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Ecco i preannunciati sviluppi dal Gazzettino di venerdì 3 novembre 2006

La protesta di Provincia, Regione e lavoratori blocca il cambio di orario penalizzante
Due treni "veloci" da e per Belluno

Belluno. Il primo treno da Belluno per Padova e l'ultimo da Padova per Belluno non spariranno, anzi, i due convogli saranno velocizzati per offrire un servizio più comodo ed efficace. Non che Trenitalia e Rfi non ci avessero provato, formulando anche l'ipotesi di posticipare la partenza del primo treno da Belluno e anticipare quella dell'ultimo da Padova, rendendoli però inutili per la perdita delle coincidenze (e a tutt'oggi il sito internet di Trenitalia continua a non riportare i treni), ma la proposta è stata però bocciata dal presidente della Provincia, Sergio Reolon, e dall'assessore ai trasporti Quinto Piol, che alla fine hanno fatto breccia anche in Regione, infine unitasi alla Provincia nel respingere l'idea. Il colpo di grazia finale l'hanno dato le proteste immediatamente levatesi, delle quali il nostro giornale si è fatto portavoce.
«Proprio stamattina(ieri per chi legge, ndr) - spiega Piol - ho avuto la conferma dal vice responsabile del trasporto locale del Veneto, Antonio Parcianello, che i due treni rimarranno e per di più con un orario migliorato». «Già da qualche mese Rfi e Trenitalia avevano messo sul tappeto la questione, come già era successo l'anno scorso, ma come amministrazione provinciale ci siamo fermamente opposti, trovando anche in Regione comprensione e sostegno tali da rimettere le cose come erano». «Ciò non significa che l'attuale orario sia immutabile - conclude Piol - ma possiamo accettare cambiamenti solo all'interno di una proposta complessiva elaborata nell'ottica di un miglioramento del servizio, per il quale siamo anche pronti a dare, nei limiti del possibile, il nostro contributo, non certo un semplice taglio ai servizi, su questo non siamo disposti a cedere».
La prossima settimana sarà presentato ufficialmente a Belluno il nuovo orario, analogo all'attuale, ma con due novità positive. Il primo treno da Belluno per Padova sarà posticipato dalle 4.20 alle 5.00, ma, grazie alla velocizzazione ottenuta con l'eliminazione di alcune fermate, arriverà a Padova alle 6.40, in tempo per le coincidenze con gli Eurostar per Milano e Roma, l'ultimo della sera partirà sempre alle 22.46, ma riuscirà ad arrivare a Belluno un quarto d'ora prima. Finalmente una coppia di treni più veloci, come chiedono da anni i bellunesi, vincolati a tempi di percorrenza simili a quelli degli anni cinquanta. «È una nota positiva - commenta Lino di Sano, segretario provinciale della Uil Trasporti di Belluno e membro delle Rsu - purchè al primo treno della mattina venga lasciata la fermata di Sedico, che spesso è utilizzata anche dai bellunesi che vi trovano più facilmente parcheggio». «Le cose da fare però sono molte, a cominciare proprio dai parcheggi per la stazione di Belluno, poi bisogna migliorare il servizio sulla Belluno-Ponte nelle Alpi-Conegliano, dove ci sono buchi d'orario troppo lunghi, causati anche dalla mancanza di una stazione per fare incrociare i treni a Santa Croce, ed eliminare servizi inutili, come l'autobus Eurostar Link per Padova, quando basterebbe ottimizzare l'orario del treno per Padova da Calalzo in partenza a Belluno alle 9.09 per ottenere le stesse coincidenze». «Infine la biglietteria di Calalzo, oggi aperta solo per sei ore al giorno, mentre il contratto di servizio tra Regione e Trenitalia ne prevede l'apertura per ben 14 ore al giorno (6.30 - 20.30)».
Trenitalia ha già fatto una proposta che amplierebbe l'orario, anche se il contratto prevede l'apertura 7 giorni la settimana da maggio a metà giugno e da metà settembre a metà dicembre, e solo 5 giorni la settimana durante il resto dell'anno. Sarebbe ovviamente meglio l'esatto contrario, salvaguardando l'apertura nei fine settimana nel periodo turistico, soprattutto quello estivo. Gianluca Zandanel


Questa è la notizia, c'è un pure un bel po' di carabattole pseudo-ferroviarie che fra poco, fatto un po' d'ordine, pubblicherò.
Ultima modifica di aln il ven nov 03, 2006 21:50, modificato 1 volta in totale.
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Gazzettino di Belluno di venerdì 3 novembre 2006

Belluno
Marcia indietro da parte...

Marcia indietro da parte di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia sulla soppressione del treno delle 4.20 da Belluno per Padova e di quello da Padova in arrivo a Belluno alle 0.42. L'altolà al provvedimento, già sancito dal sito internet di Trenitalia, sul quale le due corse sono state e restano tuttora cancellate, è arrivato dalla Provincia e dalla Regione, e le proteste sollevate anche tramite il Gazzettino hanno dato la conferma finale. «L'ipotesi era emersa nei mesi scorsi - spiega l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - ma l'avevamo decisamente bocciata. L'orario attuale non è intoccabile, ma accetteremo solo proposte complessive per migliorare il servizio, non tagli». I treni rimarranno, e saranno finalmente velocizzati, al punto che il primo treno partirà alle 5.00 per essere a Padova alle 6.40 in coincidenza con gli eurostar per Milano e Roma, e l'ultimo conserverà le coincidenze a Padova arrivando a Belluno 15 minuti prima. «Ma bisogna pensare ai parcheggi per chi prende il treno a Belluno - commenta Lino Di Sano, segretario provinciale Uil trasporti - migliorare l'orario anche sulla Belluno - Conegliano e riaprire a tempo pieno la biglietteria di Calalzo». Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Gianpaolo Bottacin con una lettera a Trenitalia. «Con questo provvedimento viene penalizzata la provincia di Belluno - scrive Bottacin - già carente di dotazioni infrastrutturali ferroviarie, complicando così ulteriormente la vita dei pendolari che perdono la possibilità di raggiungere le grandi città in mattinata e rischiano di dover trascorrere la notte in albergo». Ora non resta che aspettare la presentazione ufficiale del nuovo orario, che Trenitalia terrà a Belluno la prossima settimana.
Zandanel nel Nordest a pagina II


E ora, più che una rassegna stampa, propongo l'aggiornamento sulla campagna di disinformazione che Gazzettino sta portando avanti. Dal Gazzettino di Treviso, stesso giorno.

