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Attualità, curiosità, rassegna stampa e altre notizie ferroviarie

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Apro questo topic con l'intenzione di creare una raccolta degli articoli giornalistici che riguardano davvicino le nostre ferrovie bellunesi. So che solamente un quotidiano rende disponibili on line i propri scritti, e so che quel quotidiano spesso commenta fatti di cronaca in modo discutibile, ma spero che nel nostro caso non si arrivi a tali eccessi.
Inserite pure gli articoli, magari tutti in corsivo per distinguerli a colpo d'occhio da eventuali commenti successivi.
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Il Gazzettino di Belluno, mercoledì 23 agosto 2006

L’INCHIESTA
In treno a Calalzo
La porta delle Dolomiti consegnata al degrado
Tappa tra Vip e muri scrostati

Calalzo. Appare come un biglietto da visita sgualcito. La stazione di Calalzo, porta di accesso alle Dolomiti, frequentata dai tanti Vip che utilizzano l'espresso Roma-Calalzo, si presenta male a chi scende dopo un viaggio che alimenta aspettative. Manca anche la manutenzione ordinaria: gli intonaci della pensilina cadono a pezzi dal soffitto, le luci sono in gran parte spente (bruciate), la biglietteria lavora a orario ridotto e solo nelle ore meno affollate. Calalzo diventa così il "capolinea" delle ferrovie bellunesi.
Marsiglia a pagina III

IL SINDACO
«Si fa apposta a disincentivare l'uso del treno. Siamo pronti anche a ricorrere a vie legali»

(lm) La rabbia di Piermario Fop, sindaco di Calalzo, è come un fiume in piena. La questione ferrovia resta centrale non solo per Calalzo, porta d'ingresso al Cadore, ma per tutta la montagna bellunese servita da una sola strada, l'Alemagna, che nei mesi "caldi" diventa una via crucis. Contro i continui disservizi si dice pronto anche a ricorrere a vie legali contro Rfi e Trenitalia. Nel frattempo ha chiesto all'assessore regionale Renato Chisso un incontro a Calalzo sul tema della mobilità in Cadore. «Sembra che si faccia apposta a disincentivare l'uso del treno - afferma Fop -. Se si continua su questa strada sarà ben difficile parlare ancora di servizio. La situazione è drammatica, basterà pensare solo alla sostituzione con pullman della corsa tra Ponte nelle Alpi e Calalzo del diretto da Venezia. Una follia! I problemi sono tanti, dagli orari, al numero di corse, fino alle manutenzioni e alla pulizia e funzionalità dei treni. L'anno scorso abbiamo festeggiato i 100 anni della nostra ferrovia con l'intento di tenere sempre alta l'attenzione su un bene da noi ritenuto ai primi posti dell'interesse pubblico ed ora, con la Comunità montana, di cui sono vicepresidente, stiamo lavorando ad un progetto per affrontare almeno l'ordinaria gestione. Ma di questo non voglio anticipare nulla. Per Calalzo, un grosso problema, resta la scala che dalla stazione porta al centro del paese. È chiusa da circa un anno e mezzo, ma Rfi dice di non avere soldi per la manutenzione. Ci rendiamo conto che la situazione ferrovie è drammatica in tutto il paese, ma quassù, anche in questo caso, si resta davvero ai margini dell'impero. Ci si ricorda di noi solo quando arrivano i turisti. E d'inverno, quando i pendolari sono costretti a viaggiare senza riscaldamento nelle carrozze?». In questi giorni è stata costituita anche una commissione dei sindaci dei comuni che hanno una stazione. Scopo: affrontare i problemi e soprattutto porsi con più forza nei confronti delle ferrovie.

Il gioiello che tiene alto...
(lm) Il gioiello che tiene alto il nome della stazione di Calalzo è l'espresso periodico per Roma, denominato il "treno dei Vip".
Già, perché sul Roma-Calalzo hanno viaggiato, e viaggiano ancora, personaggi famosi del mondo dello spettacolo, della politica e della cultura. Giulio Andreotti è stato uno dei più assidui frequentatori. Pare che il suo ultimo suo viaggio risalga all'estate del 1991, quando, in veste di allora presidente del consiglio, in fretta e furia fu costretto a rientrare a Roma da Cortina per la crisi russa che nel dicembre portò alle dimissioni del capo dello Stato Mikhail Gorbaciov. L'arrivo alla stazione di Calalzo costò invece un pelliccia a Monica Vitti. Un ferroviere, con in mano il fanale di un treno, strappò casualmente il prezioso drappo alla bionda attrice, indiscussa protagonista delle più belle commedie all'italiana. Disavventura alla Busa del Cristo, colpita a una frana la sera dell'Epifania 1996, per Vittorio Gassman. Viaggiava assieme ad altri 300 passeggeri. Vennero fatti scendere e trasferiti con più pullman alla stazione di Ponte nelle Alpi, dove, dopo la mezzanotte, giunse il convoglio che, nel frattempo, era riuscito a superare il blocco. Da qui, anche per Mattatore, riprese la corsa per Roma.
Altro nome conosciuto al grande pubblico quello dello scomparso giornalista del Tg1 Paolo Frajese. Ma a bordo del convoglio hanno viaggiato anche Bruno Vespa, volto indiscusso dei talkshow politici, e il noto regista Gillo Pontecorvo, già direttore della Mostra internazionale del cinema di Venezia, e di cui ricordiamo il capolavoro "La battaglia di Algeri" premiata proprio col Leone d'Oro di Venezia nel '66.
E per chi è più afferrato in reality ecco Marco Liorni del Grande Fratello, anche lui tra i viaggiatori di un treno-simbolo per le Dolomiti.

