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aln
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Voglio esprimere, seppure in ritardo di un giorno, il mio commento positivo allla notizia riportata da Paolo sul recupero del FV della Stazione per l'Alpago. Spero non si verifichi un nuovo caso di "recinzione selvaggia" come a Santa Croce del Lago, dove però i due edifici sono stati "riportati all'antico splendore". E spero nemmeno si ripeta il buco nell'acqua della stazione di Sottocastello - Tai.

Nel frattempo sulla stampa "divampa" un'altra polemica!

Gazzettino di Treviso di giovedì 1 febbraio 2007

La linea per Udine era rimasta bloccata
Ritardi dopo il suicidio «Problemi di sicurezza»
I macchinisti si rifiutano di procedere a vista

Conegliano. Macchinisti contro Rete Ferrovie Italiane per la sicurezza nel transito dei treni. Il suicidio di San Vendemiano ha portato alla luce il problema della sicurezza per i macchinisti di Trenitalia. I ritardi sulla linea Venezia-Udine conseguenti all'incidente, erano stati attribuiti agli addetti del merci che si erano rifiutati di partire perché non erano certi che a Pianzano il passaggio a livello fosse chiuso. «Il contenzioso con RFI - spiega Carlo Gallocchio, segretario regionale del Sindacato Orsa reparto macchine - è aperto sui passaggi a livello. Troppo spesso ci sono problemi nella gestione di apertura e chiusura, basta un nulla e il sistema va in tilt. Quando succede e il passaggio rimane aperto, si pretenderebbe che procedessimo a vista, alla velocità di 4 km orari, e passassimo comunque. Ma noi ci opponiamo fermamente per l'incolumità nostra, dei passeggeri e degli automobilisti». Il sindacalista precisa poi che la normativa, che si basa sul Codice della strada, prevede lo stop al treno finchè la sicurezza di passaggio non è garantita da personale addetto o forze dell'ordine. «In passato sono successi incidenti con treni che sono transitati a barriere aperte e in quel caso la responsabilità è stata attribuita solo ai macchinisti. Vogliamo lavorare serenamente e non con il biglietto dell'avvocato in tasca. Per questo i colleghi l'altra sera hanno aspettato a passare a Pianzano finchè non sono arrivati i Carabinieri». I funerali della 64enne di Castello Roganzuolo che mercoledì pomeriggio si è tolta la vita buttandosi sotto il treno non sono ancora stati fissati. Milvana Citter


Premettendo la mia ignoranza dei fatti, se non attraverso lo specchio deformante della stampa, jeri scrissi che mi pareva strano il comportamento dei macchinisti così come era stato descritto. Oggi la cosa non cambia dopo questo ulteriore inconcludente articolo... Una considerazione mia e non del giornalista: con quale lucidità mentale un macchinista può riprendere la marcia dopo aver impotentemente investito una persona?

La stessa notizia riportata su Il Quindicinale (periodico bisettimamanale del vittoriese - coneglianese - quartier del piave) nella versione dell'interrete. Stazione di Conegliano al chilometro 48, luogo dell'incidente al 50, alla faccia della prossimità!

Si suicida gettandosi sotto il treno
La tragedia si è verificata ieri pomeriggio

31/01/2007 - San Vendemiano
E' finita sotto un treno proveniente da Venezia la donna 64enne di San Vendemiano che ieri pomeriggio, intorno alle 17, ha parcheggiato la sua auto nei pressi della stazione e si è gettata sui binari, mentre passava il treno. Il corpo, straziato, è stato riconosciuto dalla figlia della vittima. Il terribile incidente ha provocato pesanti ritardi sulla linea Venezia - Udine.


Sull'autostrada che verrà, oggi un articolo di segno opposto rispetto a quello di jeri.

