Queste sparate non sono delle boutade, sono d'accordo con te caro Stazione per l'Alpago, perché hanno alcune cause e alcuni scopi ben precisi che però esulano completamente dal mondo dei trasporti, se non fosse che servono a fare confusione e a screditare le idee più meritevoli. E io resto della mia convinzione: che una ferrovia che passi per Cortina è più meritevole di una che passi per Campòn.
Come uno scopo ben preciso ha il seguente articolo telefonato...
Mainardi: quello che pochi mesi fa proponeva il prolungamneto oltre Calalzo per aumentare il lavoro dello scalo merci di Sedico e altre amenità. E magari potrebbe rendere noti i presupposti trasportistici che giustificano a suo dire la ferrovia e l'autostrada verso Lienz.Il Corriere della sera del Veneto, 10 agosto 2016 ha scritto:L’OPERA
Treno delle Dolomiti, i piani dimenticati
Due i progetti nel cassetto, già spesi 400mila euro. La Regione: li riprenderemo. Mainardi: una pagliacciata
CORTINA (BELLUNO) Ripristinare il glorioso treno delle Dolomiti, la linea ferroviaria che collegava il Cadore, partendo da Calalzo, a Cortina. Linea soppressa nel lontano 1964. La Regione Veneto, come si sa, ci sta lavorando assieme alla Provincia autonoma di Bolzano (tramite le rispettive società controllate che si occupano di infrastrutture, Sistemi Territoriali e Strutture Trasporto Alto Adige). Quello che non si sa, o meglio, che forse non si ricorda, è che per questa opera sono già stati spesi negli ultimi anni centinaia di migliaia di euro: si tratta di soldi investiti in due studi di fattibilità, che dopo grandi auspici sono stati chiusi (e dimenticati) in un cassetto. Si pensi: il primo progetto ha quasi un quarto di secolo, l’altro invece è spuntato nel 2000, cioè 36 anni dopo la chiusura della linea. Secondo i conti, questi due studi sono costati più di 830 milioni di lire, che tradotti in euro sono circa 400mila.
I due progetti.
Nel dettaglio, il primo studio, commissionato dalla Regione alla società Sotecni di Roma per 496 milioni di lire, prevedeva l’analisi di tre differenti percorsi: Cadore-Comelico-Valle di Sesto; Cadore-Valle di Ansiei-Valle di Landro; Val Boite-Valle di Ampezzo-Valle di Landro. Il primo prevedeva un tracciato da 57 chilometri, con il 60 per cento in galleria e una spesa intorno ai 960 miliardi di lire. Il secondo, invece, era di 58,5 chilometri, di cui il 24 per cento in galleria, e sarebbe dovuto costare 619 miliardi di lire. Il terzo, infine, era il più lungo (62 chilometri), con meno gallerie (il 21 per cento) e un investimento economico di 640 miliardi di lire. Stando allo studio, «l’anno di presumibile inaugurazione dell’esercizio della linea» doveva essere il 1995, ma dopo tutte le valutazioni del caso, il documento non si è mai tramutato in binari. Dieci anni dopo ecco il secondo studio di fattibilità. L’iter riparte da capo. Questa volta si individuano più gruppi di tecnici con tre differenti bandi: uno da 95 milioni di lire, un altro da 145 milioni e un terzo da 90 milioni, per un totale di 330 milioni di lire. E il percorso su cui concentrarsi corre lungo la Valle del Boite. Altri 15 anni di silenzio e si solleva la polvere su tutti questi progetti.
Il nuovo piano.
A Cortina sono in tanti a invocare il nuovo «trenino». Anche per migliorare una connettività che è francamente deficitaria (in vista ci sono per altro anche i Mondiali di sci del 2021). Ma il punto è: bisognerà spendere altri soldi per predisporre un terzo piano? Dalla Regione fanno sapere che i vari studi prodotti fanno da base di partenza per il nuovo progetto. In sintesi, due sono le possibilità sia nella parte veneta che in quella altoatesina: il percorso storico per la Valle del Boite (costo stimato intorno ai 600 milioni di euro) oppure quello per la Valle d’Ansiei passando per Auronzo (circa 900 milioni). Altri 500 milioni servirebbero per proseguire verso Dobbiaco o verso Brunico. E a breve verrà definita la scelta sui percorsi.
Le polemiche Ma le polemiche non mancano. «L’idea di avviare un terzo studio di fattibilità per una linea ferroviaria da Calalzo a Dobbiaco via Cortina è una pagliacciata per politicanti di passaggio – attacca Bortolo Mainardi, architetto, già parlamentare socialista e assessore regionale, oggi componente della commissione Via del ministero dell’Ambiente -. Mancano i presupposti trasportistici». Mainardi, per altro, era il propositore del primo studio di fattibilità, quello del 1990. «Già allora non stava in piedi - afferma -. Il tracciato presenta enormi criticità, con un rapporto negativo tra costi e benefici anche sull’ipotetica gestione futura». L’ex assessore regionale, però, rilancia: un treno che, prendendo spunto dal centenario della Grande Guerra, punti a Nord, collegando il Veneto (da Calalzo) all’Austria (nella zona di Sillian). Altro rispetto all’obiettivo che si pone la Regione. Il tempo intanto avanza. E mentre si discute di nuove idee, nel frattempo la società di trasporto pubblico dell’Alto Adige, Sad, ha presentato un altro progetto che collega la «regina » delle Dolomiti a Bolzano da Nordovest. Un sorpasso su rotaia?