Arriva Arriva? Il futuro con altre Imprese Ferroviarie

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Arriva Arriva? Il futuro con altre Imprese Ferroviarie

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Sta riaffiorando il tema delle altre Imprese Ferroviarie che, oltre a Trenitalia o Sistemi Territoriali, potrebbero svolgere il servizio ferroviario regionale in Veneto, e secondariamente il discorso delle gare o delle non-gare. Qualche anno fa c'erano state le prime uscite, alquanto azzardate, che davano per fattibile il passaggio di consegna da Trenitalia alle "ferrovie tedesche" del servizio bellunese, cosa che si sarebbe dovuta realizzare in pochi mesi per evitare il controverso "cambio di Montebelluna". Come era facile prevedere allora e come abbiamo visto poi, non s'è fatto nulla.
[quote="Corriere del Veneto", 17 gennaio 2014"]«Anche noi in gara per i treni del Veneto»
Arriva la proposta di Deutsche Bahn
Dopo la disdetta del contratto con Trenitalia parla l’Ad Piuri. I tedeschi pronti per il 2015, ma temono i nodi del bando «Il servizio andrebbe messo in concorrenza per gradi»

VENEZIA — Marco Piuri non è uno che ci mette tanto ad arrivare al punto: è il numero uno per l’Italia di Arriva Deutsche Bahn (la società delle ferrovie tedesche che si occupa del trasporto locale su ferro e gomma in quattordici paesi europei), ha già conquistato i servizi di autobus extraurbani di diverse città del Nord Italia e non nasconde di essere pronto a prendersi i treni del Veneto quando (e se) la Regione bandirà una gara per il servizio come annunciato a più riprese dal governatore Luca Zaia nei giorni scorsi.
Dunque parteciperete? «Se la gara avrà un'effettiva apertura, senza dubbio».
Ha sottolineato la parola «effettiva» con molta enfasi. «Per forza. Per il momento sono solo dichiarazioni di intenti. Non dico in Veneto, sia chiaro. Non mi permetto. Ma in Italia sono anni che si discute di gare da un punto di vista teorico e poi non si fa nulla. Anzi: spesso si torna indietro».
Che cosa intende? «Intendo dire che se si fa una gara vera, con un capitolato vero abbiamo tutto l'interesse a partecipare. Ma, almeno fino a oggi, in Italia non è successo. Ci sono state poche gare e non aperte alla vera competizione».
Dica la verità. Non ci crede? «Non è questo il punto. Anche nel 2008 sembrava che alcune regioni dovessero andare a gara, poi l'anno successivo il governo Berlusconi ha concesso una serie di finanziamenti e di aiuti di stato a quelle regioni che avessero sottoscritto con Trenitalia contratti ad affidamento diretto di sei anni più sei anni. È evidente che la concorrenza è stata tagliata fuori».
Gli aiuti per l'affidamento diretto non sono in contrasto con le direttive europee? «Gli aiuti di stato non dovrebbero essere possibili, ma invece è andata così. Gli affidamenti diretti sono consentiti dai regolamenti europei, per la precisione dal 1370. L'affidamento a Trenitalia quindi è stato perfettamente lecito, ma è evidente che ha contribuito a creare un regime di monopolio. Non è un caso se il trasporto regionale è gestito da Trenitalia o da società alleate come Trenord in Lombardia o Tper in Emilia Romagna e che i tentativi di gara come quello del Piemonte sono falliti. Basti pensare alle difficoltà che si incontrano per prendere in affidamento le infrastrutture di proprietà di Rfi».
Può spiegare meglio? Che c'entrano le infrastrutture di Rfi? «Per garantire il movimento dei treni servono magazzini, depositi per le manutenzioni e tutta una serie di altre strutture. Queste strutture sono di Rfi, società di Ferrovie dello Stato come Trenitalia. Le regioni che vogliono lanciare una gara devono mettere in condizione i concorrenti di poter accedere a queste infrastrutture alle stesse condizioni di Trenitalia. È stato fatto in tutta Europa, ma qui no».
Forse perché non si può? «Quando qualcuno in questo paese dice che una cosa non si può fare, mente. Le soluzioni ci sono o sono state trovate da molti paesi europei. Paradossalmente il primo punto sarebbe quello di evitare le gare regionali».