Belluno
Riprende quota il progetto di prolugamento dell'A27

La giunta regionale ha incaricato la Società progetto architettura di Bortolo Mainardi di «verificare ogni possibilità utile ad accelerare» su questa strada. Entro marzo l'ex commissario per le opere straordinarie nel Nordest presenterà a Palazzo Balbi una relazione con analisi critiche sullo studio di fattibilità realizzato dall'Anas nel 2005 sotto il coordinamento dello stesso Mainardi. L'opera, divisa in tre stralci per complessivi 85 chilometri da Pian di Vedoia e Tolmezzo, è inserita nelle priorità infrastrutturali indicate in novembre anche dal ministro Di Pietro. Il suo costo stimato di 2,2 miliardi va affrontato con la finanza di progetto. Secondo Mainardi, il reperimento di una società pronta a finanziare e gestire l'intervento sarebbe l'ultimo dei problemi.
Domani la questione approda in consiglio provinciale con un ordine del giorno proposto dal sindaco di Longarone, paese assediato dal traffico, e condiviso dalla sua parte politica di opposizione e da alcuni sindaci. Per il presidente della Provincia, Sergio Reolon, si tratta solo di chiacchiere sulle quali non vale la pena discutere, perché non ci sarebbe «alcuna prospettiva concreta di realizzare il tracciato». Olivo nel Nordest


E il Consiglio Regionale cosa fa?

Un milione di euro per avviare...
Un milione di euro per avviare una navetta sperimentale sulla tratta Feltre-Calalzo; 50 milioni di euro per il traforo del Col Cavalier, in comune di Belluno; 100 mila euro per il Soccorso Alpino; 200 mila per la mostra sul Tiziano; 8 milioni di euro per piccoli comuni di montagna.
Sono questi i punti proposti dalla minoranza del consiglio regionale sui quali è stata trovata la convergenza della maggioranza, e sui quali ieri sera si è discusso in aula ad oltranza.
«A parte gli spiccioli per i comuni montani - afferma polemicamente il consigliere regionale della Margherita, Guido Trento, che aveva proposto un fondo di ben 20 milioni di euro - la vera, grande novità è rappresentata dal milione di euro per l'attivazione sperimentale della navetta ferroviaria tra Feltre e Calalzo. Lo stanziamento permetterà di avviare così la prima linea di metropolitana di superficie. L'altro grande passaggio è lo stanziamento di ben 50 milioni di euro per il traforo del Col Cavalier, un impegno che solleverà l'Anas permettendole così dislocare le proprie risorse su altri punti importanti della viabilità bellunese, come Longarone e Feltre».
Più magro di quanto previsto, invece, l'accordo per trasferire fondi aggiuntivi ai comuni disagiati di montagna. L'emendamento targato Trento parlava di 20 milioni di euro, così come quello del consigliere Dario Bond (Fi) che però allargava la misura anche ai comuni di confine. Alla fine si trovata una mediazione attorno a quella che era stata la proposta della Lega Nord di un fondo di 14 milioni di euro.
Il pacchetto di misure, in quota alla minoranza nell'ambito delle trattative che si susseguono attorno alla finanziaria 2007, è stato discusso fino a tarda serata. Ma l'accordo tra le parti era stato raggiunto prima di entrare in aula.
La questione della metropolitana di superficie in queste settimane è stata al centro di un consistente progetto di rilancio partito dal Comune di Belluno e passato poi attraverso tutti gli altri Comuni interessati fino a coinvolgere l'Ente Parco delle Dolomiti Bellunesi fattosi "locomotiva" della battaglia per una navetta-ferrovia della Val Belluna. Il primo obiettivo è quello di uno studio di fattibilità che determini costi-benefici, evitando avventure che potrebbero facilmente naufragare.
Ora la Regione Veneto si dice disposta a mettere sul piatto la bella cifra di 1 milione di euro che serviranno ad attivare il servizio per un anno. Ma i dettagli andranno definiti in altra sede.
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e550
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Sapete, riguardo al viaggiare a vista vorrei raccontarvi un episodio del 2003.
Vacanze in bicicletta in Francia, Normandia e Bretagna.
L'ultimo giorno decidiamo di prendere il treno e, da Saint-Brieuc di visitare Guingamp e da lì raggiungere Paimpol, raggiungere la Pointe de l'Arcouest e tornare in bicicletta a Saint Brieuc.
Viaggio di andata su un normale diretto con carrozze tipo "X" alla francese, su cui ti lasciano portare la bicicletta senza alcun supplemento, breve visita a Guingamp in attesa della coincidenza, e poi... sorpresa!
Il trenino è una automotrice a due assi (!!!!), moderna, e l'autista (perdonatemi il termine) fa anche da controllore.
Si parte, il primo tratto di linea è buono, poi quel pazzo accelera a tutta manetta (le nostre 668 al confronto sono piantate) e la linea si fa accidentata, nel senso che in piedi non ci si sta proprio, da come sobblza il trenino.

