Il serial killer dei cani

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aln
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Il serial killer dei cani

Messaggio da aln »

Segnalo questo articolo su La Stampa di oggi, giovedì 15 gennaio 2015. Buona lettura.
La lezione del falso killer dei cani
di Michele Brambilla
Ah il giornalismo del futuro sì che sarà democratico: lo faranno i cittadini sui social forum, basta giornali che poi non sono mai liberi perché hanno tutti un padrone. Ce lo ripetono ormai da un bel po’ Beppe Grillo e Casaleggio, ma anche tanti professoroni americani. E noi del mestiere rispondiamo piangendoci addosso: i giornali sono finiti, non serviamo più a niente.
Succede però che anche la profonda provincia può avere qualcosa da insegnare alle università di tutto il mondo. Vi raccontiamo una storia che arriva da Cuneo: la storia del serial killer dei cani che terrorizza un intero quartiere.
Allora, succede questo: che un tizio posta su Facebook la notizia di decine di cani avvelenati nella zona di piazza Europa, più o meno dietro ai licei. «Mi congratulo coi bastardi», scrive, «che hanno disseminato di bocconi avvelenati verosimilmente il giardinetto dell’Inps: avete ammazzato metà dei cani del quartiere, addirittura tutti quelli di un palazzo». La notizia comincia a inquietare coloro che bazzicano «verosimilmente il giardinetto». A leggere Facebook, nel quartiere si sta consumando un dramma: «Ho visto piangere più gente in questo periodo che negli ultimi 15 anni».
C’è qualcosa di più atroce che ammazzare dei cani? In effetti c’è, ma se ci ammazzano il cane ci ammazzano una parte del cuore. Il cane è l’amore incondizionato, il compagno che ci resta fedele anche se non possiamo più dargli da mangiare, anche se siamo distesi sul letto di morte. Quindi la notizia lanciata su Facebook fa scalpore, colpisce, crea allarme. Ovviamente i social la riprendono e la diffondono, perché scatta il dovere della vigilanza. Uno scrive: «Una cosa del genere mi fa impazzire». Un altro lo rassicura annunciando ai colpevoli (evidentemente nel frattempo si è passati da uno a più dog serial killer) vendetta tremenda vendetta: «Non ve lo garantisco ma, di certo, ve lo prometto: se avrò mai la fortuna di vedervi, giuro su Dio che ve li faccio mangiare tutti», i bocconi avvelenati.
Si dice che tutto sarebbe partito dal cane di una signora: «Che io sappia una delle proprietarie ha fatto denuncia ed è stata dal sindaco che le ha detto che stanno verificando se ci fossero altri bocconi». Insomma cominciano a circolare riferimenti precisi: la signora che è andata dal sindaco e, tra i morti ammazzati, il golden di una ragazza di cui si fanno nome e cognome. «Guarda sono delle merde», scrivono ancora su Facebook, «hanno avvelenato 3/4 cani nella mia zona... addirittura tutti quelli del palazzo in corso Santorre, dove c’è l’agenzia di viaggi». Un post ricorda certi volantini con stelle a cinque punte: «Bisognerebbe farglielo mangiare e amen, punirne uno per educarne cento».
Insomma una storiona. Che facciamo, dicono i nostri della redazione di Cuneo: pubblichiamo? È che abbiamo tanti difetti, noi giornalisti, ma anche questa idea bizzarra che le notizie vanno verificate. Così il nostro collaboratore Francesco Doglio fa quello che una volta raccomandavano i vecchi capicronisti, cioè consuma le suole delle scarpe e va a suonare ai citofoni del palazzo in questione, quello dove avevano avvelenato tutti i cani. Risultato: zero cani avvelenati. Il cronista va ai giardinetti, chiede e interroga: ma i cani avvelenati restano zero. Allora va dai vigili della zona: di denunce non ne ce n’è neanche una. Sì, tempo fa era andata da loro una signora a lamentarsi, ma nessuna denuncia. Insomma forse c’è stato un cane avvelenato, che poi però girando sul web è diventato un canile intero.
La storia insomma si è rivelata una favola e la morale della favola è la seguente: immaginatevi un mondo senza giornali – di carta o sul web o in tv o alla radio – con una loro riconoscibilità e con professionisti che hanno accesso alle fonti. Immaginatevi ad esempio i fatti di Parigi raccontati solo dai blogger dei quartieri interessati. Stiamo tirando acqua al nostro mulino? Sì. Ma i fatti sono questi. «È la stampa bellezza, e tu non puoi farci niente», dice Humphrey Bogart nel film «Deadline».
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Biagio
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Re: Il serial killer dei cani