È contrario alle gare regionali? «Finora l'unica regione che ha iniziato la procedura di gara è l'Emilia Romagna. Noi stiamo valutando di partecipare, ma da una prima impressione la nostra partecipazione è molto complicata ».
Perché? «Perché hanno messo in gara 18 milioni di treni/ chilometro in un colpo solo»
Pochi? Troppi? «Tanti. Un appalto di dimensioni simili richiede un investimento di almeno cinquecento milioni di euro. Va da sé che il numero di competitor per la gara si riduce e quindi avvantaggia il gestore storico. E non solo. C'è anche la questione dell'approvvigionamento dei treni».
Cioè? «L'Emilia Romagna chiede di rinnovare due terzi dell'attuale flotta di vettori, cioè un centinaio di treni. Ora, visto che i treni non si trovano in negozio, vanno ordinati e costruiti. I produttori possono garantirmi 2 o al massimo 3 treni al mese, quindi, una volta vinta la gara, il servizio ha bisogno di almeno tre anni prima di partire».
Quindi non si parte prima del 2020? «No. Il rischio è che non si parta proprio. L'Emilia Romagna concede un massimo di trenta mesi per dare il via al servizio. E guarda caso, l'unica società che può rispettare questi tempi per far partire il servizio è Trenitalia, visto che loro operano già su quelle tratte».
Le gare fatte così sono inutili. Sta dicendo questo? «Dico che non si crea vera concorrenza mettendo a gara interi bacini regionali in una volta. Bisogna mettere a gara progressivamente lotti di tratte più piccoli, come ha fatto il resto d'Europa. Sono stati messi a gara lotti da uno, due, cinque milioni di chilometri, non un intero bacino regionale. Un conto è investire su dieci o venti treni, un altro su cento treni. Il problema è che qui c'è sempre qualcuno che si sveglia e vuole liberalizzare tutto e poi non si fa nulla. La vera rivoluzione sarebbe mettere a gara il 10% del trasporto per il 2016, il 20% per il 2017 e via così fino alla totalità delle tratte».
In Europa hanno fatto così? «Quasi ovunque. In Germania il processo è iniziato con lotti da un milione di chilometri anche per ridurre gli impatti degli errori. Un conto è correggere eventuali errori per dieci treni, un altro per cento. E poi così possono partecipare più società. Anche Trenitalia ha vinto diverse gare per il trasporto pubblico tedesco: oggi i treni italiani in Germania fatturano circa 500 milioni di euro all'anno».
Ma in Germania Trenitalia è puntuale? «Non mi occupo della puntualità degli altri».
E Arriva Deutsche Bahn è puntuale? «Dove operiamo miglioriamo la puntualità rispetto al gestore precedente. Visto che spesso le gare le vinciamo, ma possiamo anche perderle, facciamo molta attenzione alle esigenze della clientela e ai reclami. Frecciarossa è migliorata molto da quando c'è Italo. La concorrenza fa bene, è un dato di fatto».
Riuscireste a garantire un servizio da ferrovie tedesche anche con le tariffe dei treni italiani? «Certo. È vero che qui le tariffe del trasporto pubblico locale sono tra le più basse d'Europa perché c'è sempre stata l'idea che i treni siano una sorta di welfare. Ma proprio per questo le regioni mettono sul piatto dei sussidi che provengono dai trasferimenti della fiscalità generale. Sommando i sussidi ai biglietti, i ricavi di Trenitalia per il trasporto regionale sono del 29% più alti di quelli dello stesso servizio in Germania. Con queste risorse si possono garantire servizi migliori e nuovi treni».
E i lavoratori di Trenitalia sarebbero ricollocati? «Dove i servizi sono stati messi a gara non ci sono stati licenziamenti di massa, ma è stato possibile rinegoziare l'accordo di secondo livello per aumentare la produttività e per gestire la ovvia riorganizzazione del personale. Anche in questo caso piccoli lotti sono più semplici da gestire ».[/quote]
Corriere delle Alpi, 22 novembre 2017 ha scritto: Arriva: «Costi minori a parità di servizi»