Macchine in coda sulla solita Alemagna...
Macchine in coda sulla solita Alemagna. Il treno per Calalzo, lentamente, le affianca e poi le supera. Si inerpica sferragliando lungo il fianco ostile e insidioso della montagna. Le prime guglie dolomitiche orlano la selvatica valle del Piave. Lo scenario preannuncia paesaggi montani da dépliant, quelli distribuiti a migliaia da Consorzi di promozione turistica, Provincia, Regione, Pro loco e dalla miriade di associazioni di volontari che si prodigano per vendere al meglio il turismo. Da queste parti c'è da far fronte anche al tonfo delle piccole occhialerie.Ma l'arrivo a Calalzo è tutt'altro che patinato. La piccola stazione appare scalcinata, biglietto da visita sgualcito delle Dolomiti. Alcuni vasi di geranei rossi, messi dal Comune, e una buona pulizia tonificano leggermente l'ambiente, ma la sostanza è fatta di porte e muri scrostati, calcinacci che si staccano dal soffitto della pensilina, una trentina di lampade al neon rotte ormai da tempo indeterminato, una biglietteria che funziona solo negli orari meno frequentati, la rivendita di giornali chiusa, pare per l'esosità dell'affitto chiesto dalle Ferrovie. C'è anche un buco sul muro rattoppato con un pezzo di cartone.Da anni pende anche il progetto di depotenziamento, togliendo la figura del capostazione. Eppure da quassù parte e arriva il famoso treno dei Vip, il Calalzo-Roma, uno dei pochi ad offrire anche il servizio dell'auto al seguito.
A risollevare il senso di decadenza che alligna tra i binari, i nuovissimi monitor installati da un paio di mesi da Rfi e Tsf. Aggiornano in tempo reale i viaggiatori sui tempi di percorrenza dei treni. Un sistema all'avanguardia al quale aggrapparsi per credere che, forse, non tutto è perduto.
Lo stato peggiore è quello che affligge il controsoffitto della pensilina: infiltrazioni d'acqua dal tetto hanno scrostato le malte, che cadono a pezzi col rischio di finire in testa a qualche viaggiatore. La lunga fila di luci al neon che dovrebbe illuminare la banchina d'attesa funziona solo in piccola parte. «Da tempo - spiegano in stazione - le lampade sono bruciate».Le vecchie e solide porte di ingresso, realizzate ancora negli anni Cinquanta, gridano vendetta: la vernice non esiste quasi più, bruciata dal tempo e dal sole. I muri interni della piccola stazione sono anneriti, in parte scrostati.
Funziona bene il bar che contribuisce enormemente a reggere le sorti della stazione, offrendo ristoro e senso di accoglienza a chi arriva, oltre ad essere un punto di informazione prezioso visto l'orario ridotto dello sportello ticket e l'astrusità di due biglietterie automatiche davanti alle quali si formano sempre lunghe code di viaggiatori disorientati.La gente non manca, nemmeno per prendere l'ultima corsa delle 21 per Conegliano. Molti i turisti carichi di bagagli. Chiedono informazioni su come fare a Ponte nelle Alpi dove il treno ferma per la chiusura temporanea (fino al 23 settembre) della linea per Vittorio Veneto. Ad attenderli c'è il pullman sostitutivo.La stazione di Calalzo, dove fino 17 maggio 1964 si poteva trasbordare sul trenino delle Dolomiti che a scartamento ridotto portava fino a Cortina, resta l'ultima frontiera "compatibile" con lo spirito di trasporto che più si confà alla montagna. Ma lo stato in cui versa non regge il peso del compito di dare il benvenuto a chi arriva. La sorte delle stazioni chiuse è anche peggiore: Perarolo e Ospitale sono diventati giganteschi pannelli dove lo spray dei soli idioti ha colpito pesanemente nel disinteresse della proprietà.
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Segnalo che martedì 21 agosto, il telegiornale regionale di Raitre ha messo in onda un servizio sui disservizi (gioco di parole) per i lavori in succursale. Si commentavano i lavori, fornendo anche qualche dato, sulla falsariga dell'articolo di Gianluca Zandanel pubblicato il giorno stesso sul Gazzettino di Belluno. Immagini della stazione di Vittorio Veneto, degli operai che si apprestavano a tagliare un binario (quello che immette ai binari 2 e 3 lato Ponte). Il tutto concluso da due brevissime interviste a Reolon che ripeteva le già note e comprensibili rimostranze, e a Perrone che argomentava sull'importanza dei lavori e sull'impossibilità di effettuarli nottetempo.
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Il Gazzettino di Belluno, giovedì 24 Agosto 2006

In treno da Venezia a Cortina Siglata un'ipotesi di intesa
BELLUNO. La ferrovia Venezia-Cortina torna protagonista nel dibattito politico. E non solo a parole visto che sui tavoli della Regione Veneto, peraltro ben disposta verso il progetto, c'è un'ipotesi di protocollo firmata dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, da quello di Cortina, Giacomo Giacobbi, e dal presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon.«Arriverebbero turisti da tutto il mondo - afferma Reolon -. Sarebbe il Guggenheim delle Dolomiti. Questo collegamento è parte fondamentale del nostro Piano strategico per la provincia».
Anche il sindaco Giacobbi parla di «collegamento strategico» capace di pescare turisti in due bacini a potenziale mondiale come Venezia e l'aeroporto. Solo su un punto Giacobbi mette i paletti: il tracciato dovrà essere diverso da quello dismesso negli anni Sessanta.
Dalla Regione Veneto, intanto, arrivano segnali più che positivi. I primi li ha lanciati da Cortina In-con-tra Franco Miracco, portavoce di Giancarlo Galan: «Il progetto ferroviario Venezia-Cortina va sostenuto coinvolgendo anche i privati».
Marsiglia a pagina VII

Siglata recentemente e inviata in Regione un’ipotesi di protocollo tra il sindaco lagunare, quello di Cortina e il presidente della Provincia.
Ferrovia, prima intesa sulla Venezia-Cortina
Reolon: «Sarebbe il Guggenheim delle Dolomiti». Giacobbi: «Un’opera strategica, purché si cerchi un nuovo tracciato»