Sui binari viaggia lo scontento...
Sui binari viaggia lo scontento. L'utenza si è disamorata del servizio ferroviario che quando c'è funziona male. Ci si lamenta dei posti a sedere che non ci sono nei treni che arrivano fuori orario nelle stazioni, della sporcizia che viaggia sui vagoni. Ora per i viaggiatori si aggiungono altre amare sorprese. Infatti, quaranta giorni prima che entrino ufficialmente in vigore, sui nuovi orari dei treni è già caos. Le prime difficoltà arrivano per chi tenta di raggiungere Treviso da Oderzo. È saltata la corsa delle 6.45, proprio quella dei pendolari, e non c'è traccia nemmeno dei collegamenti tramite autobus col capoluogo. Per cui si ha un salto temporale tra le 7.35 e le 8.57, sparisce il pullman delle 9.00 e dalle 9.45 alle 13.39 non figurano collegamenti tra Oderzo e Treviso. Stessa sorte per i viaggiatori da Montebelluna, che si ritrovano cancellato il bus delle 11.45 per Treviso. Tragitto inverso, stesso problema: sparisce dal capoluogo a Montebelluna il bus delle 11.17, lasciando un vuoto nei collegamenti dalle 9.53 alle 12.31, più di due ore e mezzo.
Da Treviso a Castelfranco viene eliminato il regionale delle 9.22 così come quello delle 15.16. Complessivamente però, il calvario si distribuisce su tutta la giornataSulla linea Conegliano - Mestre continuano i disagi quotidiani per i pendolari. Sotto accusa, in particolare nelle ore di punta, è la scarsità di informazioni. Altro tasto dolente è la carenza di posti a sedere sui treni, tanto al mattino quanto alla sera. Fra i convogli maggiormente sotto accusa spicca l'interregionale 2445 Udine - Venezia del mattino, dove le carrozze non sono poche ma egualmente insufficienti a far fronte alle centinaia di viaggiatori. Anzanello e Masetto
a pagina II Nordest


Dal Gazzettino

Treviso
Quaranta giorni prima che entrino ufficialmente...

Quaranta giorni prima che entrino ufficialmente in vigore, sui nuovi orari dei treni è già caos. L'unica consultazione accessibile, per così dire, all'utente è quella on-line, in cui un banner avvisa che è già possibile oggi prenotare un biglietto per i giorni successivi al 10 dicembre.
Le prime difficoltà arrivano per i viaggiatori da Oderzo a Treviso. Perchè nella lista degli orari è saltata la corsa delle 6.45, proprio quella dei pendolari (così chi ha coincidenze per Padova e Venezia, o parte alle 6.30, o alle 7.00), e non c'è traccia nemmeno dei collegamenti tramite autobus col capoluogo, che ora sono ben evidenziati. Per cui si ha un salto temporale tra le 7.35 e le 8.57, sparisce il pullman delle 9.00 e dalle 9.45 alle 13.39 non figurano collegamenti tra Oderzo e Treviso.Che sia solo una dimenticanza? Che manchi ancora la convenzione con chi fornisce gli autobus, e quindi gli orari? Proviamo a chiederlo agli operatori dell'89.20.21, l'info-numero (a caro prezzo) di Trenitalia. Rispondono che le informazioni nei loro terminali sono le stesse che figurano nel sito.Stessa sorte per i viaggiatori da Montebelluna, che si ritrovano cancellato il bus delle 11.45 per Treviso, comunque sostituito da un (inutile) treno per il capoluogo che transita per Castelfranco ed arriva a destinazione in 63'. Troppi per chi, tra le 10.33 e le 13.53, ha comunque solo quella possibilità per arrivare da Montebelluna a Treviso. Tragitto inverso, stesso problema: sparisce dal capoluogo a Montebelluna il bus delle 11.17, lasciando un vuoto nei collegamenti dalle 9.53 alle 12.31, più di due ore e mezzo.
Idem da Treviso a Castelfranco: nei nuovi orari viene eliminato il regionale delle 9.22, ma in compenso c'è una corsa con cambio a Mestre alle 8.28 che arriva nella città del Giorgione alle 9.44. Un po' troppo per nemmeno 30 chilometri.E dal sito di Trenitalia scopriamo che è stato eliminato, da Treviso a Castelfranco, il regionale delle 15.16, e che le corse dirette della sera, dopo le 20, sono sostituite con altre in transito per Mestre (con relativo cambio). Chi parte alle 20.46 da Treviso, ad esempio, giunge a destinazione alle 22.19 dovendo salire su ben due treni, per giunta regionali.Sulla linea Conegliano-Mestre, in attesa di questo tanto atteso quanto temuto nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore tra poco più di un mese, continuano i disagi quotidiani per i pendolari. Sotto accusa, in particolare nelle ore di punta, è la scarsità di informazioni: tra le 7 e le 8 del mattino, quando i convogli diretti a Mestre si susseguono alla distanza media di un quarto d'ora l'uno dall'altro, capita che ritardi intorno ai 5 minuti non vengano nemmeno annunciati dagli altoparlanti di stazione, che in certi scali vengono azionati ad un volume talmente basso che diversi utenti, in particolare anziani, "perdono" l'annuncio del ritardo. Ma numerosi pendolari lamentano pure la sporcizia che si accumula sui treni, in particolare in quelli che giungono al capolinea (in questo caso Venezia Santa Lucia) in ritardo, così da costringere gli addetti alle pulizie dei convogli a una passata rapida e per forza di cose poco accurata. Altro tasto dolente, per molti viaggiatori abituali sulla Conegliano - Mestre (in particolare quelli che salgono alle stazioni di Treviso Centrale, Preganziol e Mogliano Veneto) è la carenza di posti a sedere sui treni delle ore di punta, tanto al mattino quanto alla sera.Fra i convogli maggiormente sotto accusa spicca l'interregionale 2445 Udine - Venezia del mattino, dove le carrozze non sono poche ma egualmente insufficienti a far fronte alle centinaia di viaggiatori. Il "record" dei disagi spetta indubbiamente alla tratta Mogliano-Mestre, dove non solo c'è chi non riesce a sedersi mai, ma addirittura c'è chi è talvolta costretto a prendere il treno successivo per l'eccessiva calca all'arrivo del convoglio a Mogliano.
La carenza di posti a sedere portata in dote ai pendolari dal nuovo treno "Minuetto", da settembre chiamato a garantire un collegamento impegnativo come il regionale 11103 del mattino da Belluno a Mestre via Conegliano, sta esasperando anche i pendolari di Vittorio Veneto, alcuni dei quali stanno organizzando una raccolta di firme per chiedere il ritorno, su quella tratta e in quella fascia oraria, del vecchio treno a cinque carrozze al posto delle tre del Minuetto. Luca Anzanello Serena Masetto


