Comitato "Il treno dei desideri"

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robi
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da robi »

Peccato non poter rispondere direttamente a questi articoli....fin'ora non avevo mai approfondito la questione ma dopo essermi letto qualche articolo sul loro Blog, devo dire che sono rimasto alquanto perplesso sulle conoscenze ferroviarie e capacità valutative di questa gente...se hanno influenza sulle scelte ferroviarie regionali, la cosa è alquanto preoccupante...
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MattiaC
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da MattiaC »

Robi, se vuoi rispondere il forum è fatto apposta e ti assicuro che è molto più seguito di quello che puoi pensare. :roll:

Anche oggi -di là- c'è un bell'esempio di spessore, evidentemente sono veramente tanto tanto sfigati perchè pare siano gli unici a vedere la catastrofe.

Mi ricorda un po' la sere di fantozziani episodi tra cui la signora che pendola(va?) tra Vittorio e Feltre, ol fantomatico studente di Pordenone che studia a Feltre o viceversa non ricordo, e altre storielle simili. Tra l'altro è un po' che non si vedono -lettere firmate- bah, sarà il periodo pre-elettorale.

Resta un +30%, se non ricordo male, di frequentazioni e un indice di puntualità complessivo che fa invidia a parecchi altri lidi più blasonati dei nostri.
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Antonio La Quaglia
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Antonio La Quaglia »