Belluno. Un'ipotesi di protocollo per una linea ferroviaria Venezia-Cortina-Dobbiaco è stata sottoscritta dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, da quello di Cortina, Giacomo Giacobbi, e dal presidente della Provincia di Belluno, Sergio Reolon.Il documento è stato inviato in Regione, all'attenzione del presidente Giancarlo Galan. Una risposta ufficiale ancora non è arrivata, ma proprio nei giorni scorsi, durante Cortina In-con-tra, il portavoce di Galan, Franco Miracco, è stato chiaro: «Il progetto di ferrovia Venezia-Cortina va sostenuto coinvolgendo anche i privati».
L'obiettivo dell'ipotesi di protocollo è quello di costituire un Comitato al quale affidare uno studio su una forma di turismo integrato tra Venezia e le Dolomiti e dentro a questo ripristinare il collegamento ferroviario. Perché il grande progetto di rilancio del turismo bellunese, secondo il presidente Reolon, passa proprio attraverso i binari.«Sono certo che con una linea Venezia-Cortina-Dobbiaco - dice - arriverebbero turisti da tutto il mondo. Sarebbe il Guggenheim delle Dolomiti, il porto di Genova di Renzo Piano, ovvero opere capaci di rilanciare a livello mondiale una località. Chiaro che - prosegue realisticamente Reolon - è impensabile ottenere soldi pubblici. Vanno coinvolti i privati. Ho molto apprezzato che Miracco, proprio da Cortina, ne abbia parlato. La sua dichiarazione sicuramente va interpretata come una volontà di Galan di affrontare il tema. Spero che al più presto ci possa davvero sedere a quel tavolo auspicato per affrontare organicamente le problematiche della montagna». Di ferrovia Reolon ne ha parlato anche con il vice ministro ai trasporti, Cesare De Piccoli, trovando condivisione e sostegno.
La posizione di Regione e Provincia trovano perfettamente allineato il sindaco di Cortina, Giacomo Giacobbi, costretto ogni giorno a far di conto con un traffico crescente e l'esigenza di tutelare uno dei paesaggi più belli al mondo. Ma lo spazio per ampliare il turismo c'è, eccome, purché compatibile con l'ambiente. E la ferrovia resta l'unica chiave di volta. Pescare turisti direttamente dall'immenso bacino lagunare sarebbe la quadratura del cerchio.
«Il collegamento con Venezia è strategico - spiega Giacobbi -, sia perché è un polo turistico mondiale sia perché c'è l'aeroporto. Impensabile però utilizzare il vecchio tracciato, che oggi è una favolosa pista ciclabile e che col treno potrà essere un binomio formidabile. Oggi, il centro di Cortina, non sarebbe in grado di sopportare il passaggio di una ferrovia. È necessario quindi pensare ad un tracciato diverso e su questo ragionare. Sia sotto il profilo turistico sia sotto quello del collegamento noi guardiamo da sempre con favore alla ferrovia».
Treno, dunque, come messo arteria che porta "sangue" alla capillarità della montagna. Un esempio di come la locomotiva eserciti fascino e venga considerata più che un mezzo di viaggio un mezzo di svago, arriva dai treni treni turistici organizzati durante le estati. Ogni volta è un successo che si ripete. Da più parti si auspica un potenziamento dell'iniziativa sfruttando nel frattempo la linea esistente fino a Calalzo. Ma Trenitalia non sembra sentirci.«Già quando ero assessore ai trasporti - spiega Reolon ricordando gli anni Novanta - tentai a lungo di ripristinare, per un giorno la settimana, la vecchia freccia delle Dolomiti (Milano-Calalzo), ma la proposta non ha mai trovato orecchi sensibili».
Lauredana Marsiglia
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Il Gazzettino di Belluno, venerdì 25 agosto 2006

Belluno
«Ripensare e progettare ...

Belluno. «Ripensare e progettare una ferrovia dall'aeroporto Marco Polo fino a Cortina è una soluzione di cui la Regione vuole occuparsi e lo farà in accordo con gli enti locali. Non credo davvero che si possano trovare posizioni contrarie, nemmeno tra i miei amici ambientalisti».
Le parole del governatore veneto Giancarlo Galan suonano come campane a festa da queste parti, dove il sogno di prolungare la ferrovia assilla da almeno vent'anni gli amministratori, rimasti sempre a bocca asciutta di fronte alla carenza di fondi delle Ferrovie. L'idea ha già una base solida, tanto che, verso la metà di settembre, allo stesso tavolo siederanno i Comuni di Venezia e Cortina, le tre Province interessate (Venezia-Treviso-Belluno) e le rispettive Camere di Commercio. L'obiettivo è trovare un progetto condiviso, sul quale coinvolgere i privati, per farlo arrivare ai tavoli governativi nella speranza di poter attingere ai fondi europei sulla competitività previsti dalla misura Ue 2006-2013.
«Protagonista dovrà essere il privato - afferma Galan -. Sia ben chiaro che la Regione sarà ferma nel dire no ad una nuova società a capitale pubblico, perché il denaro dei cittadini va speso per dare servizi e infrastrutture non per creare nuovi affari».
Base di partenza è lo studio di fattibilità, realizzato ancora nella metà degli anni Novanta con un finanziamento regionale, che prevede un collegamento Calalzo-Dobbiaco per un impegno di spesa all'epoca quantificato in 1.100 miliardi di lire.
«Bolzano si è sempre detta contraria a mettere soldi - afferma Oscar De Bona, assessore regionale che con i colleghi Chisso, Marangon e Gava fa parte del gruppo di lavoro che si sta occupando del progetto -, pertanto arrivare fino solo a Cortina riduce notevolmente i costi. Su questo progetto il presidente Galan sta lavorando da un paio di mesi. Sarà comunque complementare alla circonvallazione e non sostitutivo». Legare la laguna alle Dolomiti significa aprire un canale fondamentale per la mobilità turistica, per integrare i flussi che si muovono tra due delle località più conosciute al mondo, ossigenando di riflesso le realtà intermedie, dalle città d'arte alle colline pedemontane ricche di spunti storici ed ambientali. Senza contare nell'irrobustimento dell'intera liena.
Da Cortina il sindaco, Giacomo Giacobbi, chiede però di pensare ad un tracciato diverso da quello esistente oggi in gran parte occupato da una splendida pista ciclabile.Marsigliaa pag. VIII

FERROVIA Il governatore spalanca la porta al progetto di potenziare e prolungare il trasporto su rotaia guardando soprattutto ad un’ottica turistica
«In treno a Cortina coinvolgendo i privati»
Galan: «Ci stiamo lavorando. Collaboreranno anche gli enti locali. Credo che nemmeno gli amici ambientalisti potranno opporsi»