Gazzettino di Treviso

Sono iniziati i lavori predisposti dalle Ferrovie per l'installazione di pannelli alti dai tre ai quattro metri lungo la tratta Treviso-Udine nello spazio urbano
Barriere fonoassorbenti davanti a Casa Fenzi
Maniero: «Presto anche l’intervento che interesserà via Friuli e Maggior Piovesana dove si trovano insediamenti residenziali»

Conegliano. Sono iniziati i lavori del primo stralcio degli interventi per la collocazione delle barriere fonoassorbenti, alte dai tre ai quattro metri, sulla linea ferroviaria Venezia-Udine, nel tratto urbano di circa quattro chilometri, risalente alla metà dell'Ottocento, quando venne inaugurata la stazione che taglia letteralmente in due la città. Il rumore dei treni, che ha provocato ripetute proteste e petizioni popolari nelle zone più esposte, è moltiplicato dal fatto che la massicciata della ferrovia è sopraelevata, anche se nel tratto urbano i treni non possono superare i 90 chilometri orari. Con il primo stralcio, il cui cantiere è in fase di allestimento, le barriere vengono installate su entrambe i lati dei binari all'altezza di siti particolarmente sensibili, ossia la casa di riposo Fenzi e l'ospedale De Gironcoli. Subito dopo sarà avviato il secondo stralcio ricadente nel tratto che dalla stazione va verso est, dove da un lato sorgono gli insediamenti residenziali di via Friuli e dall'altro di via Maggior Piovesana. «È un punto particolarmente critico - osserva il vicesindaco Alberto Maniero - in cui la rumorosità è elevata per la presenza dello scalo merci, che è stato ampliato e dove vengono movimentati molti carri e mezzi in tutto l'arco della giornata». Invece il tratto ad ovest, dalla stazione ai Campidui (esclusi i punti all'altezza della Fenzi e del De Gironcoli) rientra in un progetto nazionale nel quale è inserito tra le priorità, verrà realizzato in una fase successiva. Con il posizionamento delle barriere fonoassorbenti viene risolto anche il grave problema dello stato di abbandono in cui versa la massicciata della ferrovia, ripulendo le scarpate laterali dove crescevano in modo incontrollato erbacce ed arbusti e si accumulavano rifiuti. G.P.M.


Alcune mie personali considerazioni.
- Su Conegliano. La ferrovia taglia letteralmente in due la città? Da metà ottocento? Peccato che la ferrovia l'avessero allora costruita in aperta campagna. E peccato che i condominii a cinque metri dal binario non li abbiano costruiti gli uomini di Neandertal (o forse sì, vista la dimostrazione d'intelligenza degli amministratori e degli speculatori di turno).
Vedremo inoltre come un muro alto quatro metri potrà far in modo che le scarpate non diventino un'incontrollata selva di erbacce e arbusti, ma evidentenemente un giardino all'italiana.
Esprimo qui la mia contrarietà allo spreco di danaro per la realizzazione di queste orribili barriere.
- Sul Gazzettino. Ribadisco che riporto qui gli articoli di argomento ferroviario di codesta testata perchè è la sola che li rende disponibili nell'interrete. Eccetto pochi articoli scritti con bravura e competenza, reputo quasi terroristici quei numerosi pezzi che ultimamente vengono bollati col soprattitolo "i forzati delle ferrovie".
Perché "i forzati" son quelli dell'automobile. Vogliamo capire che la mobilità del domani è la ferrovia? Badate: la mobilità del domani, non di un generico e sempre posticipabile futuro. Avrei preferito che l'inchiesta giornalistica fosse intitolata per esempio "i virtuosi delle ferrovie" o con un po' d'ironia e di etimologia "i martiri", cioè i testimoni.
Perché non bisogna ingrassare la fanfaronaggine degli italiani. Siamo un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di tramigatori? Lo dubito. Di certo siamo tutti il migliore allenatore di calcio il giorno dopo una partita. E tutti quelli che il treno lo pigliano saltuariamante o tutti i giorni da qualche anno sono i migliori tecnici in materia, per i quali basterebbe una carrozza in più qui, una nuova fermata al paesello proprio e una sosta eliminata al paesello degli altri...
Perché si continua a infilare la testa nella sabbia. Degli innumerevoli e innegabili disagi la colpa è sempre degli altri. Il treno è sporco per colpa di Trenitalia? Eppure troppe volte vediamo passeggieri insudiciare le carrozze abbandonando rifiuti, poggiando le scarpe sulla tappezzeria. Il treno delle 8:19 è strapieno? Eppure quello delle 7:51 è mezzo vuoto, ma si preferisce dormire un quarto d'ora in più. Il treno è in ritardo anche di soli cinque minuti primi? Benchè la puntualità sia virtù di pochi, tutti si sperticano dicendo di non esserne informati, evidentemente viaggiando in treno diventiamo tutti svizzeri per precisione. Del problema vero e originario si continua a non parlare: manca la cultura del bene pubblico.
Perché non si fà informazione. Si riempiono meglio le pagine dei quotidiani di ciò che il lettore vuole leggere.
Ultima modifica di aln il sab nov 18, 2006 13:42, modificato 1 volta in totale.
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Dal Gazzettino di sabato 4 novembre 2006