Su, state buoni, se potete.
Anche io attendo con ansia una risposta, ma sarà difficile averla, o almeno averne una intelligente. Per essere chiaro l’entrata in vigore dell’orario cadenzato rappresenta un punto di svolta, e, al contempo, un punto di non ritorno, nell’ottica di una gestione razionale delle risorse, non infinite e spesso vieppiù contenute, per l’organizzazione di un’offerta commerciale sempre tesa ad una maggiore efficacia della prestazione, pur nei limiti posti dalla reale consistenza dell’infrastruttura ed ai vincoli che la stessa pone ad una libera dialettica nell’addivenire a soluzioni condivise. Il mutare delle esigenze dei pendolari, l’aumento costante del traffico ad infrastruttura e materiali in larga misura invariati, ha determinato la scelta dell’adozione di un orario completamente nuovo, constatata l’impossibilità di procedere ad ulteriori riforme ed aggiustamenti dei vecchi orari, che praticamente avevano determinato l’offerta per vent’anni, orari che ormai, per usare una metafora forse abusata, ma largamente collimante con la realtà, facevano acqua da tutte le parti. Per una volta una scelta non moderata, o moderatamente riformista, ma un radicale cambiamento dovuto alla necessità di rivedere un quadro complessivo nelle mutate situazioni, una scelta di largo respiro che ha coinvolto diverse realtà territoriali, intese come amministrazioni pubbliche e comitati di utenti, per auscultare nel profondo esigenze e bisogni, e, parallelamente, poter accogliere proposte e soluzioni valide e inserite in maniera armonica nel quadro complessivo del sistema che si stava delineando, istanze che spesso purtroppo sono spesso mancate, sia per ignoranza palese della materia ferroviaria nella sua complessità continuamente negata da chi non la conosce, ma ben conosciuta da chi abbia un minimo di dimestichezza con le problematiche del trasporto su ferro, sia per la difesa settaria di particolarismi di piccolo cabotaggio non compatibili con una prospettiva completamente nuova. Il variare anche minimo di piccole abitudini consolidatesi nel tempo ha suscitato reazioni spropositate quanto inutili, perché, se mi consentite di usare un antico, ma sempre valido, brocardo, De minimis non curat praetor, cioè, in altri termini, nella ridefinizione di un quadro complessivo, non si può tenere conto di piccoli interessi di bottega, di particolarismi esasperati, di necessità che riguardano una fetta molto limitata di persone, ma spacciate come “interesse generale”. Il superiore interesse generale ad un buon servizio ferroviario nel suo complesso non può soggiacere ad assurde richieste di limitatissima importanza, a volte configurabili come vere e proprie piccinerie. Ciò non toglie, come si è ampiamente rivelato fondato, e come è già stato fatto prima ancora dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato, che proposte ad hoc concrete e realizzabili, e che vadano veramente nella direzione dell’interesse comune e generale di miglioramento del servizio, siano già state accolte in numerose occasioni e lo saranno sicuramente in futuro. Quello che non è più tollerabile, e che sempre più spesso non viene più tollerato dove si prendono certe decisioni, e giustamente non viene più tollerato, è che la difesa di interessi particolarissimi, propugnata tenacemente non solo a costo di sacrificare il superiore interesse collettivo, ma anche nella deliberata consapevolezza di andare contro questo interesse e danneggiare molti più fruitori del servizio di quanti potrebbero forse trarre qualche marginale beneficio, si trasformi sempre più spesso, constatata l’impossibilità di vedere soddisfatte richieste che non possono e non devono essere accolte, nell’insulto, nella denigrazione generalizzata di tutto il servizio, sia tramite la deliberata e consapevole esagerazione di inconvenienti o disservizi, spesso dovuti a cause di forza maggiore, nella pubblicazione di notizie delle quali è molto legittimo dubitare della veridicità, che costantemente dipingono un’immagine estremamente negativa di tutto il servizio ferroviario, un’immagine non solo non collimante con la realtà, ma che va anche a detrimento del servizio stesso, scoraggiando l’utenza ed in generale, rischiando di danneggiare la stragrande maggioranza dei viaggiatori, che, come dimostrano i dati su frequentazioni e puntualità, sono soddisfatti di questo orario e vogliono fermamente che esso prosegua e migliori sempre più, e non faccia passi indietro nell’interesse esclusivo e indifendibile dei soliti noti. Penso che nella realtà di Trenibelluno, che il sottoscritto conosce bene non solo come capostazione di Piovarolo, ma come pendolare che percorre oltre 600 chilometri alla settimana di treno, non vengano viste di buon occhio lamentele continue ed ingiustificate da parte di chi si trova in situazioni estremamente migliori, che può usufruire di moltissimi treni e corse, anche una ogni 20 o 30 minuti, e che magari conduce battaglie di nicchia per avere ancora di più, senza minimamente pensare a chi ha molto, ma molto di meno. Io, personalmente, le trovo estremamente fastidiose.
Inutile nascondere che il nuovo orario della Conegliano – Ponte nelle Alpi – Belluno è estremamente valido, è questa affermazione trova riscontro in molti dati oggettivi (miglioramento del materiale rotabile, delle tracce orarie, aumento del numero di treni, notevole aumento della frequentazione) che vengono costantemente taciuti da chi li conosce benissimo, ma non li trova organici e utili alla propria strategia di denigrazione continua e forse anche alla propria Weltanschauung. E lo stesso discorso vale per i collegamenti Belluno – Venezia e Calalzo – Venezia, dove le corrispondenze ci sono e, grazie soprattutto a questa associazione e questo forum, ai quali mi onoro di appartenere, sono addirittura garantite quando si tratta degli ultimi treni della sera, e questo non viene mai detto da chi tanto si concentra sui disagi, mancando quindi anche nel dare informazioni utili per i pendolari stessi. Non ho nulla da insegnare a nessuno, ma se i vari forum, gruppi facebook etc etc che si occupano, spesso a sproposito, di ferrovia, cominciassero con l’affrontare discorsi veritieri ed approfondire proposte utili e fattibili, invece di comportarsi come cani che abbaiano alla luna, convinti che la luna li stia ad ascoltare, magari dando spazio alle tantissime persone serie e competenti che si trovano nei loro forum o frequentano i loro siti o le loro riunioni, le cose migliorerebbero molto. Se invece vogliamo abbracciare la logica del “tanto peggio, tanto meglio”, ci si va a chiudere in una gabbia di incomprensioni, discussioni e baruffe, e, ricordiamoci il vecchio adagio: “Uccello in gabbia, non canta per amore, ma per rabbia”. Uscite dalla rabbia fine a se stessa, che alla fine rischia di divorare tutto. Personalmente continuerò a tenere un atteggiamento pacato, rispettoso, ma anche rigoroso, opponendomi in ogni maniera possibile a quello e quelli che, in scienza e coscienza, ritengo e riterrò "nemici" del treno e del servizio ferroviario. Aggiungo inoltre, senza voler offendere nessuno, che l’essere pendolari è una condizione che merita il massimo rispetto e la massima attenzione, ma tale condizione non conferisce al pendolare stesso la qualifica di “esperto di ferrovia”, ferrati nella materia lo si diventa con la passione e lo studio, la visita di impianti e linee ferroviarie diversi, e, ovviamente viaggiando. Ma il pendolare non è sempre automaticamente e per forza un "esperto", non è che a una persona che prende per un anno intero un numero rilevante di voli, anche a lungo raggio, viene conferito il brevetto di pilota d’aereo. Quindi un po’ di umiltà, anzitutto da parte mia, ma anche di tanti altri, sarebbe sicuramente utile ed opportuna. Scusate la brevità di questo scritto, buttato giù “di getto” e vogliate gradire i miei più cari saluti. 8.)
Antonio La Quaglia
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Antonio La Quaglia
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Antonio La Quaglia »