Belluno. Un collegamento ferroviario diretto tra l'aeroporto di Tessera e la Regina delle Dolomiti, da realizzare coinvolgendo il privato e mettendo fin da subito al bando possibili tentazioni di creare nuove e costose società a capitale pubblico.I soldi pubblici servono per dare servizi, non per creare nuovi "affari" nel sottobosco della politica.Parola di Giancarlo Galan, presidente della giunta regionale veneta, che, rompendo il silenzio su un argomento che ha visto i Comuni di Venezia e Cortina e la Provincia di Belluno siglare un'ipotesi di protocollo per un progetto di turismo integrato, spalanca la porta all'iniziativa prendendone la regia.«Crediamo fermamente alla possibilità di un collegamento ferroviario Venezia-Cortina - spiega -, e a questo progetto stiamo già lavorando. C'è già uno scambio di carte in atto».
Più di semplici chiacchiere per un'idea che da anni frulla nella testa degli amministratori bellunesi e che, nella metà degli anni Novanta, è stata anche sviscerata in uno studio di fattibilità che ha messo giù tracciati e previsto i costi di un prolungamento fino a Dobbiaco.
Che la Regione Veneto sia impegnata a potenziare la mobilità su treno è un dato che, secondo Galan, trova conferma nello sforzo della Regione Veneto per realizzare la cosiddetta metropolitana di superficie su scala regionale. «E speriamo che possa arrivare presto anche a Belluno» afferma, cosciente di come oltre il Fadalto il servizio ferroviario non sia certo dei migliori, specie in questi giorni di interruzione della linea tra Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi.
«Riteniamo che i fruitori debbano essere sempre servizi al meglio - prosegue il governatore adducendo a non sempre buoni rapporti con Trenitalia -, e il Bellunese non sempre lo è».
Occhi puntati sulla montagna turistica, dunque, consapevoli dell'affanno in cui versa la viabilità. Arrivare a Cortina nelle stagioni di punta è un'impresa titanica, con l'Alemagna costantemente sotto pressione, mentre il traffico continua a crescere di anno in anno. E mentre la possibilità di una viabilità alternativa, realizzata magari a suon di varianti rispetto agli abitati, si impantana sempre di più nei diversi punti di vista, la ferrovia sembra mettere tutti d'accordo. Un buon punto da cui partire.
«Penso che se il Veneto riuscirà a realizzare tutte le infrastrutture viarie e ferroviarie che sono in progetto o in fase di realizzazione - prosegue il presidente Galan -, ne avrà a sufficienza per garantire un'ottima mobilità. A quel punto dovrà pensare a tutelare ancor più e meglio i suoi beni paesaggistici e naturali. Ecco perché, vedo bene un ritorno alla ferrovia. Quindi, ripensare a progettare un collegamento tra l'aeroporto Marco Polo e Cortina è una soluzione di cui la Regione vuole occuparsi e lo farà in accordo con gli enti locali. Non credo davvero che si possano trovare posizioni contrarie, nemmeno dai miei amici ambientalisti».
E se il piatto dei finanziamenti pubblici piange, Galan guarda al privato, così come avviene per le grandi opere in altre Paesi europei. «Protagonisti del progetto - spiega - dovranno essere i privati. Sia ben chiaro che la Regione sarà ferma nel dire no ad una nuova società a capitale pubblico, perché il denaro dei cittadini va speso per dare servizi e opere pubbliche e non per creare nuovi affari. Il gioco va quindi obbligatoriamente allargato ai privati, come succede da tempo in altri Paesi europei».
Un collegamento Venezia-Cortina, ha detto proprio in questi giorni il presidente della Provincia, Sergio Reolon, «diventerebbe il Guggenheim delle Dolomiti», un'opera capace di richiamare turisti da tutto il mondo, rilanciando nel contempo le linee locali da anni ormai brutalmente considerate rami secchi.
Lauredana Marsiglia
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Il Gazzettino di Belluno, martedì 29 agosto 2006

TRASPORTI Auteliano (Cisl) ricorda i problemi quotidiani di chi usa le ferrovie
«Guardia alta con Trenitalia»

«Benvenga il treno Cortina-Venezia! Ma non si dimentichino, al contempo, i tanti piccoli-grandi problemi delle locali tratte ferroviarie con i quali, quotidianamente, ci si deve confrontare».
Il segretario provinciale della Fit-Cisl Santo Autelitano, nell'accogliere a braccia aperte la notizia della possibile nuova nascita, invita gli amministratori a non abbassare la guardia. «Mi rendo conto - afferma - che Trenitalia non è un interlocutore sempre presente ed efficiente. Ma cerchiamo di entrare nell'ottica che i treni esistono 365 all'anno e che, quindi, le istanze mosse all'azienda devono essere continue e pressanti. E' bello gioire per una notizia positiva come il Cortina-Venezia. E' già meno entusiasmante rendersi conto, per l'ennesima volta, dei disagi che è già da quasi vent'anni che i sindacati vanno lamentando. Il Bellunese paga un'annosa carenza di personale nelle biglietterie delle stazioni e nel personale di bordo dei treni. Mentre necessita di una linea più veloce, magari cadenzando un treno più celere a un altro che fa invece più fermate. Perché, ci chiediamo, la realizzazione della metropolitana di superficie è partita per la tratta Padova-Castelfranco e non, ad esempio, da Calalzo-Feltre o Ponte nelle Alpi-Montebelluna? E ancora, che fine ha fatto l'abbonamento integrato treno-bus? Mancano circa due settimane all'inizio delle scuole e tutto sembra essere stato messo nel dimenticatoio. Un'altra domanda fa riferimento ai tipici problemi invernali: c'è l'intenzione da parte dell'azienda di offrire maggiore manutenzione a determinati mezzi? Se così non sarà i problemi non mancheranno a verificarsi con l'abbassarsi delle temperature. E come la mettiamo con il personale che è sempre più ridotto? Senza tenere conto che nel 2008 ci sarà un esodo di persone che andranno in pensione. Il nostro timore è che non vengano più sostituite e che, di conseguenza, le stazioni bellunesi siano destinate a orari di apertura sempre più limitati».
«Alla luce di tutto ciò - conclude Autelitano - i sindacati chiederanno all'azienda un incontro. Serve una concertazione, in termini di personale e di mezzi, da realizzare alla presenza anche di tecnici e di amministratori».
Raffaella Gabrieli


Di questo strano dibattito, per alcuni aspetti assolutamente fuori stagione, sulla prosecuzione della ferrovia oltre Calalzo, se ne è occupato pure il telegiornale regionale di Raitre, che evidentemente a corto di notizie pesca a piene mani dai quotidiani locali.
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Il Gazzettino di Belluno, mercoledì 30 agosto 2006