La linea ferroviaria fu interrotta e alcuni cittadini chiesero subito di riattivarla, ma non se ne fece nulla e gli abitanti della zona hanno dovuto aspettare fino al 2000
Sulla Treviso - Portogruaro il primo treno si è rivisto dopo 34 anni

Lettera pubblicata sul Gazzettino di venerdì 18 novembre 1966. "Siamo un gruppo di operai da Ponte di Piave, uno dei tanti paesi colpiti dalla recente alluvione. Ora, oltre a quello che ci è capitato, riscontriamo che le ferrovie dello Stato, a otto giorni dall'alluvione, non ha ancora incominciato la sistemazione della linea Treviso-Portogruaro, danneggiata nei pressi di Ponte di Piave e Fagarè della Battaglia, costringendoci, perciò, a viaggiare con autocorriere insufficienti e con orari errati, soprattutto per quegli operai che debbono proseguire per Mestre onde raggiungere il posto di lavoro. Vuole lei, caro cronista, far presente a chi di dovere, la necessità affinché detta linea sia al più presto possibile riattivata? Sergio Martin"
Il signor Sergio Martin e gli altri colleghi di lavoro continuarono a prendere l'autobus (magari a orari un po' migliori per le loro esigenze) fino a quando continuarono a lavorare. La linea ferroviaria Treviso - Portogruaro, infatti, fu riattivata soltanto nel 2000: il 26 febbraio transitò il primo treno merci, il 13 settembre partì da Portogruaro il primo treno passeggeri.
Dopo l'alluvione, la riattivazione della ferrovia non divenne una priorità: in quegli anni, infatti, il trasporto su gomma era privilegiato rispetto a quello su rotaia. Si dovettero attendere 15 anni prima di avere un progetto serio, inserito nel Piano integrativo delle Ferrovie. I lavori cominciarono nel 1987 ma l'anno dopo il commissario delle Ferrovie, Mario Schimberni, decise che dovevano essere sospesi. Ripresero nel 1990, fra le proteste di sindaci e popolazioni locali, che ormai si erano abituate alle corriere che avevano sostituito i treni. Le interruzioni furono molte, ma il progetto andò avanti e, alla fine degli anni '90, furono fatte le prime prove di circolazione, che hanno poi portato alla riattivazione del 2000, anche se il traffico passeggeri non è mai tornato ai livelli precedenti il '66.
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Dal Gazzettino, domenica 5 novembre 2006

L'azienda e i pendolari a confronto A Belluno si discute del nuovo orario
BELLUNO - L'orario ferroviario del 2007 al vaglio degli utenti. È questo il senso dell'incontro organizzato la settimana prossima dalla Provincia di Belluno con i dirigenti regionali di Trenitalia. Giovedì 9 novembre 2006 alle 17.30 in sala Affreschi di palazzo Piloni, le associazioni dei consumatori e i rappresentanti degli utenti del trasporto ferroviario potranno rivolgere richieste e osservazioni sull'orario che entrerà in vigore il 10 dicembre 2006 all'ingegner Giampaolo Codeluppi, direttore territoriale veneto di Trenitalia. Una risposta locale a un'esigenza sollevata la scorsa settimana dal Consiglio regionale con la proposta di un tavolo di trattativa con l'azienda e i rappresentanti dei clienti.
«È la prima volta che viene organizzata una presentazione dell'orario ferroviario a Belluno - ricorda l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - Al di là dell'impegno che ci eravamo assunti con i cittadini che chiedevano di discutere dell'orario, riteniamo corretto attivare un dialogo tra i dirigenti di Trenitalia e gli utenti che ogni giorno salgono sui treni. Le Ferrovie devono fare lo sforzo di essere presenti sul territorio, aprirsi al confronto con le istituzioni e, soprattutto, all'ascolto dei loro clienti. Questo è un primo passo».

Da anni i pendolari della Valbelluna chiedono un collegamento diretto con il capoluogo
Il sogno di un treno da Venezia a Feltre