Post scriptum: chissà perchè le associazioni che meritoriamente si prefiggono l'obiettivo di tutelare i consumatori, sono in gran numero, spuntano come funghi e la loro principale occupazione è quella di farsi la guerra tra di loro. Non parlo delle associazione storiche, ma, qui ladico e qui la nego, di molte. Quando i consumatori fonderanno un'associazione per difendersi dalle associazioni che tutelano i consumatori, e spero sparano un sacco di putt, pardon, di idiozie?
Attendo risposta, ovviamente.
Ciao a tutti!
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Freccia della Laguna
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Freccia della Laguna »

Il Corriere del Veneto versione on line, giovedì 7 maggio 2015 qualche ora dopo, ha scritto:«[...] Lo stesso Sacile-Venezia, al centro di questo episodio, da inizio anno è arrivato in ritardo a Venezia una sola volta». «I treni della Udine-Treviso- Venezia, nei primi quattro mesi dell’anno, - concluso la nota - sono arrivati puntuali 95 volte su cento e la puntualità, in questo primo scorcio di maggio, ha addirittura raggiunto il 98%. Le performance di puntualità dei treni regionali del Veneto sono, oggi, al top in tutta Italia».
C'è da dire che è molto facile fare gol a porta vuota, alias arrivare puntuali quando le tracce sono larghe. Giusto ieri ho compiuto un estemporaneo viaggio Vittorio Veneto - Venezia, utilizzando il 2867: è giunto a Santa Lucia con +1 nonostante due soste a due diverse protezioni, 4' fermo a Treviso e 3'30" a Mogliano.

Guardando la cosa dal lato positivo, si può dire che salvo sfighe imprevedibili quelli son treni sul cui orario fare affidamento... non che faccia piacere, però, vedere quanto tempo si perde per strada.
Trenitaliæ Celere Regionale MMDCCIV Veronam Portam Novam hora tertia a quarta decima via ferrata profecturum est. Mestre, Patavio, Vicetia, Sancto Bonifatio, Verona Porta Episcopo consistit. Cave! Abeundum flava linea est.
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Antonio La Quaglia
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Antonio La Quaglia »

Nonostante ormai sia preparato a tutto, certi interventi riescono ancora a stupirmi:
Freccia della Laguna ha scritto:
Il Corriere del Veneto versione on line, giovedì 7 maggio 2015 qualche ora dopo, ha scritto:«[...] Lo stesso Sacile-Venezia, al centro di questo episodio, da inizio anno è arrivato in ritardo a Venezia una sola volta». «I treni della Udine-Treviso- Venezia, nei primi quattro mesi dell’anno, - concluso la nota - sono arrivati puntuali 95 volte su cento e la puntualità, in questo primo scorcio di maggio, ha addirittura raggiunto il 98%. Le performance di puntualità dei treni regionali del Veneto sono, oggi, al top in tutta Italia».
C'è da dire che è molto facile fare gol a porta vuota, alias arrivare puntuali quando le tracce sono larghe. Giusto ieri ho compiuto un estemporaneo viaggio Vittorio Veneto - Venezia, utilizzando il 2867: è giunto a Santa Lucia con +1 nonostante due soste a due diverse protezioni, 4' fermo a Treviso e 3'30" a Mogliano.