Quattro ore per arrivare...
Belluno. Quattro ore per arrivare da Venezia a Belluno, contro l'ora e un quarto che, normalmente, il regionale delle 20.02 dovrebbe impiegare per collegare i due capoluoghi. Un tempo di percorrenza che, più o meno, anche ora che sono in corso i lavori di manutenzione sulla linea Vittorio Veneto - Ponte Nelle Alpi, temporaneamente interrotta, non dovrebbe subire grandi variazioni, grazie alla predisposizione, garantita da Trenitalia, di corriere sostitutive.
Domenica sera, invece, a una sessantina di viaggiatori è accaduto, una volta usciti sul piazzale della stazione di Vittorio Veneto, dove erano arrivati verso le 21.15, in perfetto orario sulla tabella di marcia, di non trovare traccia della corriera.
«All'inizio - racconta un ragazzo di Belluno che ha chiesto di mantenere l'anonimato - il capotreno, che doveva salire sulla corriera con noi, per poi proseguire il viaggio, ci ha spiegato che il ritardo era dovuto ad alcune code». Nonostante la rassicurazione, però, l'automezzo continua a non arrivare.
«A quel punto - prosegue il giovane - il capotreno si è informato della situazione». E' emerso, allora, che la corriera non era ritardata dal traffico, ma non si era mai messa in moto. «Il capotreno - racconta ancora il ragazzo - ha fatto un'altra telefonata per allertare l'autista e farci venire a prendere».
L'attesa si è allungata a dismisura ed ognuno, disperando sempre più dell'arrivo del veicolo sostitutivo, ha cercato di arrangiarsi. «A scendere dal treno - spiega il giovane passeggero - eravamo una sessantina, ma, alla fine, sulla corriera siamo saliti in una trentina al massimo. Chi ne aveva la possibilità, infatti, si è fatto venire a prendere». Per gli altri, invece, non è rimasto altro da fare che attendere l'arrivo della corriera, avvenuto verso le 23.30 e, a mezzanotte, l'arrivo a Belluno.
Quello di domenica non è il primo disagio del genere capitato ai viaggiatori nel Bellunese: a inizio agosto, infatti, un centinaio di passeggeri, diretti da Venezia a Calalzo, furono fatti scendere, senza alcun avvertimento preventivo, a Ponte Nelle Alpi, dove, ad attenderli, trovarono un unico autobus. Inoltre, il servizio sostitutivo di corriere, anche quando funziona alla perfezione, non può garantire gli stessi tempi di percorrenza del treno, vista la conformazione del territorio.
Lorenzo Zoli


Notate lo strafalcione d'antologia: un'ora e un quarto per andare da Belluno a Venezia in treno!

Il Gazzettino di Treviso, mercoledì 30 agosto 2006

Disagi e proteste per i pendolari da una settimana alle prese con la chiusura dell’unico binario ferroviario
Caos trasporti, treni fermi e bus fantasma
Per due giorni consecutivi tra Vittorio e Conegliano non hanno circolato alcune corse sostitutive

Vittorio Veneto. Tra Vittorio e Conegliano va in scena il caos del trasporto pubblico. Sono tempi duri per gli utenti di Trenitalia che da oltre una settimana patiscono la chiusura per lavori dell'unico binario attivo tra Vittorio e Ponte nelle Alpi. Al posto di molti treni (stranamente anche di quelli circolanti sul solo tratto Conegliano - Vittorio, regolarmente aperto) circoleranno fino al 22 settembre bus sostitutivi secondo un programma che sta però facendo acqua da tutte le parti, soprattutto dall'altro ieri, lunedì, quando hanno ripreso a circolare dopo la pausa estiva numerosi collegamenti tra Vittorio e Conegliano. Ne sa qualcosa la quarantina di pendolari che normalmente utilizza il regionale 5675 in partenza da Vittorio alle 7.51 e arrivo a Conegliano alle 8.06 dopo essersi fermato a Soffratta alle 7.54. Da lunedì scorso il treno è sostituito da un bus, o meglio dovrebbe esserlo visto che né lunedì né ieri martedì la corriera è stata avvistata dai viaggiatori. «In entrambi i giorni il bus non è passato - lamenta la cenedese Elena C., collaboratrice dell'Usl a Conegliano - molti di noi, vedendo passare i minuti ma non l'autocorsa, hanno deciso di risalire fino al centro e lì prendere il treno per Venezia delle 8.19. E comunque, anche se il bus passasse come da orario provvisorio, chi prosegue per Udine e Venezia perderebbe le abituali coincidenze visto che il bus è più lento del treno. Ho scritto una mail di protesta a Trenitalia e segnalato l'inconveniente alla biglietteria della stazione di Conegliano». «Oggi (ieri martedì, ndr) l'altoparlante della stazione di Vittorio ha regolarmente annunciato il bus delle 7.51, che però non si è visto» conferma Giuseppe Ranieri, un altro pendolare.
E il "bus fantasma" si è materializzato - anche in questo caso per due giorni consecutivi - pure in senso inverso, cioè tra Conegliano e Vittorio. Né lunedì né ieri, infatti, è circolata l'autocorsa sostitutiva del regionale 5682, in partenza da Conegliano alle 11.44 con capolinea a Vittorio. Nonostante le proteste, infatti, i viaggiatori in partenza non hanno nemmeno visto il loro bus: lunedì si sono dovuti rassegnare ad attendere la doppia corriera che sostituiva il regionale per Belluno delle 12.31 (una delle quali è partita completamente vuota), ieri invece, dopo febbrili consultazioni tra il personale di Trenitalia e gli autisti dei due bus sostitutivi del regionale 11115 appena arrivati da Calalzo, i viaggiatori che attendevano il bus delle 11.44 sono stati fatti eccezionalmente salire, vista l'emergenza, su un terzo torpedone partito fuori servizio da Conegliano a mezzogiorno e un quarto e poi ripartito come da orario da Vittorio alle 13.30 alla volta di Ponte nelle Alpi.
Luca Anzanello
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Il Gazzettino di Belluno, venerdì 1 settembre 2006

IL CASO Ieri incontro in Prefettura dopo l’ennesimo grave disagio in relazione ai lavori di ammodernamento della tratta Ponte nelle Alpi-Vittorio Veneto
Trenitalia aiuterà i pendolari con un call center
La linea telefonica servirà a segnalare problemi e disagi ma anche a ricevere qualsiasi tipo di informazione su treni e orari