Belluno. Un nuovo treno diretto serale, senza cambi, da Venezia a Belluno via Feltre. Un vecchio sogno dei pendolari feltrini e della Valbelluna la cui realizzazione diventa ogni giorno sempre più urgente. Se i collegamenti ferroviari tra Padova e Belluno-Calalzo e quelli tra Calalzo-Belluno e Venezia sono spesso difficili, i disagi più gravi li subiscono i pendolari che da Sedico in giù si dirigono verso Venezia via Montebelluna e Treviso, costretti il più delle volte a prendere tre treni e cambiare nelle due località, collegate dalle corsette Treviso-Montebelluna, negli ultimi anni diventate più frequenti, ma che spesso "bucano" le coincidenze a Treviso. Una lodevole eccezione è il treno regionale 5741 in partenza da Belluno alle 7.00 che arriva direttamente a Venezia, alle 9.02, toccando Sedico, Feltre, Montebelluna e Treviso. Un treno solo, senza cambi, molto apprezzato dai pendolari nonostante risulti a volte in composizione ridotta, e quindi sovraffollato, tanto che da Cornuda in giù i viaggiatori si ritrovano in piedi magari nel vano bagagliaio e biciclette. Anche l'arrivo in orario risulta spesso una speranza fallace, ma tutto sommato la situazione è quasi accettabile. Quello che manca invece è un treno serale che faccia lo stesso percorso a ritroso, che parta a Venezia magari attorno alle 18 per andare diretto a Treviso, Montebelluna, Feltre e Belluno senza cambi. Certo a quell'ora a Venezia i treni in partenza verso Treviso non mancano, ma spesso arrivano in ritardo a Treviso, proprio mentre la corsa da Montebelluna è appena partita. E la stessa cosa può succedere nel pomeriggio, segnala Elisa Dal Piva, pendolare che dal lunedì al venerdì percorre il tratto Sedico - Venezia per andare al lavoro, e che si è fatta portavoce di molti altri pendolari che utilizzano proprio il treno 5741 del mattino ed ha scritto a Trenitalia e alla Regione lamentando una serie non piccola di disagi. In particolare, perdere la coicidenza a Treviso nel pomeriggio o la sera significa rientrare a casa un'ora o un'ora e mezza dopo, a bordi di una sola vettura strapiena. Per non parlare poi delle vetture vecchie con porte scomode e ripide e pulizia non proprio esemplare. La richiesta più pressante è proprio quella di un treno serale diretto e magari un po' più veloce, visto che più di due ore per fare cento chilometri sono veramente tante. Gianluca Zandanel
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Gazzettino di Belluno, mercoledì 8 novembre 2006

A PALAZZO PILONI
Domani il vertice sugli orari con Trenitalia Da Feltre la richiesta dei pendolari a Piol

I pendolari che domani sera si incontreranno a Palazzo Piloni con i dirigenti di Trenitalia non dovranno per lo meno lamentarsi della soppressione dei due treni sulla linea Padova-Calalzo inizialmente cancellati dal nuovo orario invernale dei treni ma che le Ferrovie avevano promesso di ripristinare. Da una rapida occhiata al sito di Trenitalia le due corse sono state realmente reintegrate, anche se con alcune modifiche rispetto al passato. Il treno delle 4.20 con partenza da Belluno per Padova è stato spostato alle 5 con arrivo nella città del Santo alle 6.38 dopo un'ora e 38 minuti di viaggio. In tempo per le coincidenze per Roma e Milano. Così non è stato cancellato neppure l'ultimo treno da Padova delle 22.46 che arriverà a Belluno a mezzanotte e 30 dopo un'ora e 44 minuti. L'incontro di domani sera, alle 17.30 in Sala Affreschi della Provincia, è stato organizzato dall'assessore Quinto Piol e rivolto alle associazioni dei pendolari e dei consumatori che potranno porre al responsabile della direzione territoriale di Trenitalia tutte le domande sul funzionamento delle tribolate linee bellunesi. Non ci sarà un lettore del "Gazzettino", il feltrino Fabrizio Beino, che lavora in Regione a Venezia e come tanti altri pendolari costretto a sorbirsi ben tre cambi di treno per tornare a casa la sera. "Questo comporta tempi maggiorati - scrive Beino in una lettera all'assessore Piol - almeno 20 minuti rispetto al treno del mattino". Il funzionario regionale ricorda che Trentalia ha inserito 11 nuovi treni nella rete ferroviaria veneta e che, quindi, il "materiale" per costituire un treno serale sarebbe disponibile. "Da Venezia lungo la direttrice per Treviso parte un treno per Calalzo via Conegliano alle 17.33 e uno per Trieste alle 17.56 - ricorda Beino - ci sono ben 23 minuti nei quali inserire un treno per Montebelluna-Feltre. L'aumento del flusso dei passeggeri, pendolari e studenti, sulla linea Feltre-Montebelluna-Treviso-Venezia, giustifica la richiesta del treno, così come lo richiederebbe l'aumento dei biglietti senza avere avuto in cambio alcunmicroscopico miglioramento del servizio. Anche il fatto di costituire un treno da Treviso a Belluno, via Montebelluna e Feltre - conclude Beino - quindi con un solo cambio a Treviso, costituirebbe un passo avanti e dimostrerebbe un minimo di attenzione da parte di Trenitalia alla provincia di Belluno".Maurizio Dorigo


CON LA REGIONE
Accordo per far diventare l'ex ferrovia Dolomiti pista ciclabile e da sci
Cortina (Dim) Prima i soldi, poi la collaborazione: a due settimane dallo stanziamento di mezzo milione di euro, la Regione Veneto firma anche l'accordo di programma finalizzato all'acquisto, da parte del Comune di Cortina, del sedime dell'ex Ferrovia delle Dolomiti. Il 18 ottobre scorso era stato assicurato un finanziamento regionale di 500 mila euro, per aiutare l'amministrazione ampezzana, intenzionata da tempo a divenire proprietaria del tracciato e dei vecchi caselli ferroviari, non più in funzione da oltre quarant'anni. Ieri mattina a Venezia l'assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso ha firmato l'accordo, a Palazzo Balbi, assieme al sindaco Giacomo Giacobbi. «Per queste finalità - ha spiegato l'assessore veneto - la Regione ha deciso di intervenire con mezzo milione di euro, sull'importo complessivo di due milioni. La parte non coperta dall'intervento regionale sarà a carico del comune». Il sindaco Giacobbi ha avuto modo di spiegare più volte che il vero problema, nella lunga ed intricata vicenda del passaggio di proprietà della vecchia strada ferrata, oggi diventata passeggiata pedonale e pista ciclabile, stava nei rapporti con il Demanio dello Stato. Va anche ricordato che pendono sulla transazione antiche vicende giudiziarie, successive al fallimento della società che realizzò e gestì il trenino bianco e azzurro che, per alcuni decenni, nell'epoca d'oro del turismo cortinese, collegò Calalzo di Cadore con Dobbiaco, in Pusteria, passando per la Valle del Boite e la conca d'Ampezzo. Ma è acqua passata, ora si guarda avanti.
«L'acquisto della sede dell'ex ferrovia, nel territorio di Cortina, è finalizzato al completamento della pista ciclabile che collega Pieve di Cadore e Dobbiaco - aggiunge l'assessore Chisso - che nel periodo invernale viene utilizzata come pista per lo sci nordico. Comune di Cortina e Agenzia del Demanio sono d'accordo di concludere integralmente la transazione e noi, come Regione, riteniamo che l'iniziativa sia assolutamente meritevole».
L'intervento finanziario da parte della Regioen è stato reso possibile da una legge veneta del 1999 che finanzia l'acquisizione di sedi ferroviarie dismesse e autorizza la giunta di palazzo Balbi a concludere specifici accordi di programma. L'acquisizione dei beni avverrà, a cura del comune, entro il 2010. Il contributo regionale sarà liquidato in un'unica soluzione, su presentazione del rogito notarile dell'avvenuto passaggio di proprietà.