Guardando la cosa dal lato positivo, si può dire che salvo sfighe imprevedibili quelli son treni sul cui orario fare affidamento... non che faccia piacere, però, vedere quanto tempo si perde per strada.
Beh, intanto mi rallegra molto il fatto che Il corriere del Veneto abbia affermato, dati alla mano, che il "maledetto treno" in questione è arrivato in ritardo una sola volta dall'inizio dell'anno, giusto per smentire i soliti a cui non va mai bene nulla, e colgono ogni occasione per parlare sempre male del servizio ferroviario. Chi se ne frega dei 3 minuti di qua e dei due di la? Ma con una linea così trafficata e conseguentemente a rischio di intoppi, solo un pazzo da legare ci metterebbe traccie strette che il più delle volte il treno non riuscirebbe a rispettare. Altro che fare goal a porta vuota, qui si tratta di arrivare a destinazione puntuali, meglio un treno un pochino più lento, ma sul cui orario si può fare affidamente, che un treno più veloce, ma solo sulla carta, che, oltretutto, darebbe adito alle solite capre che belano al vento veri o supposti disagi.
Un minimo di buon senso e di realismo, vi scongiuro!!!
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Freccia della Laguna »

Un pochino più lento? Dieci minuti di allungo su un'ora scarsa di percorrenza?

Capisco bene i vittoriesi che tiferebbero per allungare la TE: oggi passi un quarto d'ora su di un treno che percorre l'ultimo paio di km a 60 all'ora, poi hai un quarto d'ora di cambio, poi prendi un treno che se facesse tutte le fermate impiegherebbe lo stesso tempo... Senz'altro è meglio così che prima; senz'altro va bene avere delle garanzie sui tempi di viaggio e i margini servono. Ma "chi se ne frega" no, abbi pazienza: a me il buonsenso dice che quei potenziali intoppi andrebbero in futuro risolti perché un sistema di trasporto collettivo con questo grado di tempi morti non sarà mai realmente alternativo all'automobile.
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Antonio La Quaglia
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Antonio La Quaglia »