In sei attorno ad un tavolo per cercare di eliminare i disagi che in questi giorni gli utenti del treno nella tratta compresa fra Ponte nelle Alpi e Vittorio Veneto sono stati costretti a subire.
L'iniziativa è stata del Prefetto, Delfina Provvidenza Raimondo, che conosciuti i fatti dei giorni scorsi ha convocato i responsabili della Direzione Territoriale del Veneto di Trenitalia e quelli del Compartimento di Venezia di Rfi, Rete ferroviaria italiana, il sindaco di Ponte nelle Alpi Fulvio De Pasquale e i rappresentanti della Polfer. All'ordine del giorno i problemi conseguenti ai lavori di adeguamento della tratta Ponte-Vittorio, opere di consolidamento e adeguamento dell'unico binario esistente necessarie sì per garantire la sicurezza, ma che hanno procurato problemi di ogni tipo.
Non percorribile la linea, il servizio di linea è stato garantito dalle corse sostitutive di pullman. Ma quanti problemi! Utenti in stazione senza informazione sui ritardi, lasciati in attesa non solo dell'autocorriere ma anche di notizie che non arrivavano mai.
«Fra le soluzioni proposte dal Prefetto - riferisce il primo cittadino di Ponte - anche il potenziamento dell'informazione stessa, magari con l'istituzione di un call center a cui rivolgersi. I responsabili delle Ferrovie hanno detto che le informazioni ci sono, ma i cittadini si sono comunque lamentati. Per questo il servizio dovrà essere quanto meno potenziato».
E su questo preciso punto Trenitalia e Rfi nei prossimi giorni elaboreranno un progetto ed un piano che saranno poi sottoposti allo stesso Prefetto. Il Comune di Ponte si adopererà per contribuire a veicolare le informazioni.
Nel corso dell'incontro vi è stata anche qualche perplessità circa il periodo scelto per i lavori che termineranno comunque entro il 23 settembre. Essi, è stato replicato, sono stati fatti iniziare dopo ferragosto per danneggiare il meno possibile i turisti che in quel periodo dalla pianura salgono verso la montagna.
Tuttavia in Veneto le scuole inizieranno la 11 settembre e non sono pochi gli studenti che si servono del treno per frequentare scuole di Vittorio Veneto o addirittura di Treviso. Oltre ad essi, è stato ricordato, la preoccupazione è anche per i numerosi lavoratori pendolari. Per tutti sono stati auspicati il superamento dei problemi esistenti e la fine più solerte possibile dei disagi.
Giovanni Santin

LA TESTIMONIANZA
Già sabato sera c'era stato un pesante ritardo del pullman

(gis) Trenitalia colpisce ancora. A fare le spese della «mancata professionalità delle Ferrovie» è Elena De Marco che sabato sera è stata costretta a fare i conti con i disagi legati ai lavori sulla tratta ferroviaria Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi.
«Alle ore 21,20 di sabato sera alla stazione di Vittorio Veneto, oltre a me sono scese altre 25 persone, fra cui anche alcuni bambini, per poi proseguire verso Belluno; nel mio caso e di altre due persone fino a Longarone. All'uscita ci sarebbe dovuto essere il pullman che sostituiva il treno. Sta di fatto che abbiamo trascorso un'ora in attesa senza che nessuno si sia preoccupato della cosa».
Disagi che in questo scorso d'estate si ripetono con troppa insistenza.
Ma la disavventura occorsa a Elena De Marco non finisce qui: «Arrivati a Ponte nelle Alpi, pur con il biglietto sino a Longarone già pagato, sono stata costretta a farmi venire a prendere perché la coincidenza da Ponte per Longarone non c'era più, non aveva aspettato il pullman in ritardo».
«Mi stupisco ancora - conclude la signora Elena - che Trenitalia invece di spendere denaro per la pubblicità, non lo impieghi per assicurare ai contribuenti un miglior servizio».


La cronaca assume sempre più i colori della farsa e della telenovella!
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Il Gazzettino di Belluno, mercoledì 6 settembre 2006

Ora l'abbonamento Unico Studenti ...
Ora l'abbonamento Unico Studenti Trenitalia si potrà acquistare anche nelle agenzie Dolomitibus di Belluno, Feltre e Calalzo. La novità è stata resa possibile dall'accordo firmato fra la Provincia, Dolomitibus e Trenitalia. Per gli studenti il beneficio è immediato perché, a differenza di quanto accadeva nei due anni precedenti, pagheranno direttamente la tariffa agevolata anziché attendere il rimborso della Provincia a fine anno scolastico.
L'anno scorso gli abbonamenti Unico Studenti venduti da Dolomitibus sono stati 19.482, fra settimanali e mensili, e quasi 8mila gli integrati fra trasporto urbano ed extraurbano, per un totale di circa 28mila. I rimborsi chiesti per l'abbonamento ferroviario sono stati invece 26 il primo anno e trenta il secondo.
La Provincia stanzia 600mila euro annui di spese per il trasporto scolastico agevolando così ben seimila studenti. La promozione è indirizzata alle scuole dell'obbligo e alle superiori. I ragazzi, da qualsiasi località si trovano a partire e a dover arrivare, pagano un abbonamento settimanale di 10 euro e uno mensile di 25 euro. Lo stesso costo verrà applicato all'abbonamento ferroviario.
«Al momento non è ancora possibile offrire un abbonamento integrato gomma-ferrovia - spiega l'assessore provinciale Quinto Piol - ma contiamo entro fine settembre di arrivare ad un altro accordo sperimentale, con l'integrazione fino a Calalzo».
La tariffa applicata agli studenti è quella minima, cioè considerata su un tragitto fino a 5 chilometri. «E permette di applicare pari opportunità a tutti i ragazzi della provincia, uniformandoli anche dal punto di vista sociale» commenta Piol.
Il resto del tragitto lo paga la Provincia sia a Dolomitibus sia a Trenitalia, mentre l'azienda dei trasporti su gomma, da quest'anno rimborserà a quella dei treni l'importo dell'abbonamento privilegiato per chi andrà a scuola in carrozza ferroviaria.
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Il Gazzettino di Treviso, giovedì 7 settembre 2006

I lavori dovrebbero concludersi sabato 16 settembre ed i treni potranno tornare a circolare alle 23.30
La ferrovia riapre con sette giorni di anticipo

Vittorio Veneto (L. A.) Riapre con una settimana di anticipo la ferrovia per Ponte nelle Alpi. Anziché sabato 23 settembre, come annunciato prima della partenza dei lavori, l'unico binario della linea che collega Conegliano e Vittorio Veneto con la montagna tornerà ufficialmente in funzione intorno alle 23.30 di sabato 16 settembre, consentendo così la ripresa della circolazione dei convogli da e per il Cadore già dal giorno successivo.
La notizia, anticipata ieri mercoledì dal direttore compartimentale di Rete Ferroviaria Italiana Antonio Perrone, fa tornare il sorriso ai tanti pendolari che dallo scorso 21 agosto stanno facendo i conti con la chiusura della linea. In alcuni giorni, infatti, il programma di bus approntato per sostituire i convogli costretti al palo dai lavori di manutenzione della linea ha fatto acqua da tutte le parti. Il motivo della riapertura anticipata della linea è la riorganizzazione in corsa dei cantieri da parte di Rfi, che ha investito maggiori risorse e disposto anche turni lavorativi notturni.
Il ripristino con 7 giorni di anticipo della linea Vittorio - Ponte nelle Alpi farà felici soprattutto gli studenti, che saranno costretti a servirsi dei bus sostitutivi solamente per i primi sei giorni dell'anno scolastico che inizia lunedì.