Passaggi a livello?
Tutti incustoditi.
Nessun problema, prima del passaggio l'autista comincia a strombazzare a tutta (pii-poo pii-poo) come fosse una corriera, e passa; della serie, se la macchina si ferma, bene, altrimenti bene lo stesso.


Arrivo a Paimpol e, sorpresa, c'è un bel treno a vapore pronto a partire per Guingamp (ho fatto qualche bella foto, se interessa sono a disposizione).
Ma la sorpresa è stata il binario: l'armamento è ancora quello originale dell'800, con rotaie non di tipo Vignolle ma del tipo più antico (mi sfugge il nome) bloccate da due cunei laterali.
Merita da sola un viaggio in Francia.
'Notte
Paolo
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aln
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Bella esperienza! Sui passaggi a livello, si sa: in Italia ci sono "i treni assassini", non "gli automobilisti deficienti". E le migliaia di morti e le decine di migliaia di feriti che si contano ogni anno sono dovuti anche a "strade della morte" e "curve assassine" e "incroci maledetti".

Dal Gazzettino di Belluno, di venerdì 2 febbraio 2007 (San Paolo scuro e Candelora chiara: l'inverno si prepara)

«L'investimento sulla ferrovia è un dato straordinario»
(lm) «Il dato straordinario è l'inversione di tendenza: prima si parlava solo di rami secchi, ora si investe in sperimentazioni che sono volte a potenziare il servizio».
Quinto Piol, assessore provinciale ai trasporti, commenta così lo stanziamento di 1 milione di euro da parte della Regione Veneto al progetto sperimentale di una servizio navetta sulla tratta Feltre- Calalzo con sei corse al giorno.Una novità in assoluto anche il fatto che si punti su tutta la tratta bellunese, arrivando fino al capolinea cadorino. Infatti, tutti progetti ipotizzati si fermavano a Longarone.
«Questa decisione è frutto di un anno e mezzo di lavoro del tavolo regionale per la mobilità - spiega Piol - al quale sono stati prospettati una serie di interventi per realizzare la cosiddetta metropolitana di superficie. L'ipotesi era quella di lavorare su un servizio Feltre-Longarone con 12 corse al giorno per una spesa complessiva di 1 milione 400 mila euro. Ora vedremo come potremo lavorare. La Regione sicuramente avrà in mente cosa fare. Ma il fatto straordinario, ripeto, è quello di questa inversione di tendenza sulla nostra linea da anni ormai sottoposta ad una politica di depotenziamento».
Il tema di una metropolitana di superficie tiene banco da anni in provincia di Belluno: duplice l'obiettivo, garantire un servizio veloce che incentivi l'uso del mezzo pubblico, togliendo così traffico e smog dalle strade, quindi per far sì che la metrò di superficie diventi punto forte dal quale rilanciare la ferrovia.
In queste ultime settimane il progetto era ritornato alla ribalta, con l'Ente Parco a far da traino per tutti i comuni interessati dalla linea.
Insomma, la decisione di investire sulla vecchia tratta arriva come una boccata d'aria fresca, un pertugio di speranza nel buio dei mancati investimenti su un asse che in molti ritengono strategico per il futuro, specie in una provincia priva di sbocchi viari a nord. La politica dell'amministrazione proviciale è sempre stata attenta all'esigenza di potenziare la linea creando così i presupposti per uno sfondamento a nord. Non sono nemmeno mancati gli studi di fattibilità per capire costi e benefici dell'opera.
Con questa sperimentazione si apre una prospettiva importante.