E' qui che casca l'asino!
Questo sistema è molto competitivo nei confronti dell'automobile, altrimenti la gente non prenderebbe il treno! Nella nostra mentalità di italiani individualisti, e di veneti ancora più individualisti, il treno non ha mai avuto un grande spazio. Nei primi anni 90 i treni della Venezia - Udine (ma lo stesso discorso vale per le altre linee, anche la Vicenza - Schio, in odore di chiusura, la Treviso - Montebelluna, la Castelfranco - Padova, la Bassano - Venezia, la Bassano - Padova, anche essa in odore di chiusura per scarso traffico da Bassano a Camposampiero, la Portogruaro - Venezia, tanto per fare alcuni esempi) erano meno di oggi ed erano meno pieni di oggi (li prendevo molto spesso per andare all'Università di Rocca Imperiale), quindi i viaggiatori erano in numero nettamente inferiore. D'altra parte l'automobile è stata il simbolo del riscatto e della rinascita del paese dopo la guerra e del boom economico (vedi autostrada del sole e l'apparizione delle prime utilitarie) e il treno era considerato un mezzo obsoleto, e, diciamocela tutti, da sfigati. Anche in Veneto, e soprattutto in Veneto, sia il "popolo sovrano", sia, di conseguenza, i politici, se ne fregavano della ferrovia, perchè occuparsene non portava loro voti, e si sono concentrati su strade, autostrade, pedemontane e chi più ne ha più ne metta, con il risultato che con la ferrovia siamo rimasti molto indietro, e lo scotto lo paghiamo ancora oggi. Poi, finalmente :wink: , le strade si sono saturate ed intasate, e adesso i veneti e i pendolari hanno riscoperto il treno! Ma per forza, non per amore.
Aggiungo che le tracce sono larghe perchè, in sede di prima applicazione dell'orario cadenzato, si è deciso di tenersi un pò larghi, come i pantaloni, che se sono un po' larghi stringi la cintura e ti stanno su lo stesso, ma se sono troppo stretti non riesci ad indossarli, e io ne so qualcosa, essendo uomo de panza, e poi non tutti i giorni sono uguali. Convenzionalmente la fermata di un treno in stazione è di un minuto, ma molti di quei treni, nei giorni feriali e nelle ore di più intenso affollamento, fermano per due o tre minuti per caricare tutta la gente. Senza pensare al problema dei perditempi dovuti al carico e scarico delle biciclette, che hanno mandato quasi in crisi la ferrovia della Val Venosta e della Pusteria, dove le tracce sono larghe anche per quel motivo.
Quindi, andiamoci pianino, anche se non troppo, ovviamente!
E chi si ricorda che nel 1961 si andava velocissimi da Calalzo a Venezia dovrebbe anche tenere conto che:
- c'erano meno treni, quindi meno incroci (ogni incrocio costava 5 minuti se arrivavi per primo) e meno possibilità di fare ritardi;
- c'erano meno fermate (i Calalzo - Venezia e viceversa non si sognavano mimimante di fermare a Mogliano, Preganziol, Spresiano, Soffratta etc
- i direttissimi erano pochi, c'erano anche treni che partivano da Padova alle 5 del mattino o poco più per arrivare a Calalzo alle 10;
- solo nel tratto da Venezia a Mestre ci si metteva la metà di oggi, perchè entrambe le stazioni non erano intasate come ora e non facevi soste anche prolungate ai segnali di protezione,
- non c'era l'SCMT e l'SSC, e, in molti casi, per entrare in deviata dovevi fare i 30 km/h solo sugli scambi, mentre oggi li devi fare su tutto l'itinerario d'arrivo, dal segnale di protezione al punto di normale fermata, quasi un km a 30 km/h sono due minuti!
Con il vecchio segnalamento semaforico o luminoso di prima categoria, ma ad una sola luce, quando entravi in deviata trovavi l'avviso G, la protezione V (o G se c'era il doppio segnalamento di protezione e partenza) e tu dovevi fare i 30 km/h solo sugli scambi (cosa che io ripristinerei subito), in pratica negli ultimi 2/300 metri prima di fermarti. Ora se entri in una stazione con i Gx - G - R, quindi in corretto tracciato, devi entrare praticamente a 30 km/h altrimenti l'SSC ti dice che il segnale di partenza R è troppo vicino, se poi entri con il G/V - R/G - R, aiuto!
Ecco perchè hanno inventato il V - V - V anche per i treni che hanno fermata, ma troppo spesso, vuoi per non chiudere troppo in anticipo eventuali PL protetti dal segnale di partenza, vuoi per pigrizia (si entra spesso con il Gx - G - R anche se i segnali di partenza non proteggono PL a Perarolo, Longarone per i dispari, Ponte nelle Alpi per i pari da Belluno, Sedico, e... lasciamo perdere).
Sarei lieto che i treni corressero di più, le tue osservazioni non sono peregrine, ma ho cercato di spiegarti perchè ciò spesso non è possibile... Scusami se ieri sono stato un po' impulsivo, ma Beppa mi aveva fatto la pasta un po' scotta :lol:
Ciao a tutti, amici ed appassionati del movimento, della circolazione e dei regolamenti, e, scusatemi se sono stato prolisso, ma io la circolazione ce l'ho nel sangue!
Ciao!
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aln
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da aln »

Ma l'asino casca dalle nuvole? Chi lo sa.
Freccia della Laguna ha scritto:C'è da dire che è molto facile fare gol a porta vuota, alias arrivare puntuali quando le tracce sono larghe.
Come dice la nota pubblicità di una piaga sociale: piace vincere facile!
Però c'è da dire che queste tracce decisamente larghe, non di rado e comunque in ora di punta, si rivelano fatte abbastanza su misura, quando non strette addirittura. E gli anticipi si mostrano così, antipatici, prevalentemente nei periodi in cui c'è meno gente che si sposta e ci sono meno treni (viaggiatori e merci) in circolazione, lasciando da parte le sfighe incredibili. Mesi fa avevo trovato conferme in tal senso anche facendo un veloce confronto tra i treni della domenica mattina e del lunedì mattina. Come ben sappiamo, l'orario cadenzato ha tutte le tracce uguali nell'arco dell'intera giornata nello spazio dell'intera settimana: e con così arriva inevitabile anche l' "appiattimento verso il largo" delle tracce.
Antonio La Quaglia ha scritto:..il sottoscritto ... come pendolare che percorre oltre 600 chilometri alla settimana di treno...
Ma cosa fai? La gara a chi ce l'ha più lungo, il tragitto ferroviario? Guarda che altri ti hanno preceduto, ma tu certamente saprai che c'è pure chi percorre 212 km ogni giorno senza trarne alcun ritorno di esperienza, e c'è chi in un anno intero prenderà il treno solo un paio di volte con esiti diametralmente opposti.
Antonio La Quaglia ha scritto:Infine qualcuno ha scoperto che la Conegliano - Belluno e la Belluno - Calalzo chiuderanno per un mese.
Caspita, uno scoop da premio Pulitzer, peccato che i giornali ne parlassero da mesi.
Ma sembra che il nuovo direttore del trasporto regionale sia una persona disponibile e che le cose si stiano muovendo...
Eh già, infondo è solo da metà marzo che la notizia è riportata nei quotidiani disponibili nelle edicole e in rete, in questo forum, nelle mailing list indirizzate anche al Treno dei Desideri.
Ieri, a circa un mese dall'avvio dei lavori, TreniBelluno, anche su sollecito di alcuni viaggiatori della linea, ha scritto a FSnews per chiedere informazioni su come sarà programmato il servizo di bus sostitutivi. Oggi il Gazzettino di Treviso ne ri-parla e aggiunge la seguente dichiarazione che suscita l'apposizione del palmo della mano sul viso.
Il Gazzettino di Treviso, martedì 12 maggio 2015 ha scritto:Diego Tiozzo, portavoce del comitato "Treno dei Desideri": "Non sapevo della chiusura della linea, cadiamo dalle nuvole. Le manutenzioni vanno fatte, ma il disagio per chi viaggia tutti i giorni sarà sicuramente forte".
A presto con altre balle.
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da e550 »