VENEZIA «Pronti ad offrire a parità di servizio costi minori, oppure agli stessi costi maggiori servizi ai pendolari veneti». L'amministratore delegato di Arriva, Angelo Costa, è pronto a sfidare Trenitalia per la mobilità su ferrovia veneta. Salvo novità il nuovo contratto potrebbe partire non prima del 2023. «Il Veneto è una delle regioni portanti dell'economia italiana, con un volume pari a 15 milioni di treni chilometro, una realtà estremamente interessante nel panorama nazionale - ha spiegato l'ad del gruppo, che fa capo alle ferrovie tedesche Deutsche Banh -. In caso di vittoria arriveranno nuovi treni e assunzioni». Il gruppo tedesco Arriva, con 60 mila addetti totali, trasporta ogni anno 2, 2 miliardi di passeggeri in 14 Paesi generando ricavi annui per circa 5 miliardi di euro e offre soluzioni modali su gomma e su ferro, principalmente riferite a servizi di trasporto pubblico locale. In Italia, Arriva oggi è tra i primi operatori nel settore del Trasporto Pubblico Locale su gomma, con circa 100 milioni di km di percorrenza annua e 360 milioni di euro di ricavi gestiti, 3. 550 dipendenti e una flotta di oltre 2.400 autobus. Arriva Italia opera con società controllate in Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Friuli Venezia-Giulia e in joint ventures con enti locali a Trieste e Como. La gestione ferroviaria che interessa le ferrovie tedesche riguarda tutto il Veneto (escluse le tratte Adria-Mestre, Rovigo-Chioggia e Rovigo-Verona). Nei giorni scorsi la Regione del Veneto ha nominato l'ingegnere Mauro Menegazzo, direttore dell'unità organizzativa mobilità e trasporti, responsabile del procedimento che dovrebbe vedere contrapposti Trenitalia e Arriva. L'assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti è molto cauta e conferma che fino al 2023 l'impegno con Trenitalia verrà mantenuto, salvo colpi di scena che si possono aprire se la concorrenza affila le armi. «La manifestazione del gruppo tedesco Arriva risale ancora a gennaio 2017, nei giorni scorsi la giunta regionale ha firmato un decreto che di fatto avvia una procedura di confronto per valutare le offerte che possono essere presentate per il rinnovo delle concessioni - ha spiegato l'assessore -. Il Veneto sta valutando ora quale possa essere la strategia migliore: il contratto firmato con Trenitalia fino al 2023 è decisamente soddisfacente, ma potrebbe essere rinegoziato con la clausola dei 10 anni più altri 5, valutando gli investimenti sul materiale rotabile e sul piano tariffario». L'obiettivo delle Regione è dare una mano ai pendolari, che ogni giorno si spostano con i treni: «I passi in avanti sono stati notevoli, ma possiamo ancora migliorare».«Io da pendolare dico che se la concorrenza fa bene alla qualità dei servizi ben venga il confronto tra Trenitalia e Arriva. Non dimentichiamoci infatti che al centro ci sono i 150. 000 pendolari che ogni giorno salgono sui treni in Veneto». Così il capogruppo in consiglio regionale del Pd Stefano Fracasso commenta la manifestazione d'interesse da parte di Arriva alla gestione del servizio ferroviario regionale. «Ora, con il possibile confronto tra Trenitalia e Arriva, abbiamo l'opportunità di proseguire e rafforzare il processo di sviluppo e miglioramento - ha concluso - C'è bisogno di investimenti per ammodernare la rete, eliminando i passaggi a livello, elettrificando e raddoppiando le linee». Nicola Brillo
Quindi arriva Arriva? Vedremo, sicuramente non è casuale il loro rinnovato interesse per il servizio ferroviario regionale in Italia (a oggi l'unica loro presenza ferroviaria se non sbaglio è in Piemonte in cooperazione con GTT) e nel Veneto, e sicuramente cercano di aggiudicarsi una fetta del servizio.
La questione fondamentale è capire quale fetta del servizio e in quale contesto, e capire quando i tempi saranno maturi. C'è chi parla di "fette" ben consistenti, se non di torte intere, ma nell'articolo del 2014 si parlava più verosimilmente di "fette" più piccole. Un po' come è stato fatto in Germania. Prendo per esempio lo Schleswig-Holstein dove in parte ho girovagato due anni fa.