Messaggio da Biagio »

Sarà che io ho fatto il giornalista e ne ho consumate di suole delle scarpe, ma non posso che sottoscrivere quanto dice Michele Bramabilla. Purtroppo siamo invasi da "social" che sparano cacchiate di tutti i tipi e non è che per questo i "social" debbano essere chiusi, perché andrebbero di mezzo anche quelli che le cose le fanno seriamente. Il rimedio è "farsi furbi" ed acquisire quella sensibilità che permette di intuire quando siamo di fronte a qualche balla.

In questo senso può aiutarci moltissimo la Rete, piena di siti che permettono di controllare se una notizia e vera o farlocca.
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Freccia della Laguna
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Re: Il serial killer dei cani

Messaggio da Freccia della Laguna »

Però anche il punto di vista di Michele Brambilla è parziale. Fra i giornalisti (e, spesso, fra i loro capiservizi) ci sono moltissimi che non verificano affatto le fonti o che, come ben sappiamo, pur di pubblicare pubblicano qualsiasi fesseria.

L'unica, come scrive Biagio, è acquisire una propria sensibilità. Ma oggigiorno i giornali in generale non hanno una credibilità molto più elevata di una cosa scritta in internet solo in quanto giornali. Ed è un peccato: ultimamente trovo difficilissimo Informarmi (con la I maiuscola).
Trenitaliæ Celere Regionale MMDCCIV Veronam Portam Novam hora tertia a quarta decima via ferrata profecturum est. Mestre, Patavio, Vicetia, Sancto Bonifatio, Verona Porta Episcopo consistit. Cave! Abeundum flava linea est.
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aln
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Re: Il serial killer dei cani

Messaggio da aln »