aln ha scritto:Però c'è da dire che queste tracce decisamente larghe, non di rado e comunque in ora di punta, si rivelano fatte abbastanza su misura, quando non strette addirittura. E gli anticipi si mostrano così, antipatici, prevalentemente nei periodi in cui c'è meno gente che si sposta e ci sono meno treni (viaggiatori e merci) in circolazione, lasciando da parte le sfighe incredibili. Mesi fa avevo trovato conferme in tal senso anche facendo un veloce confronto tra i treni della domenica mattina e del lunedì mattina. Come ben sappiamo, l'orario cadenzato ha tutte le tracce uguali nell'arco dell'intera giornata nello spazio dell'intera settimana: e con così arriva inevitabile anche l' "appiattimento verso il largo" delle tracce.
Osservazione: in gita a Berlino, ho notato che l'italiano medio ha tempi di incarrozzamento assai lenti.
Entra e si ferma subito, non libera il vestibolo.
Esce e si ferma subito, intasa il marciapiede.
E se uno ha girato un po' all'estero si sarà accorto che lì le tracce sono mediamente strette, oltre ai tempi di fermata spesso più brevi (tralasciando altre regolette di circolazione che contribuiscono a snellire e assorbire eventuali piccoli ritardi, come quella volta che per issare la bici feci perdere meno di 1 minuto e il macchinista partì scatenando tutti i 3780 kW della 143 con appresso "ben" 3 Silberlinge!)

aln ha scritto:Ma cosa fai? La gara a chi ce l'ha più lungo, il tragitto ferroviario? Guarda che altri ti hanno preceduto, ma tu certamente saprai che c'è pure chi percorre 212 km ogni giorno senza trarne alcun ritorno di esperienza, e c'è chi in un anno intero prenderà il treno solo un paio di volte con esiti diametralmente opposti.
Vanno bene 3500 km in 6 giorni? :mrgreen:
Il Gazzettino di Treviso, martedì 12 maggio 2015 ha scritto:Diego Tiozzo, portavoce del comitato "Treno dei Desideri": "Non sapevo della chiusura della linea, cadiamo dalle nuvole. Le manutenzioni vanno fatte, ma il disagio per chi viaggia tutti i giorni sarà sicuramente forte".
Questi hanno la faccia in acciaio per stampi di fucinatura al cromo-nichel-molibdeno-vanadio, temprato per la massima tenacità e resistenza al calore, altro che in plebea lega rame-stagno! :evil:
Vacanze in treno? all'estero si può.
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Voglio le Ludmilla in Cadore con le Silberlinge!
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aln
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da aln »

e550 ha scritto:Vanno bene 3500 km in 6 giorni? :mrgreen:
Facile che rispondano di sì solo se li hai fatti tra Belluno e Venezia, oppure tra Venezia e Belluno, perché solo così si possono capire i pesantissimi disagi che colpiscono quanti ogni giorno viaggiano sui treni regionali.
:roll:
tradotta
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da tradotta »