L'accelerata sul progetto di prolungamento dell'A27
L'accelerata sul progetto di prolungamento dell'A27 trova consenso anche fra i sindaci. E comincia dal sindaco di Castellavazzo, Franco Roccon, "vicino di casa" di Pierluigi De Cesero, sindaco di Longarone oggi «meno solo di anni fa»: «Risolverebbe un grosso problema. L'importante è che il traffico sia di transito. D'estate e d'inverno è impossibile vivere nei nostri paesi, peggio che peggio il mio, che è tagliato in due dall'Alemagna. Le posizioni strumentali degli ambientalisti sono superabili con le soluzioni tecniche. Non capisco perché da altre parti si faccia di tutto e di più, e qui non si riesce a piantare un palo. E' ora che i sindaci facciano squadra».
Sulla questione ambientale lo stesso Bortolo Mainardi, incaricato dalla giunta regionale di «verificare ogni utile possibilità nell'accelerare sull'opera autostradale di completamento dell'A27 con lo strategico collegamento con l'A23», «da tecnico» afferma che le «presunte devastazioni territoriali sono ecofandonie, in quanto figlie più di retaggi ideologici che di reali preoccupazioni su basi scientifiche per gli ecosistemi».
Dal Cadore, terra che sarebbe interessata dall'autostrada fra Perarolo e il Centro Cadore anche con ipotesi di svincoli per Pieve, Domegge e Lorenzago, interviene il sindaco di Valle, Matteo Toscani, in veste di consigliere provinciale come De Cesero, autore dell'ordine del giorno che si discuterà oggi pomeriggio in consiglio, sollecita la Provincia ad assumere una posizione. «E' doveroso che il consiglio provinciale si esprima sull'ipotesi di collegamento fra A27 e A23. Le motivazioni dell'assessore Piol nella precedente seduta sull'impossibilità di una valutazione per mancanza di elaborati appare strumentale, superficiale e utile solo a chi non vuole affrontare una discussione. L'ordine del giorno permetterà di esprimere un parere e costringerà allo scoperto chi non ha mai voluto affrontare il problema».
Toscani sostiene che andrebbe sfatato il mito per cui il Cadore sarebbe contrario in modo compatto. «Finora a parlare sono stati gli esponenti contrari, ma vi sono amministratori favorevoli all'ipotesi e, soprattutto, molti cittadini a ritenere la possibilità utile e importante per il nostro territorio. La discussione non è più rinviabile».
Con l'autostrada è inevitabile parlare di opere complementari: «L'attuale viabilità in valle del Boite e a Cortina dovrebbe essere radicalmente modificata a partire, per esempio, dalla realizzazione della Macchietto-Venas». Da Calalzo, paese che con Pieve e Domegge nel 2001 si erano espressi contro, interviene l'albergatore Gino Mondin dicendosi preoccupato per il futuro del turismo che l'autostrada favorirebbe. Flavio Olivo
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aln
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A sorpresa il Consiglio provinciale ha votato ieri all’unanimità un documento favorevole al prolungamento dell’A27
L'autostrada mette tutti d'accordo
Di fronte ai rappresentanti delle categorie impegno ufficiale a costituire un tavolo con Ministero e Regioni