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In questa rete 19 linee sono effettuate da DB Bahn, 5 da Nordbahn, 3 da DB con le S-Bahn di Amburgo, 3 da NOB, 3 da AKN, 1 da Arriva, 1 da NEG. La questione fondamentale è che in questo "spezzatino" c'è una pianificazione regionale del servizio ben maggiore di quella veneta, e si passa da un treno all'altro, da una linea all'altra, da un operatore all'altro, con lo stesso biglietto acquistato alla medesima emettritrice.
In Veneto, prima di avere altre imprese ferroviarie sui binari regionali, non c'è solo da risolvere la questione già richiamata dei depositi e delle officine di proprietà di RFI, non c'è solo la questione della disponibilià di rotabili che possano circolare. C'è anche l'aspetto dell'organizzazione del servizio con la ragionata pianificazione degli orari (e quindi delle "coincidenze") di tutte le imprese, l'adeguata comunicazione verso i viaggiatori, l'indispensabile integrazione tariffaria (chiamiamolo "biglietto unico"), cose che devono essere fatte da un soggetto super partes come l'autorità regionale, e non da Trenitalia come succede inevitabilmente ma fortunatamente oggi. Sono aspetti in cui siamo ancora in alto mare: basta provare a fare un biglietto da Treviso a Piove di Sacco, Trenitalia più Sistemi Territoriali: i biglietti sono due e il secondo forse c'è chi nemmeno sa dove acquistarlo). Ecco, immaginamo questo scenario moltiplicarsi in Veneto: con le linee bellunesi affidate "domani" ad Arriva, ma con le "coincidenze" a Conegliano e Montebelluna a caso, senza garanzie di attesa, con la necessità di cambiare treno e biglietto. I tempi non sono ancora maturi.
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Re: Rassegna Stampa

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Probabile ricorso di Arriva contro il CdS.
Corriere del Veneto, 13 gennaio 2018 ha scritto:L’ombra dei ricorsi sul contratto firmato da Regione e Trenitalia
I tedeschi di Arriva: «Mai considerata la nostra offerta, perché non si è fatta la gara?»
VENEZIA Si allunga l’ombra dei ricorsi sul contratto di servizio appena stipulato dalla Regione con Trenitalia, accordo da 4,4 miliardi fino al 2032.