Sul problema dei tempi di percorrenza lumaca non posso che condividere il pensiero di Freccia della Laguna. L'orario di TUTTI i treni di TUTTE le linee, dalla Padova-Bassano alla Venezia-Udine sono stati vergognosamente ed artificiosamente aumentati. Io capisco il principio di precauzione, capisco la diffidenza totale di Trenitalia nei confronti della Intoccabile Società RFI, capisco il pararsi il culo, capisco l'importanza di garantire che il treno arrivi ecc. Ma come dice bene qualcuno qui non s'è voluto andar a cercare le CAUSE dei ritardi preferendo la via più comoda, semplice, appagante e anche da faccia di tolla di allungare le tracce fino ad avere un regio "veloce" Bassano-Venezia che ti fa 61 km in 60 minuti alla folle media di 60 e che arriva Mestre scientificamente in anticipo di 5' minuti. Certo, questo induce i macchinisti a percorrere non più 2 km a 30 km/h come succedeva tempo fa, ma 3 km a 18 km/h "chessennòscattal'SCMT".
E' un gioco al ribasso che porta solo un'immagine delle ferrovie del tirar a campar in attesa di tempi migliori,
Scusate ma i paragoni col passato vanno fatti, eccome! UNA volta c'erano meno vincoli d'esercizio, vero, e potevano entrare sparati a Piovarolo. Ma è anche vero che una volta tutte le stazioni non avevano sottopassi. C'erano centinaia di passaggi a livello. C'erano tratte a binario unico. C'erano tratte solo a due binari. C'erano conflitti di circolazione inenarrabili. C'erano Capistazione di Padova (per dire un nodo ferroviario da incubo a caso) che ti tenevano 5 minuti alla protezione. I mezzi avevano le prestazioni dell'epoca. C'erano gli armamenti al massimo da 50 kg/m su traverse in legno e giunture varie.
Com'è che 40 anni di miglioramenti tecnologici, di potenziamenti infrastrutturali hanno portato i tempi di percorrenza della Bassano-Padova da 56 minuti a 1 ora e 4 minuti? Perché da Treviso a Casteo siam passati da 20 minuti a 26 minuti + 3' di ritardo per entrare a Castelfranco causa rallentamento alla protezione+entrata a passo d'uomo?? Mezzora per fare Tv-Castelfranco?

INFINE, (sono anch'io chiacchierone, eh mica solo il nostro La Quaglia Fu Giuseppe) ma proprio infine dico solo: occhio a sostenere che il trasporto ferroviario in veneto è vincente sui tempi di percorrenza dell'autovettura privata. Primo, perché NON è una scusa per "sedersi" e giocare continuamente al ribasso. Secondo perché, sebbene a piccoli passi, la Regione sta lavorando per migliorare i famosi punti neri delle strade. E un bel giorno si rischierà di notare che le due ore e 15 per un Belluno-Padova non saranno poi così competitivi con l'automobile.

InfineBIS: smontiamo anche il mito dei ritardi continui. Dal mio privilegiato punto d'osservazione posso notare che a Casteo i treni arrivano e partono quasi sempre in orario e soprattutto arrivano in anticipo quelli da Padova e Treviso e Venezia. Dove stanno tutti sti ritardi da giustificare i 26 minuti da Treviso a Castelfranco??? Ok, a voi :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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tradotta
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da tradotta »

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Barbagiovanni
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Barbagiovanni »

Stiamo messi male. Ma tanto male! Il portavoce del comitato pendolari che non sapeva della chiusura .
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Antonio La Quaglia
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Re: Comitato "Il treno dei desideri"

Messaggio da Antonio La Quaglia »