In compenso la prossima settimana verrà completamente chiuso alla circolazione anche il tratto Conegliano - Vittorio Veneto.
Bella notizia quella che riescano a concluder i lavori una settimana prima del previsto, cessando con quelli i numerosi disservizi legati alle corse sostitutive. Disagi più contenuti anche per il buon Rudy che ultimamente si disperava pianificando percorsi alternativi tipo la riapertura ad hoc della Montebelluna - Susegana.
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Beh..questa mi pare un'ottima notizia!!!! :D chissà che esca anche una nuova circolare da RFI che aumenta i limiti di velocità!!almeno ripristinare quelli anni'70 :!: :D :D
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Saif
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aln ha scritto: Bella notizia quella che riescano a concluder i lavori una settimana prima del previsto, cessando con quelli i numerosi disservizi legati alle corse sostitutive. Disagi più contenuti anche per il buon Rudy che ultimamente si disperava pianificando percorsi alternativi tipo la riapertura ad hoc della Montebelluna - Susegana.
Meno male! Lunedì avrei già dovuto provare l'ebrezza (da ubriacarsi proprio) delle autocorse, che unite ai normali cambi avrebbero dato probabilmente: corriera+corriera+treno+corriera+treno+treno+autobus. Miracolosamente ho trovato un passaggio in auto, ma martedì sera quando tornerò su non avrò scampi, ci sarà da piangere ho paura..
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aln
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Il Gazzettino di Treviso, sabato 9 settembre 2006

LAVORI AI BINARI
Soppressi anche i pochi treni rimasti. Gli orari delle autocorse sostitutive

Vittorio Veneto (L. A.) «Non c'è rosa senza spine" recita un noto proverbio che ben si addice agli utenti vittoriesi di Trenitalia, i quali dopo avere sorriso per l'annuncio che la linea Vittorio-Ponte nelle Alpi riaprirà con una settimana di anticipo (domenica 17 anziché sabato 23) tornano ora a rabbuiarsi. Con un "avviso urgente" affisso nelle stazioni, infatti, Trenitalia ha reso noto che da lunedì 11 a sabato 16 l'orario provvisorio della linea sarà modificato con la soppressione, e la sostituzione con bus, dei pochi treni rimasti in servizio tra Vittorio e Conegliano nelle prime due settimane di interruzione della linea. Per l'intera settimana, quindi, tutti i collegamenti tra Vittorio e Conegliano saranno garantiti da autocorse. Ecco le novità della settimana 11-16 settembre, la prima ad anno scolastico in corso. Direzione Calalzo: Treno 32298 sostituito da bus che parte da Conegliano alle 7.14 e arriva alle 7.40 a Vittorio dove alle 7.50 parte bus per Ponte nelle Alpi; 11110 fa capolinea a Conegliano dove alle 9 parte bus per Calalzo; 11116 fa capolinea a Conegliano dove alle 13.10 parte bus per Ponte nelle Alpi; 11126 fa capolinea a Conegliano dove alle 14.45 parte bus per Belluno; 11124 fa capolinea a Conegliano dove alle 16.15 parte bus per Calalzo; 11138 fa capolinea a Conegliano dove alle 18.45 parte bus per Calalzo; 11146 fa capolinea a Conegliano dove alle 21.10 parte bus per Belluno.
Direzione Venezia: Treno 11101 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 6.24) a Conegliano (arriva 6.50), dove alle 7.00 parte treno per Venezia; treno 11103 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 7.54) a Conegliano (arriva 8.20), dove alle 8.33 parte treno per Venezia; treno 11115 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 10.54) a Conegliano (arriva 11.20), dove alle 11.29 parte treno per Venezia; treno 11117 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 11.44) a Conegliano (arriva 12.10), dove alle 12.20 parte treno per Venezia; treno 11133 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 17.54) a Conegliano (arriva 18.20), dove alle 18.32 parte treno per Venezia; treno 11141 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 19.44) a Conegliano (arriva 20.10), dove alle 20.21 parte treno per Venezia; treno 11149 Vittorio - Venezia sostituito da bus da Vittorio (parte 21.54) a Conegliano (arriva 22.20), dove alle 22.32 parte treno per Venezia. Invariati gli altri orari provvisori. E per i lavori alla tratta ferroviaria, da lunedì al 15 settembre è stata emessa un'ordinanza dii chiusura temporanea per i passaggi a livello di via Foscolo, via delle Fonti e via Castello di S. Martino.
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Dal gazzettino di Belluno del 10.09.06