Belluno. All'inizio della discussione, maggioranza e minoranza si sono guardate in cagnesco. Immaginavano insormontabili divisioni ideologiche sul prolungamento dell'autostrada. Invece, alla fine, stemperate le diffidenze, seppur con filosofie diverse, si sono ritrovate concordi sul fatto che questa provincia ha bisogno di uno sbocco a nord che diventi la dorsale di collegamento non solo col Corridoio V Lisbona-Kiev, ma anche di sviluppo per costruire una viabilità migliore di connessione tra le valli.
L'ordine del giorno presentato dal consigliere di minoranza e sindaco di Longarone Pierluigi De Cesero, e sottoscritto anche da altri consiglieri di opposizione, col quale si intendeva "stanare" l'Amministrazione provinciale obbligandola a quel pronunciamento mai arrivato in questi anni, è passato col voto unanime, compreso quello di Rifondazione Comunista. A supportare l'azione di De Cesero, tra il pubblico c'era anche il presidente della Camera di commercio, Paolo Terribile, e altri rappresentanti della associazioni di categoria, con Assindustria in testa. Un segnale chiaro sulla necessità di lavorare su quella proposta nata nell'aprile 2004 da un accordo di programma tra le Regione Veneto, Friuli Venezia Giulia, e Ministero delle Infrastrutture. Un'opera che sia il governo Berlusconi, sia quello Prodi ritengono strategica e prioritaria.
Palazzo Piloni si impegna così ufficialmente a coordinare un tavolo di lavoro con la Regione Veneto, il Ministero delle Infrastrutture, l'Anas, Veneto Strade, Ferrovie e amministratori locali, regionali e nazionali, per definire un progetto compatibile con le esigenze di sviluppo della provincia. Marsiglia a pag. III
Ultima modifica di aln il sab feb 03, 2007 21:37, modificato 1 volta in totale.
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..evviva.. :evil: :evil: :cry: :cry:
Mattia Centeleghe
L’anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: “Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!”
Arthur Schopenhauer

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A volte un silenzio vale più di mille parole. D'altronde è stata, da parte del Consiglio Provinciale, una scelta pressochè obbligata...
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Nei giorni scorsi il gestore dello Hotel Ferrovia di Calalzo pontificava, sempre dalle pagine del Gazzettino, delle possibilità taumaturgiche della nuova autostrada, considerando pure che sotto i 1.600 m di quota non si scierà più...

Oggi in quel di Castelfranco hanno ribattezzato i TAF Treni ad Alta Fregatura, dopo un guasto forse avvenuto a Piombino Dese(l'ennesimo o sempre lo stesso sul quale marceranno per giorni?).

Dal Gazzettino di Belluno di martedì 6 febbraio 2007

Ponte nelle Alpi
Il treno è senza macchinisti...

Ponte nelle Alpi. Il treno è senza macchinisti ed i viaggiatori restano a piedi, in attesa di notizie e soprattutto di poter finalmente raggiungere Calalzo senza perdere le coincidenze con le ultime corriere per Cortina e il Cadore.
Nonostante i disagi denunciati nei giorni scorsi, Trenitalia non demorde e continua a scodellare disservizi a getto continuo sulla tormentata linea per il Cadore. Ieri sera l'episodio più grave: il treno regionale partito da Venezia alle 17.33 e atteso a Calalzo alle 20.16 si è fermato a Ponte nelle Alpi senza trovare i macchinisti disposti a portarlo fino a Calalzo.
I viaggiatori si sono così ritrovati improvvisamente senza mezzi per proseguire, in quanto i macchinisti che fino a quel momento avevano condotto il treno si erano recati a mangiare, come previsto dal loro turno. Mentre i mancati passeggeri affollavano la sala d'attesa per ripararsi dal freddo, dai ferrovieri sono partite telefonate a destra e a manca a coordinatori e responsabili vari, fino a quando, fortunosamente, è saltato fuori un autobus sostitutivo che, dopo oltre mezz'ora, è finalmente partito alla volta del capolinea.
Solo l'iniziativa del personale di rete ferroviaria italiana di Calalzo ha evitato il peggio, avvisando del disguido gli autisti della Dolomitibus, che hanno atteso l'arrivo dei viaggiatori da Venezia. La cosa più grave però è che quello di ieri sera non è affatto un episodio isolato: a causa della mancanza cronica dei macchinisti da un paio di settimane il treno in questione viene soppresso quasi tutti i giorni, così come viene sostituito con autobus fino a Ponte nelle Alpi quello per Venezia in partenza da Calalzo alle 21.05.
Sabato scorso ad esempio il treno da Venezia è stato soppresso nonostante la presenza di due comitive, e ci sono voluti due autobus per portare la gente fino a Calalzo. Inutile sottolineare i disagi per i trasbordi improvvisi, per chi si trova nelle fermate intermedie, per chi sa che la Regione ha pagato soldi pubblici per dargli un treno invece si ritrova in corriera. E stasera, forse, si ricomincia. Gianluca Zandanel


Un "ritaglio di giornale"...

