se effettivamente resta qualcosa del rilevato, di cui
si scorge pallida traccia sulle carte tabacco 1:25000 (quelle che ti ho mandato, Mattia).
Non sono mai riuscito a scorgerlo dalla ferrovia.
Faccio altresì notare come la maggioranza delle cartine stradali odierne in grande scala
riporti la bretella. Tale incongruenza è a mio avviso spiegata dal fatto che nel 38 le carte
FS riportavano la bretella come già armata; le varie (?) società cartografiche compreso l' IGM
copiarono senza informarsi meglio.
-Il problema del secondo binario (cose già note ai più)
La sede e gli espropri- come si legge- vennero realizzati per il doppio binario; tuttavia
solo
le gallerie Fadalto e Santa Croce (le più lunghe) furono effettivamente costruite con la
sezione per
il DB; le altre no (forse quelle artificiali, peraltro di scarsa lunghezza- da quanto si
può arguire dalle foto). Esistono infine alcune gallerie dotate di doppio portale per la
eventuale costruzione della seconda canna.
Dal tono generale del libro si capisce come la VV-PnA nascesse con grandi ambizioni, e pensare
che la velocità max dichiarata allora era di "ben 65 km/h"!
Oggi con il diesel facciamo qualcosa di più...
Viene anche da pensare che se la linea del Cadore (propriamente detta) fosse stata costruita con
le stesse attenzioni e gli stessi criteri di quella del Fadalto, avremmo avuto negli anni
'50-'90 meno buse del Cristo, meno gallerie a pezzi e meno muri crollanti...
Infine una considerazione:
se guardate le cartoline d'epoca sia sul "Rosina" sia sul libro qui citato, noterete che negli
anni '10-...-'30 e probabilmente anche più avanti i boschi erano più radi, i terreni più curati,
il sottobosco meno selvaggio, la sede ferroviaria meno invasa dalla vegetazione (ormai i treni sono
un vero machete che si fa strada tra le robinie- venite a Pederobba o a Fener in Primavera...).
Credo che tutto ciò non dipendesse solo dai lavori collaterali alla costruzione della linea (che ovviamente
richiedevano parecchio legname da tgliare in loco) ma anche da un diverso è più consapevole
"utilizzo" dei boscgi e deiterreni, che ai nostri giorni sono in massima parte in stato di grave abbandono.
Sani! sperando di non avervi anoiati con storielle già note.
Federico
- Saif
- moderatore
- Messaggi: 848
- Iscritto il: sab mag 08, 2004 17:46
- Località: Sospirolo (BL)
- Contatta:
La tua analisi del libro in questione, Federico, è perfetta. Sono d' accordo con te e consiglio a tutti di acquistarlo, se è ancora disponibile da qualche parte. Per quanto riguarda la manutenzione del suolo, questa è da imputarsi al tipo di società di allora, che viveva prevalentemente di agricoltura e attività connesse, come il taglio della legna ecc. Purtroppo il crescente benessere dal dopoguerra in poi ha portato anche a questo..
Finalmente è arrivata anche a me la ristampa, è proprio una gran bella pubblicazione.
Sapete per caso se ci sono altre iniziative editoriali previste per quast'anno?
Tempo fa ho contattato alcune persone in maniera che influenzassero chi di dovere per una ristampa de "La Ferrovia delle Dolomiti"...speriamo bene!
Allegria!!
Sapete per caso se ci sono altre iniziative editoriali previste per quast'anno?
Tempo fa ho contattato alcune persone in maniera che influenzassero chi di dovere per una ristampa de "La Ferrovia delle Dolomiti"...speriamo bene!
Allegria!!
Il progetto non è stato confermato ma qualcosa si sta muovendo in tal senso.
La fonte è autorevole, solo che non so se gradisce pubblicità in questa fase delicata.
Comunque nell'eventualità sarebbe una ristampa...a scartamento ridotto....di più non posso...ma dovrebbe bastare.
Allegria!!...anzi ALLEGRIA!!!!!!!!!
La fonte è autorevole, solo che non so se gradisce pubblicità in questa fase delicata.
Comunque nell'eventualità sarebbe una ristampa...a scartamento ridotto....di più non posso...ma dovrebbe bastare.
Allegria!!...anzi ALLEGRIA!!!!!!!!!