I "tempi lunghi" delle ferrovie

Belluno
I "tempi lunghi" delle Ferrovie non risparmiano neppure i pellegrinaggi. Quello diocesano per Lourdes che partirà domattina alle 11.30 dalla stazione di Belluno rischia di battere il record assoluto di percorrenza: ventotto ore di viaggio per i quasi 500 pellegrini, tra sani e malati che come succede da moltissimi anni nel mese di settembre raggiungono il paesino sotto i Pirenei e il grande santuario mariano dove l'Immacolata Concezione apparve alla giovane pastorella Bernardette. Secondo la tabella di viaggio comunicata all'Unitalsi, l'associazione che si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes e ad altri santuari in tutta Europa, il fischio di partenza del convoglio verrà dato alla stazione di Belluno alle 11.30, ma l'arrivo è previsto soltanto alle 16 del giorno dopo. I pellegrini saranno costretti a fermarsi ben tre ore a Ventimiglia, cittadina ligure al confine con la Francia, ed attendere di poter passare sulle linee francesi. In tempi passati i tempi di percorrenza erano contenuti dalle 20 alle 24 ore. «Le Ferrovie ci hanno detto che la sosta prolungata è per motivi tecnici tra le società ferroviarie italiane e francesi - spiega don Lino Del Favero, parroco di Pieve d'Alpago tra gli organizzatori della trasferta diocesana a Lourdes - e dobbiamo sottostare a questa tabella. Questo comporterà certamente dei disagi, soprattutto per gli ammalati che si dovranno sobbarcare qualche ora di treno in più. Ma non voglio assolutamente fare polemiche: d'altronde lo spirito del pellegrinaggio è così intenso da far superare anche questi problemi». Il ritorno non dovrebbe invece creare problemi: partenza domenica 20 settembre da Lourdes alle 18 ed arrivo il giorno dopo alle 15. Il treno in partenza domattina da Belluno sarà spezzato in due tronconi fino a Castelfranco per motivi di sicurezza: le stazioni bellunesi non hanno marciapiedi abbastanza lunghi per ospitare tutti e 14 i vagoni del treno speciale. Il primo convoglio si muoverà quindi alle 11.30, il secondo con carro cucina un'ora dopo, alle 12.30. L'Unitalsi ha già organizzato tutto per assicurare il pranzo ai pellegrini: i pasti per il primo troncone saranno preparati nel vagone cucina in attesa della partenza, la seconda tornata verrà allestita in viaggio per chi partirà dopo. I 480 pellegrini, di cui 120 malati, saranno assisiti da 150 tra sorelle e barellieri, 4 medici e alcune infermiere professionali.Maurizio Dorigo

Nonostante il primo girono di scuola farò il possibile per presenziare il passaggio del treno o a busche o a feltre!!.. 8)
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Il Gazzettino di Belluno, martedì 12 settembre 2006

Doveva partire alle ...
Belluno. Doveva partire alle 11.30 il primo dei due tronconi del treno speciale con i pellegrini per Lourdes. Invece ha maturato quasi un'ora di ritardo lasciando la stazione di Belluno con le prime 7 carrozze dopo le 12.20.
Il secondo convoglio, con gli altri sette vagoni è invece partito alle 12.33, tre minuti dopo l'orario previsto. I due tronconi si sono riuniti a Castelfranco Veneto in un unico treno per raggiungere la cittadina francese dei Pirenei alle 16 di questo pomeriggio. Ad attendere con pazienza il fischio di partenza anche il vescovo di Belluno e Feltre Giuseppe Andrich, anch'egli pellegrino insieme a quasi 500 bellunesi, di cui 130 malati, per il viaggio organizzato dalla Diocesi da trentasei anni. Il ritardo è dipeso da problemi organizzativi: Trenitalia ha fatto giungere a Belluno le carrozze per il treno speciale solamente ieri mattina e non, come accadeva negli anni passati, la sera prima. Questo ha costretto agli organizzatori dell'Unitalsi, l'associazione che promuove i viaggi a Lourdes e ad altri santuari in Italia ed Europa, ad un surplus di lavoro. «Abbiamo dovuto caricare i 40 malati barellati nei due vagoni attrezzati in un'ora - racconta il referente per Belluno dell'Unitalsi Paolo Soravia - solitamente questa operazione la facevamo in almeno tre ore. Ma la nostra organizzazione si è spesa al meglio e alla fine tutto è stato sistemato».
Ad accompagnare i pellegrini durante il viaggio e nei sette giorni di permanenza a Lourdes ci sono 150 tra barellieri, suore, quattro medici e numerose infermiere professionali, mentre il servizio spirituale sarà garantito da una quarantina di sacerdoti. A raggiungere i pellegrini a Lourdes ci saranno altri 73 bellunesi che hanno prenotato il volo in aereo. Un viaggio certamente più comodo: il convoglio su rotaia viaggerà infatti complessivamente 28 ore. Le Ferrovie hanno previsto una sosta di mezz'ora a Castelfranco per unire i due tronconi del treno, un'ora a Brescia e tre ore a Ventimiglia. «Per la precisione dalle 1.12 di notte alle 4.06 del mattino - conferma il capo dei barellieri Danilo Carlesso - Fortunatamente i pellegrini, soprattutto i 120 ammalati e i 40 barellati a quell'ora dormono; a noi spetterà invece la sorveglianza del treno». La dilatazione del viaggio costringerà gli organizzatori a fornire anche un pasto in più, quello di oggi a mezzogiorno, preparato nel vagone cucina che viaggia con il treno speciale. Solitamente i treno ci impiegava quattro ore in meno e arrivava a Lourdes nel primo pomeriggio. Non ci dovrebbero essere grane per il viaggio di ritorno. Quest'anno al pellegrinaggio partecipa anche una delegazione dell'Associazione bellunesi nel mondo: ospite dell'Abm una ragazza di Petrosani, in Romania, Silvia Mirta. La più giovane pellegrina è Elena Lorenzini, ha soli due anni ed è di Selva di Cadore. Il più anziano un barelliere alpagoto di 84 anni, Giusto Barattin. Maurizio Dorigo

Da Trenitalia non arrivano spiegazioni ...
Da Trenitalia non arrivano spiegazioni ufficiali sul ritardo del convoglio per Lourdes partito ieri da Belluno, ma la causa potrebbe essere la volontà di risparmiare su uomini e mezzi. Negli anni scorsi l'arrivo delle vetture vuote a Belluno era previsto con largo anticipo rispetto alla partenza del treno, spesso il giorno prima, per avere più tempo per le operazioni di manovra e di sistemazione dei viaggiatori, scelta oculata ma più costosa rispetto all'arrivo solo due ore prima. Dato il breve tempo a disposizione, questa volta ha dunque ritardato la partenza. A parte il tempo di attesa prima di poter salire a bordo, i disagi probabilmente non saranno comunque molto pesanti: il treno ha tempi di percorrenza lunghissimi e sono previste parecchie soste per dare il passo o incrociare altri treni, per cui l'arrivo a Lourdes sarà probabilmente in orario. Trattandosi di un treno straordinario, dovrà "infilarsi" tra i treni normali per tutto il percorso, viaggiando spedito solo di notte, quando i binari sono più liberi. E una lunga sosta è prevista anche a Ventimiglia, per le operazioni di verifica e di cambio locomotiva per accedere alla rete francese. Gianluca Zandanel
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