Belluno.
"Piazzale vittime delle foibe". Si chiamerà così, da sabato prossimo, 10 febbraio, il piazzale della stazione. eccetera...


...ed infine, la pazzia dilaga!

BORCA La Comunità montana della Valle del Boite d’accordo con il consiglio provinciale sul prolungamento della A27 e l’esigenza di uno sbocco a nord con una bretella
«Alemagna sempre più bollente, urge una soluzione»
Il presidente Dalus: «Ci vuole un progetto radicale, non un palliativo, che vada incontro alle attese di abitanti e amministratori»

(Bdv) Anche la comunità montana della valle del Boite è d'accordo sulla risoluzione adottata dal consiglio provinciale sul prolungamento della A27 e che accoglie l'esigenza di trovare uno sbocco a nord con una dorsale di collegamento di minimo impatto ambientale. Il presidente dell'ente, Luciano Dalus, punta l'attenzione sulle opzioni che un corridoio di transito a est dell'alta provincia offre al traffico pesante. «Noi della valle del Boite ne sappiamo qualcosa, in tema di code, di inquinamenti, di qualità della vita», commenta, ponendosi sulla linea già espressa dal sindaco di Vodo e che punta decisamente alla qualità della vita che ogni scelta, ogni decisione deve assicurare alla gente che vive lungo una valle di grande suggestione estetica ma mortificata da un traffico che periodicamente diventa insostenibile. «L'orientamento sottoscritto da tutti i consiglieri provinciali non deve far dimenticare alcune nostre priorità, indicate ripetutamente come irrinunciabili: l'esecuzione delle circonvallazioni dei paesi e la realizzazione della bretella Macchietto Venas, un'altra opzione che consentirà al traffico, in particolare a quello diretto lungo i paesi della Valboite e verso Cortina, di diluirsi e di essere scorrevole in ogni periodo dell'anno». Per Dalus il carico dell'Alemagna dei giorni di punta è giunto a livelli terrificanti: con l'apertura dell'ultima galleria che sfocerà a Macchietto, la Longarone-Tai diventerà un corridoio arroventato. «Per questo abbiamo bisogno di soluzioni radicali e non palliativi che vadano incontro alle attese degli amministratori e delle popolazioni. La mancanza di fondi, indicata da qualcuno come la ragione della difficoltà ad inserire i progetti nei piani pluriennali Anas, non può più essere accettata».
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Biagio
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Messaggio da Biagio »

aln ha scritto:Oggi in quel di Castelfranco hanno ribattezzato i TAF Treni ad Alta Fregatura, dopo un guasto forse avvenuto a Piombino Dese(l'ennesimo o sempre lo stesso sul quale marceranno per giorni?).
Alessandro lo ha appena accennato, ma è allucinante quello che succede sulla Bassano - Castelfranco - Mestre, dove la brina mette fuori combattimento i Taf (almeno così scrivono i giornali, solitamente male informati, tranne il mitico Zandanel): treni cancellati, giri via Treviso, ritardi, incacchiature giganti.
Se penso quanta festa avevano fatto a Bassano all'epoca dell'elettrificazione...
Sembra che i Taf si blocchino quando lo strisciante del pantografo "sente" la brina sul filo: qualcuno sa qualcosa di più preciso al riguardo?
Allora immaginavo la famosa navetta Feltre - Calalzo elettrificata e servita dai Taf, treni con un'accelerazione da metropolitana: quanti mesi all'anno potrebbero viaggiare?
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Personalemnte non conosco la magagna dei TAF. Sembra proprio risentano del gelo, non riuscendo a captare corrente dalla catenaria.