VITTORIO VENETO
Via Cal de Livera chiusa al traffico

Quattro giorni di passione in vista per la viabilità sangiacomese. Rete Ferroviaria Italiana ha chiesto al Comune di sospendere la circolazione dei veicoli in via Cal de Livera per effettuare alcuni lavori di risanamento del binario sulla linea Conegliano-Vittorio, in aggiunta a quelli già eseguiti tra agosto e settembre sulla stessa linea ma tra San Giacomo e Ponte nelle Alpi. Per consentire i lavori sulla tratta ferroviaria, il Comune ha emesso un'ordinanza che dispone il divieto di circolazione in via Cal de Livera (arteria interessata giornalmente dal passaggio di numerosi camion e tir) all'altezza del passaggio a livello dalle 8.00 di martedì 14 alle 18.00 di venerdì 17 novembre
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Gazzettino di Belluno, venerdì 10 novembre 2006

Belluno
Treni meno obsoleti ...

Treni meno obsoleti e un po' più veloci, pulizia più accurata, informazioni a bordo treno in tempo reale su ritardi e problemi. Queste le promesse di Trenitalia ai pendolari bellunesi durante la riunione in Provincia organizzata dall'assessore Piol per la presentazione del nuovo orario dei treni, in vigore dal 10 dicembre. Un orario praticamente invariato, nel bene, visto che saranno confermati e velocizzati il primo treno del mattino da Belluno per Padova e l'ultimo da Padova per Belluno, e anche nel male, con poche coincidenze, buchi d'orario, la mancanza di un treno diretto serale da Venezia per Belluno via Feltre. Ma Antonio Parcianello, responsabile commerciale di Trenitalia per il Veneto, ha assicurato che terrà in considerazione le proposte dei pendolari anche in vista dell'elaborazione dell'orario 2008, non ci saranno tagli e rientreranno presto in servizio 40 vetture completamente rinnovate in sostituzione di quelle più obsolete. Zandanel a pagina V
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aln
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Il Gazzettino, sabato 18 novembre 2006. Dall'edizione di Belluno una notizia un po' fuori tema che mi lascia assai perplesso:

Il collegamento tra la A27 e la A23 è "prioritario"
Belluno. Tra le opere considerate "prioritarie" del Governo Prodi c'è anche il collegamento autostradale A27-A23, tra la parte settentrionale della provincia di Belluno e la Carnia. E' quanto emerge dal piano quinquennale per le infrastrutture presentato ieri dal ministro Di Pietro. L'Anas ha sviluppato uno studio di fattibilità, che si articola in tre lotti, per il 50\% in galleria e l'8\% su viadotti. Il costo stimato è di 2,2 miliardi, con ipotizzato ricorso al project financing.


Dall'edizione di Treviso:

Nell’area della stazione è scattata ieri una maxioperazione contro i soprusi tra i ragazzi. Controllate 320 persone e 20 convogli
Bullismo sui treni, blitz della Polfer
Il comandante: «Quasi mai le vittime denunciano, si va dalle piccole sopraffazioni alla richiesta di soldi»

Conegliano. Hanno passato al setaccio i treni, l'area della stazione, i veicoli in transito e, anche, le zone attigue alla ferrovia in cui abitualmente si ritrovano gli studenti: maxi operazione antibullismo, ieri mattina in coincidenza con il mercato del venerdì, da parte della Polizia ferroviaria, con l'ausilio del nucleo di Polizia giudiziaria del Compartimento di Venezia.
Oltre trecento, 320 per l'esattezza, le persone controllate, buona parte delle quali passeggeri in transito: 36 i giovani identificati, quasi tutti under '20. Sedici tra loro sono stranieri. Nel corso dell'operazione gli agenti della Polfer hanno controllato anche 145 veicoli, o perchè in transito nell'area antistante la stazione o perchè vi salivano persone giunte in treno. L'operazione antibullismo ha visto il controllo anche su una ventina di treni in transito: l'operazione è scattata a seguito di segnalazioni di episodi di sopraffazione, tra i giovani, sia sui convogli che in stazione. «Sono stati segnalati, sempre da persone terze sia episodi lievi, come imporre a qualcuno di cedere il posto - spiega il comandante della Polfer di Conegliano, Renato Piccolo - sia più gravi come per esempio la richiesta di denaro». Proprio le segnalazioni relative al ripetersi di simili episodi ha fatto scattare, ieri, la maxioperazione di controllo che ha visto impegnati tutti e nove gli agenti della Polfer. «Un'operazione che ha dato sicuramente esito positivo, soprattutto a livello di prevenzione - spiega il comandante -. La nostra presenza funge infatti da deterrente, quando ci vedono i ragazzi si "calmano" subito». I controlli non hanno portato a scoprire episodi particolari, complice anche il ruolo deterrente degli agenti in divisa. Sono stati "pizzicati" soltanto due ragazzi privi di biglietto: nei loro confronti è scattata la sanzione amministrativa di 50 euro.
Nel corso della mattinata la Polfer e il nucleo di Polizia giudiziaria sono stati impegnati anche in controlli antitaccheggio: ieri era stata segnalata, infatti, la presenza di alcuni "pendolari del borseggio": quelli, per capirsi, che arrivano il venerdì per far razzia di portafogli tra le clienti della bancarelle. E sempre ieri la Polfer ha dovuto intervenire anche a Pianzano dove era stato dato l'allarme per un barbone che dormiva in stazione. E.G.