Forse non mi sono spiegato bene: io non sono particolarmente ansioso di spargere allungamenti di percorrenza in ogni dove, ho solo spiegato cosa è successo e perchè nel 1961 alcuni treni, solo alcuni, andavano più veloci. E aggiungo che in fase di elaborazione delle tracce, è stata soprattutto Rfi a volerle mantenere larghe, ci sono anche state delle lotte, che hanno coinvolto anche me, per limare via alcuni minuti. E la causa principale addotta da Rfi per rifiutare tracce troppo strette o troppo poco larghe a Trenitalia è stata proprio quella della presenza del SCMT e del SSC! E le tracce non sono poi così larghe ovunque, basti pensare ai Padova - Belluno, che spesso fanno fatica a mantenere le percorrenze.
tradotta ha scritto:E' un gioco al ribasso che porta solo un'immagine delle ferrovie del tirar a campar in attesa di tempi migliori,
Scusate ma i paragoni col passato vanno fatti, eccome! UNA volta c'erano meno vincoli d'esercizio, vero, e potevano entrare sparati a Piovarolo. Ma è anche vero che una volta tutte le stazioni non avevano sottopassi. C'erano centinaia di passaggi a livello. C'erano tratte a binario unico. C'erano tratte solo a due binari. C'erano conflitti di circolazione inenarrabili. C'erano Capistazione di Padova (per dire un nodo ferroviario da incubo a caso) che ti tenevano 5 minuti alla protezione. I mezzi avevano le prestazioni dell'epoca. C'erano gli armamenti al massimo da 50 kg/m su traverse in legno e giunture varie.
Com'è che 40 anni di miglioramenti tecnologici, di potenziamenti infrastrutturali hanno portato i tempi di percorrenza della Bassano-Padova da 56 minuti a 1 ora e 4 minuti? Perché da Treviso a Casteo siam passati da 20 minuti a 26 minuti + 3' di ritardo per entrare a Castelfranco causa rallentamento alla protezione+entrata a passo d'uomo?? Mezzora per fare Tv-Castelfranco?

INFINE, (sono anch'io chiacchierone, eh mica solo il nostro La Quaglia Fu Giuseppe) ma proprio infine dico solo: occhio a sostenere che il trasporto ferroviario in veneto è vincente sui tempi di percorrenza dell'autovettura privata. Primo, perché NON è una scusa per "sedersi" e giocare continuamente al ribasso. Secondo perché, sebbene a piccoli passi, la Regione sta lavorando per migliorare i famosi punti neri delle strade. E un bel giorno si rischierà di notare che le due ore e 15 per un Belluno-Padova non saranno poi così competitivi con l'automobile.

InfineBIS: smontiamo anche il mito dei ritardi continui. Dal mio privilegiato punto d'osservazione posso notare che a Casteo i treni arrivano e partono quasi sempre in orario e soprattutto arrivano in anticipo quelli da Padova e Treviso e Venezia. Dove stanno tutti sti ritardi da giustificare i 26 minuti da Treviso a Castelfranco??? Ok, a voi :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Le centinaia di PL non sono mai stati un problema per le percorrenze, anche perchè, a differenza di quelli attuali, non si guastavano mai, erano in mano ai guardiani e venivano manovrati con gli arganelli, e se qualche sventurato si dimenticava un PL aperto il treno passava a tutta velocità...
Per diminuire i tempi di percorrenza ci voglioni interventi infrastrutturali notevoli (ingressi in contemporanea, rifare nodi come quello di Castelfranco, con i treni che arrivano da Belluno sempre in deviata, deviatoi a 60 km/h), cioè degni di nota.
Infine la mia affermazione sul perchè ora i Veneti prendono il treno era chiaramente polemica, ma vera allo stesso tempo. Se le strade fossero libere e non trafficate, riportare i Bassano - Padova da 64 a 56 minuti di percorrenza sono servirebbe assolutamente a nulla! Prenderebbero tutti la macchina anche se si scendesse a 50 minuti. Quanto ai treni Belluno - Padova e ai collegamenti Calalzo - Padova e Calalzo - Venezia (e Belluno - Venezia, ovviamente), già oggi non sono assolutamente competitivi in fatto di tempi di percorrenza, data la presenza di un'autostrada libera e vuota, nonchè orribile, come la A27, e non potranno mai esserlo, perchè un treno da Belluno a Conegliano non potrà mai andare a 150 km/h.
Ridurre i tempi di percorrenza si deve, io sono assolutamente d'accordo con voi, ma non sempre si può, almeno in maniera significativa.
Antonio La Quaglia, fu Calogero!
Con l'avvento dell'elettrificazione, i treni parvero fuggire ancor più veloci da Piovarolo, e poi, che gusto c'era con quelle due povere corse dell'accellerato, dalle quali, oltretutto, non scendeva mai nessuno...
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