Sono allucinanti anche i Minuetti, per il loro dispositivo automatico che scarica l'acqua dal serbatoio quando la temperatura scente sotto i +3°C rendendo cos' inutilizzabile la ritirata.

Quanto al TAF sulle nostre linee. Non sarebbe grande fantascienza, a prescindere dall'elettrificazione, ricordo che le Francesine (le carrozze a due piani) hanno la circolabilità sulla Conegliano - Ponte - Montebelluna - Treviso, ma non sulla Ponte - Calalzo... chissà perchè...

Curiosando sul Viaggiatreno, anche oggi l'11138 è stato soppresso tra Ponte e Calalzo.
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Dal Gazzettino di mercoledì 7 febbraio 2007, edizione nazionale

BELLUNO
Passeggeri in attesa dei macchinisti in pausa pranzo: soppresso il treno serale dei pendolari per Calalzo

NOSTRA REDAZIONE Mancano i macchinisti e i treni vengono soppressi. Succede sulla linea per il Cadore, tra Ponte nelle Alpi e Calalzo. I convogli in questione sono il treno regionale Venezia (17.33) - Calalzo (20.16) e Calalzo (21.05) - Venezia (23.23), che ormai quasi ogni giorno vengono sostituiti con un autobus da Ponte a Calalzo per mancanza di personale. Trenitalia di guarda bene dal fornire spiegazioni ai malcapitati viaggiatori e non pubblicizza la cosa, in quanto la Regione paga per fare treni, non pullman, ma il disagio si ripete senza tregua. Ancora più imbarazzante sapere che il problema principale è quello della cena dei macchinisti, che arrivano a Ponte alle 19.23 e ripartono alle 21.50, ed hanno diritto all'intervallo per mangiare. Dovrebbero essere sostituiti da un paio di colleghi, che però quasi regolarmente non si trovano, magari perché, assieme al capotreno, sono stati dirottati su un'altra linea a coprire altri buchi. L'altro ieri sera poi qualcuno si è pure dimenticato di avvisare che c'era bisogno della corriera, per cui i viaggiatori da Venezia sono rimasti a Ponte per più di mezz'ora fino a quando un autista, magari interrompendo la propria cena, è arrivato con l'autobus a prendersi i malcapitati che si riparavano dal freddo in sala d'attesa. Così, mentre Trenitalia pubblicizza la campagna contro l'evasione con controlli a tappeto contro i "portoghesi", che, partita in pompa magna dopo che per anni si era negato il fenomeno, ora spesso non si riesce a fare proprio per mancanza di personale, i viaggiatori si ritrovano senza treno anche se hanno pagato il biglietto. «Abbiamo già chiesto spiegazioni a Trenitalia - commenta l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - ma non abbiamo ancora ricevuto risposta, certo che se le notizie apprese dalla stampa fossero confermate, si tratta di una cosa indecente». «Da parte nostra stiamo valutando la possibilità di denunciare Trenitalia per interruzione di pubblico servizio - afferma Piermario Fop, sindaco di Calalzo e vice presidente della Comunità Montana - siamo veramente stufi, la situazione è intollerabile anche per quanto riguarda la stazione e dobbiamo difenderci». Già, perchè a Calalzo, stazione porta delle Dolomiti e di Cortina, la biglietteria è aperta solo per poche ore al giorno, nonostante il contratto con la Regione preveda diversamente, e dopo le 16.30 non si possono più fare prenotazioni e biglietti a lunga percorrenza. Il problema? Mancanza di personale. Gianluca Zandanel