E ora, un esercizio di virtusismo da parte del giornalista di turno (dovrebbe essere la stessa Elisabetta Gavaz). Scrive di alcuni guasti ai PL sulla Conegliano - Vittorio Veneto, linea notoriamente a doppio binario.

VIABILITA'
Lunghe code, e automobilisti inferociti, ieri mattina per il guasto che ha interessato il passaggio a livello dei Gai. Rimasto chiuso per tre giorni per lavoro di sostituzione di alcuni componenti, il passaggio a livello è stato riaperto ieri.
Riapertura "sfortunata" visto che già in mattinata per due volte ci sono stati dei guasti: lungo uno dei binari, a causa di un contatto, non "passava il segnale". Fatto, questo, che ha comportato la chiusura del passaggio a livello, per circa un quarto d'ora, in due distinti momenti.
Gli automobilisti sono stati costretti a usare la deviazione, con inevitabili disagi e code.
Martedì due guasti, con relativi disagi, si erano invece verificati a Scomigo: in quell'occasione era finito fuori uso il passaggio a livello di via Pastin Santin. Il guasto si era verificato verso le 18.30 ed era stato poi risolto dal pronto intervento dei tecnici.
Anche ai Gai, ieri, sono intervenuti i tecnici che, con una saldatura, hanno ristabilito il contatto che impediva il passaggio del segnale lungo il binario sostituito nei giorni precedenti.


Infine un'intervista dall'edizione nazionale:

ANTONIO PERRONE
«Stiamo lavorando per un salto di qualità nel Veneto»

Per anni le ferrovie sono state considerate una sorta di parente povero del sistema dei trasporti. Questo spiega perché le linee siano più o meno le stesse di mezzo secolo fa, con la differenza che sopra vi circolano molti più treni, a breve o lunga percorrenza, senza contare il traffico merci, sia pure molto meno sviluppato rispetto ad altri Paesi. Un congestionamento che basterebbe da solo a spiegare numerosi disservizi, acuiti dai numerosi cantieri aperti negli ultimi anni, quando si è capito che le ferrovie sono una risorsa importante nel sistema della mobilità. L'ingegner Antonio Perrone, direttore compartimentale per le infrastrutture, è alla guida di questo processo.
Come sta cambiando il sistema ferroviario nel Veneto?
«Prima di tutto stiamo lavorando per il raddoppio, tecnicamente un quadruplicamento della Padova-Mestre, funzionale ai treni a lunga percorrenza e al sistema ferroviario metropolitano. I primi due binari serviranno all'Alta capacità, gli altri due al trasporto regionale. A questo proposito è già stata attrezzata la stazione di Vigonza, con marciapiedi rialzati e un parcheggio esterno da 180 posti, e prima dell'estate apriremo il nuovo parcheggio da 300 posti auto. Entro la fine del prossimo anno proseguiremo il lavoro a Dolo e Ponte di Brenta. Questi lavori li facciamo fra un treno e l'altro: su questa linea ne passano 220, anche di notte, e dobbiamo organizzare il lavoro in modo da creare meno disagi possibile alla clientela. L'integrazione del trasporto locale avviene attraverso il Sistema comando e controllo, la grande sala attivata a Mestre che sovrintende alla circolazione fra Vicenza, Treviso, Padova e Mestre, e che entro Natale si estenderà fino a Tarvisio. È un sistema che integra sistemi elettronici ed elettromeccanici, cosa che ci consente di monitorare la circolazione ferroviaria e di intervenire in caso di problemi, grazie anche all'utilizzo di una rete proprietaria di telefonia mobile».
Ma questo migliorerà il servizio ferroviario?
«Credo che il salto di qualità ci sarà con la risistemazione del nodo di Mestre, che sarà ultimato per la fine del 2009, con la separazione delle linee che provengono da Udine e Trieste. Ma già a fine 2006 apriremo la linea ad Alta capacità in pre-esercizio tecnico, e per la fine del prossimo anno pensiamo di attivare la variante di tracciato sulla Mestre-Castelfranco. È un puzzle che, lavorando di notte per non intralciare il traffico, comincia finalmente a comporsi. È un lavoro impegnativo ma anche esaltante. Capita una volta, nella vita professionale, affrontare una sfida così imponente. Anche dal punto di vista finanziario: quest'anno contabilizzeremo 177 milioni di euro, ben superiori ai 42 milioni del 2000. Con i nostri cantieri abbiamo generato un indotto che dà lavoro a 800 persone. Una parte rilevante degli investimenti è stato impegnato nell'innovazione tecnologica. E questo ha generato anche un salto generazionale: nella mia direzione lavorano 700 persone, e per gran parte ha meno di cinque anni di servizio».
Le tecnologie dovrebbero anche garantire maggior sicurezza a chi viaggia...
«Stiamo investendo anche sui sistemi di sicurezza. Il sistema di controllo della marcia del treno, che ne consente l'arresto in caso di superamento, copre tutte le linee principali, ed entro la fine dell'anno sarà esteso sulla Treviso-Sacile e sulla Padova-Bologna. Anche sull'eliminazione dei passaggi a livello stiamo investendo moltissimo. Solo lo scorso anno abbiamo registrato 200 abbattimenti delle barriere che hanno comportato 13.500 minuti di indisponibilità delle infrastrutture e 14mila minuti di ritardo dei treni, pari al 4 per cento del monte dei ritardi che registriamo».
Quanto influisce il traffico merci nei ritardi?
«Con i lavori che stiamo facendo, la stazione di Mestre sarà solo per i passeggeri. Da quando abbiamo attivato lo scalo di Cervignano, le merci transitano via Treviso, Castelfranco e Vicenza. Questo ha già consentito di liberare "tracce" per il trasporto regionale, mentre per il traffico delle merci abbiano creato nel Veneto due snodi importanti all'interporto di Padova e al porto di Venezia».
Un tasto dolente che riguarda Rfi è la carenza di comunicazione nelle stazioni. Cosa state facendo al riguardo?
«L'innovazione tecnologica in atto ha importanti ricadute anche sulle informazioni ai clienti. Il Sistema comando e controllo che sovraintende alle linee del bacino veneto e alla Pontebbana coordina anche il sistema di informazione, con personale in sala dedicato a questa funzione per le comunicazioni vocale e sui display. Nelle stazioni di Venezia, Mestre e Padova altri dipendenti sono addetti alle comunicazioni ai clienti. Quanto alla tempestività degli annunci, va ricordato che dipende dagli imprevisti che si verificano e dalle informazioni che riceviamo. Quando si verifica un guasto, non sempre è possibile conoscerne subito l'entità».
Alberto Francesconi
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Saif
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aln ha scritto:Il Gazzettino, sabato 18 novembre 2006. Dall'edizione di Belluno una notizia un po' fuori tema che mi lascia assai perplesso:

Il collegamento tra la A27 e la A23 è "prioritario"
Belluno. Tra le opere considerate "prioritarie" del Governo Prodi c'è anche il collegamento autostradale A27-A23, tra la parte settentrionale della provincia di Belluno e la Carnia. E' quanto emerge dal piano quinquennale per le infrastrutture presentato ieri dal ministro Di Pietro. L'Anas ha sviluppato uno studio di fattibilità, che si articola in tre lotti, per il 50\% in galleria e l'8\% su viadotti. Il costo stimato è di 2,2 miliardi, con ipotizzato ricorso al project financing.
Se ha lasciato perplesso te, figurati che balzo ho fatto io stamattina sulla sedia mentre ascoltavo la rassegna stampa di Andrea Cecchella che, a ragione, si è messo a ridere. Robe da matti! Robe da matti! Attendo fiducioso un chiarimento da parte di Piol e/o Reolon, se non arriva sarà mia premura mandare una lettera!
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Per dovere di cronaca (e anche un po' per difendere il buon nome di Sergio) già il giorno successivo Reolon ha chiarito da parte sua la questione, dichiarandosi non contrario per partito preso all'autostrada, ma facendo tuttavia notare che la priorità per la Provincia era e resta la ferrovia.

Certamente resto perplesso, visto che Palazzo Piloni e il Governo sono della stessa parrocchia, nell'apprendere notizie del genere, che denotano, ahimè, qualche problema tra politica locale e nazionale.
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Qui nel Trevigiano gli articoli esageratamente allarmistici sono propri della Tribuna… dall’edizione di codesto quotidiano di martedì 31 ottobre scorso.

Sbarre alzate, paura al passaggio a livello.
Macchinista riesce a fermare in tempo il convoglio


Segue un articolo dove si spiega che, a causa dei lavori ai principali PL tra Vittorio e Conegliano, in più di una occasione le barriere non si sono abbassate pur accendendosi la luce rossa lato strada (cosa un po’ strana), e che il macchinista di un treno accorgendosi di ciò sia riuscito a fermare in tempo il treno evitando le peggiori conseguenze ai passeggeri e agli automobilisti (dico io: perfettamente deficienti attraversando un PL con le segnalazioni luminose attive). Quelle righe danno l’impressione che il treno procedesse regolarmente e la tragedia fosse stata evitata quasi miracolosamente. Il giornalistucolo di turno, forse rammaricato per scrivere solamente che non era successo niente, ignora completamente gli accorgimenti per la sicurezza presenti lato ferrovia. Tanto che il giorno successivo pubblicavano un trafiletto di pochissime righe dove si rettificava parzialmente il senso dell’articolo: evidentemente RFI aveva fatto presente che in situazioni simili i treni fanno la marcia a vista, e che in quell’occasione non è stato corso alcun pericolo.
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Biagio
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Il 7 novembre l'Eurostar 9478 da Roma che arriva a Padova alle 22.16 ha fatto mezz'ora di ritardo per un guasto. Quindi arrivo previsto alle 22.46, orario di partenza dell'ultimo treno per Belluno. Vista la situazione - racconta un passeggero - ho marcato strettamente il capotreno dell'Eurostar, con il quale ho tenuto stretti contatti sul da farsi. Il "miracolo" c'è stato. Il treno per Belluno, spostato per l'occasione dal binario 8 al binario 6, ha atteso l'Eurostar, in modo da farlo arrivare al binario 5, stesso marciapiede. Ciò per favorire persone anziane o affaticate dal viaggio, visti i tempi stretti a disposizione. In più, tra lo stupore dei viaggiatori veneziani e padovani, il capotreno dell'Eurostar ha annunciato sia in italiano che in inglese l'importante coincidenza per il capoluogo dolomitico. Il regionale per Belluno è partito con 5 minuti di ritardo ed è arrivato in perfetto orario.
Questo racconto è uscito sull'Amico del popolo, settimanale della diocesi, nella pagina delle lettere. Credo che nessun altro giornale ne abbia parlato, perché purtroppo le cose positive non fanno notizia. Vi immaginate se fosse saltata la coincidenza e i passeggeri bellunesi si fossero trovati a tarda ora senza mezzi per arrivare a destinazione?
Aggiungo io, a proposito del cambiamento di binari: quanto poco basta per fare un favore a chi viaggia!
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... fare un favore e adempiere al dovere di garantire l'ultima concidenza. Il mio plauso al personale che si è adoperato per tutto ciò!
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Nonostante un assurdo regolamento ferroviario lo vieti esplicitamente!
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Messaggio da MattiaC »

:? assurdo!...assurdissimo!
Mattia Centeleghe
L’anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: “Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!”
Arthur Schopenhauer

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Ma quale è codesto regolamemto?
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