Legali al lavoro. Angelo Costa, amministratore delegato di Deutsche Bahn-Arriva, si dice infatti «molto sorpreso» dall’annuncio di Palazzo Balbi e spiega: «I nostri legali sono al lavoro e presto ci comunicheranno le loro valutazioni. Certo l’ipotesi di un ricorso non è affatto esclusa, anzi: credo che la Regione debba spiegare per quale motivo ha prima nominato il Rup (responsabile unico del procedimento, ndr), una decisione evidentemente finalizzata alla procedura di gara come auspicato dalle authority, e poi rinnovato il contratto in affidamento diretto».
L’interesse tedesco. Arriva, società del gruppo tedesco Deutsche Bahn AG tra i leader mondiali nel servizio di trasporto (in Europa trasporta ogni giorno più di 11 milioni di persone), nelle scorse settimane aveva fatto pervenire alla Regione una lettera con una manifestazione d’interesse alla partecipazione alla gara europea che la Regione stessa aveva annunciato di voler indire dopo aver disdetto a fine 2013 il contratto con Trenitalia, lamentando «sporcizia e ritardi» (parole del governatore Luca Zaia).
Addio gara. Giovedì, però, ecco l’annuncio alla presenza, oltre che dello stesso Zaia, degli amministratori delegati delle Ferrovie Renato Mazzoncini e di Trenitalia Orazio Iacono, e del ministro dei Trasporti Graziano Delrio: la Regione affiderà il servizio per altri 15 anni a Trenitalia. E addio gara. Una soluzione consentita dai regolamenti Ue, che permettono alle Regioni di procedere con gli affidamenti diretti fino al 31 dicembre 2019 purché questi avvengano al termine di una trattativa a condizioni di mercato. «La trattativa c’è stata ed è stata durissima» hanno ripetuto non a caso a più riprese Zaia e Mazzoncini, e quest’ultimo ha poi aggiunto: «Le condizioni strappate dal Veneto sono uguali a quelle ottenute dall’Emilia Romagna con la gara». Ma Costa non ci sta: «Non metto in dubbio che l’offerta di Trenitalia sia stata positiva, migliorativa rispetto al passato, ma come hanno fatto le strutture prima e la politica poi a stabilire che quella di Trenitalia era l’offerta migliore in assoluto, in assenza di qualsivoglia termine di paragone?». L’assessore ai Trasporti Elisa De Berti sostiene che una vera e propria offerta, in realtà, dai tedeschi non è mai arrivata, che si è trattato di una generica manifestazione di interesse ma Costa precisa: «Non siamo mai stati messi nelle condizioni di presentare un’offerta dettagliata a causa dell’asimmetria informativa con Trenitalia. L’intenzione di partecipare c’era tutta, ma non è stata presa minimamente in considerazione».
Marco Bonet
La De Berti ha perso un'occasione per stare zitta. Se non c'è stata la gara che offerta dovevano presentare? Senza contare che concludere adesso il contratto dal 2023 è un palesemente un metodo per aggirare la normativa europea e, come tale, passibile di sanzione.
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Re: Arriva Arriva? Il futuro con altre Imprese Ferroviarie

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Come fa ad essere un aggiramento di una direttiva europea se proprio una normativa europea consente fino al 2019 l'affidamento diretto? Il contratto precedente tra le medesime parti, valido fino al 2023 ed evidentemente sostituito da quello nuovo, doveva impedire qualsiasi trattativa?

L'asimmetria informativa denunciata da Costa ci sarà sicuramente, ma se ne avvantaggiano anche quelli di Arriva che in articoli come questo possono fare la bella figura di dire "ma a noi sarebbe piaciuto partecipare" e "ci hanno esclusi", tralasciando complettamente i dettagli tecnici, non da ultimo il fatto che Trenitalia qualche treno lo sta già facendo costruire mentre Arriva no.
Le domande che facevo più su sono sempre valide: Arriva quale servizio ferroviario è davvero in grado di poter svolgere in Veneto? E come? E quando? Se a loro preme davvero così tanto arrivare da noi e farci vedere quanto son bravi, allora potrebbero proporsi per la Verona - Rovigo - Chioggia. E ho un po' l'impressione che in Regione non spiacerebbe levarla a Sistemi Territoriali e che in Trenitalia non se la ripiglierebbero mica.

Ora vi dico un segreto: "facciamo la gara" è uno slogan e piace alla gente in quanto tale. Tutto il resto sono chiacchere, oppure fatti: dipende da come la si voglia guardare.
Sharklet
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Re: Arriva Arriva? Il futuro con altre Imprese Ferroviarie

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Se è vero che il contratto fino al 2023 sia stato sostituito da quello nuovo; dalle prime fonti si pareva invece supporre che il contratto siglato questa settimana sarebbe stato valido dal 2023 al 2032 (+ eventuali 5 al 2037), e a questo si riferiva la mia frase.

Sulle ordinazioni di materiale rotabile meglio non commentare: Trenitalia ordina i treni in ogni caso, e li mette all'asta tra le regioni dicendo che chi firma prima si prende i treni nuovi. In questo senso pare proprio che la gara esista, sì, ma quella delle regioni per accaparrarsi i treni nuovi.... Se fossi Arriva, visto l'andazzo, neanche io comprerei treni nuovi senza garanzie certe.
Ormai comunque la scelta è fatta e, se ad Arriva hanno fatto qualcosa di sbagliato, avranno 15 anni per meditarci su.
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