Edizione di Belluno

«Se continua così potremo anche ...
«Se continua così potremo anche denunciare Trenitalia per interruzione di pubblico servizio». Questo il commento furibondo del sindaco di Calalzo dopo che anche ieri sera sono stati soppressi i treni da Venezia per Calalzo delle 20.16 e da Calalzo per Venezia delle 21.05 da Ponte nelle Alpi al capolinea cadorino. «Siamo veramente stufi di come stanno andando le cose - spiega Piermario Fop - questa sera stessa ne discuteremo in giunta della Comunità Montana Centro Cadore (della quale Fop è vice presidente, ndr) e valuteremo cosa fare. Il nostro territorio deve difendersi, la situazione complessiva, a cominciare dal degrado della stazione, è intollerabile».
Già, perchè la sostituzione dei treni con autobus, dovuta a mancanza del personale, soprattutto macchinisti, per Trenitalia è ormai la regola, non più l'eccezzione. La società si guarda bene dal pubblicizzare la cosa, anche perché il contratto firmato con la Regione prevede l'effettuazione di un certo numero di chilometri/treno all'anno che Trenitalia deve garantire, altrimenti sono multe e penali, ma trovare i macchinisti che portino il treno fino a Calalzo è sempre più difficile, e magari anche dannoso. Anche i capitreno scarseggiano, e ogni treno soppresso è un "equipaggio" guadagnato per coprire un altro buco in pianura, dove i treni sono più frequentati e la gente è più battagliera. Una situazione disastrosa, frutto di una gestione presente e passata a dir poco discutibile, tanto che da una parte si sono incentivati i pensionamenti e si sono fatti trasferimenti al sud, dove il personale è in esubero, salvo poi chiamare in Veneto ferrovieri in trasferta pagandoli molto di più, per poi negare gli straordinari e sopprimere i treni. Un caos totale che si riflette sulla qualità sempre più scadente del servizio, con vetture vetuste, biglietterie aperte per poche ore, ritardi e guasti.
«Abbiamo chiesto spiegazioni a Trenitalia di quanto sta accadendo - commenta l'assessore provinciale ai trasporti Quinto Piol - ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Se le notizie apprese dalla stampa fossero confermate, in particolare se il motivo della soppressione dei treni fosse proprio la mancanza del personale, la situazione sarebbe veramente indecente».
Intanto anche ieri sera i viaggiatori da Venezia sono scesi a Ponte sotto una pioggerellina fastidiosa con qualche fiocco di neve per imbarcarsi faticosamente sul pullmann. «La situazione è veramente grave - sbotta Sara Frescura, pendolare diretta a Calalzo - ci sono persone che preferiscono prendere il treno proprio perchè soffrono di mal d'autobus e si ritrovano in corriera. Non è giusto che io debba pagare più di 50 euro al mese per essere trattata così. Se poi Trenitalia preferisce mandare a cenare i macchinisti piuttosto che fare il treno, la cosa si commenta da sola».
«Sono salita convinta di arrivare in treno fino a Calalzo - commenta Arianna Bianco, studentessa cadorina - e a metà strada mi hanno avvisato che dovevo cambiare a Ponte. Non posso credere che il treno venga soppresso per mancanza di personale. Abbiamo pagato un biglietto per il treno e ora ci ritroviamo in queste condizioni».
«Non posso che confermare il disagio - protesta Michele Pubacco di Longarone - e penso che tutti i viaggiatori condividano queste critiche. Bisognerebbe raccogliere delle firme per una petizione e protestare con forza».Gianluca Zandanel
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aln ha scritto:... ricordo che le Francesine (le carrozze a due piani) hanno la circolabilità sulla Conegliano - Ponte - Montebelluna - Treviso, ma non sulla Ponte - Calalzo... chissà perchè...
Ma dai? Sul serio?

abbasso i minuetti! vogliamo le 2P! :wink:
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MattiaC
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Messaggio da MattiaC »

Si si..sul serio!!... :lol:
Mattia Centeleghe
L’anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: “Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!”
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Messaggio da Freccia della Laguna »

a dire il vero prima delle 2P... vorrei le 740 fino a Calalzo... :D
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MattiaC
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Messaggio da MattiaC »

beh..non è così improbabile che ci arrivino... :roll: ..chi vivrà vedrà... :wink:
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Alex_E453
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Messaggio da Alex_E453 »

Forse perchè d Ponte a Calalzo le gallerie non permettono la circolazione delle 2P
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