Dopo il serial killer dei cani, la stazione che non chiude per una studentessa. Capitolo 1°.
FrecciadellaValsugana ha scritto:Se la Stazione di Ospitale di Cadore si trovasse in Giappone .... basterebbe uno studente viaggiatore per fare fermare ancora i treni... Copie e incollo da Il Gazzettino.
La storia di Kana, la viaggiatrice solitaria: la stazione rimane aperta solo per lei​
L'ultima passeggera è una studentessa, autorità rimandano chiusura stazione
di Ida Artiaco
TOKYO - Tutti i giorni, con la neve o con il sole, aspetta che il treno passi per la stazione di Kami-Shirataki, nell’isola di Hokkaido, a Nord del Giappone, per andare a scuola. La sua foto, mentre legge da sola un libro alla fermata, ha fatto il giro del mondo perché Kana Harada, questo il nome della protagonista della vicenda, è diventata il simbolo di una vera e propria favola. Il motivo? Quella stessa stazione, che le ferrovie nipponiche avevano deciso di sopprimere tre anni fa, rimarrà aperta solo per lei fino a quando non avrà terminato gli studi.
Kana è l’unica passeggera che prende tutte le mattine l’unico treno che passa di lì per andare a scuola e che tutte le sere sale sull’ultimo e unico treno per tornare a casa. Senza questo viaggio, la ragazza non avrebbe potuto continuare gli studi. Così l’operatore della linea ferroviaria locale, la Hokkaido Railway Co, che qualche anno fa aveva previsto di chiudere questa e altre due stazioni vicine perché poco utilizzate dai cittadini secondo l’ultimo piano di razionalizzazione, ha deciso di mantenerle aperte, almeno fino al diploma di Kana, la cui cerimonia dovrebbe esserci nel marzo del 2016.
In questa parte del Giappone, negli ultimi anni sono state soppresse ben 20 linee ferroviarie. La popolazione di queste aree per la maggior parte rurali sta diminuendo più rapidamente rispetto al resto del Paese, ed anche le opportunità di lavoro si stanno riducendo drasticamente, il che non incentiva di certo gli spostamenti.
La notizia, dopo essere circolata sui social network giapponesi, è stata diffusa anche dalla pagina Facebook di CCTV, la televisione di Stato cinese, che ha confermato che il treno continuerà a passare per la remota stazione di Kami-Shirataki fino al prossimo 26 marzo.
La decisione, dunque, non tiene conto dei cicli scolastici, ma solo delle esigenze della viaggiatrice solitaria, che così potrà realizzare, dopo tanta fatica, il sogno di diplomarsi. Orgoglio e soddisfazione dei cittadini del Paese orientale: «Questo significa governare bene e a tutti i livelli», si legge nei commenti su Twitter, o ancora «Perché non dovrei voler morire per uno Stato come questo, che è pronto a fare di tutto per soddisfare le nostre esigenze?».
Capitolo 2°.
http://www.butac.it/la-stazione-giapponese-per-una-sola-studentessa/ ha scritto:
La favolina giapponese della studentessa sola sul treno
Posted on 14 Gen 2016
Le buone notizie sono sempre un piacere. Quindi è normale che una storiella inutile ma che scalda i cuori come quella che ci apprestiamo a raccontarvi faccia in poco tempo il giro del mondo. Peccato che tante testate che l’hanno ripresa si siano fidate della prima fonte Europea: il Daily Mail. Ma com’è che ancora non avete colto che quel tabloid inglese pubblica fuffa al 90% e anche quando non è propriamente fuffa le fonti andrebbero verificate una per una?
Questi fatti che ci raccontava RDS l’altro giorno:
La foto della giovane Kana Harada sta facendo il giro del mondo: seduta sulla banchina di una stazione, aspetta il “suo” treno mentre è intenta a leggere un libro. Sì, il “suo” treno.
Perché Kana è l’unica e l’ultima viaggiatrice della stazione di Kami-Shirataki, a Nord del Giappone, nell’isola di Hokkaido. La stazione infatti doveva essere soppressa tre anni fa, insieme ad altre due stazioni poiché poco utilizzate dai cittadini. Ma le autorità rimandano la chiusura per permettere alla studentessa di andare a scuola.

Di quanto riportato, di certo, c’è solo il nome della studentessa. Tutto il resto è appunto un riassunto di quanto riportato dal Mail, peccato che poco sia stato verificato. Vediamo di farlo per voi.
Si è vero, Kana Harada è una studentessa che prende un treno che solitamente raccoglie solo lei alla stazione, la stazione purtroppo non è quella citata, ma un’altra, quella di Kyu-shirataki, che insieme ad altre due fermate del treno è nella lista delle stazioni che verranno eliminate a marzo 2016.
Come spiega TheOnlineCitizen però l’annuncio della sopressione del treno non risale a tre anni fa:
…the decision to close down three stations, not just Kami-Shirataki Station, was made on 21 July 2015, not three years ago. Announcing its 2016 timetable, Japan Rail Hokkaido said the three stations – Kami-Shirataki, Kyu-shirataki, and Shimo-shirataki – would close in March 2016 as there were too few passengers using them. The March closure does, however, coincide with the expected graduation of 17-year-old Harada Kana from Hokkaido Engaru Highschool. So when Kana stops school, so will the train stop calling at Kyu-shirataki Station.
Quindi la scelta di eliminare le stazioni risale al 21 luglio 2015, e l’annuncio dato a gennaio sui nuovi orari dei treni e che prevede la chiusura delle tre stazioni già preannunciava che la stazione venisse chiusa a marzo. Coincidenza vuole che Kana finisca il suo corso di studi proprio a marzo, e da qui la notizia diventa bella, se ci piace credere che la scelta sia stata fatta per aiutarla, ma nessuno dei comunicati stampa delle ferrovie giapponesi ne fa cenno, quindi appare molto più una coincidenza che una scelta dettata da un buon cuore dell’azienda.
Sempre su Online Citizen scopriamo che sì, alla stazione dove sale Kana è l’unica studentessa, ma nelle stazioni prima salgono altri dieci studenti, quindi il viaggio non lo fa propriamente in solitaria; insomma, la storia condivisa da TANTA stampa italiana è stata romanzata, per renderla più vendibile per il nostro pubblico.
Qualcuno mi ha chiesto:
ma se la storia non è del tutto inventata ha senso colpevolizzare chi la passa? non è falsa, solo lievemente romanzata.
Beh, se devo dare la mia spassionata opinione c’è un senso a colpevolizzare questi giornalisti perché ogni volta che si pubblica qualcosa non per FARE informazione, ma solo per attirare lettori, si sta facendo un disservizio a chi quelle notizie paga per leggerle. Se a questo aggiungiamo che la stampa che ha pubblicato la notizia romanzata l’ha copiata ed incollata da una testata (il Daily mail e suoi succedanei) di cui ormai anche i muri sanno di non potersi fidare, beh la frittata è fatta. Si legittima la notizia romanzata, si conferisce autorevolezza ad una fonte che non è affidabile, si informano male i lettori. Per me questo è pseudogiornalismo, poco importa se non fa danno e porta un po’ di calore sulle pagine di testate dove ormai, tra stragi e crisi, di buone notizie non se ne vedono. Ma non va comunque bene. Aggiungerei che su alcune testate il pezzo viene firmato, andando quindi a sommarsi ai pezzi in curriculum del “giornalista”. Firmare un qualcosa dove di farina del proprio sacco non si è messo davvero nulla è ridicolo, e dimostra come il mestiere del giornalista abbia preso una brutta china da tempo; poi ci sono i casi speciali, come il nostro Spider Jerusalem…
Sia chiaro, che lo faccia RDS può non darmi così fastidio, che l’abbiano invece fatto anche testate come La Stampa dispiace. Anche se in chiusura d’articolo anche loro fanno presente che la storia potrebbe esser lievemente romanzata.
C’è poco da fare, il desiderio e il bisogno di una fiaba che regali un po’ di ottimismo è troppo forte. Lasciateci sognare che sia così, ancora per poco. Che valga davvero la pena che quella locomotiva fumante, nel freddo delle nevi di Hokkaido, si fermi la mattina presto e al pomeriggio, per far salire o scendere quella ragazza che aspetta sul binario vicino a casa sua.
Il Corriere invece con la sua rubrica Le Vie dell’Asia aveva visto giusto, e pubblicato un articolo che riportava quanto anche da noi scoperto tramite Online Citizen:
anche la favola della viaggiatrice solitaria ha il suo cattivo. Che forse è soltanto la realtà. Perché le cose non starebbero proprio nei termini raccontati dal post della Cctv , ci sarebbe un po’ più di realtà e un po’ meno romanticismo. Stando ad esempio alla ricostruzione dell’Apple Daily di Taiwan, la ragazza prenderebbe sì il treno tutte le mattine, ma da una stazione diversa, non Kami-Shirataki, ma Kyu-Shirataki, e soprattutto non da sola ma con un’altra decina di studenti. Il loro treno parte alle 7.15 ed è effettivamente l’unico della mattinata, tuttavia al ritorno ce ne sono tre, l’ultimo alle 19.25. Non che sia tutto inventato. Le ferrovie hanno in effetti intenzione di chiudere a marzo le due stazioni suddette e una terza, Shimo-Shirataki, ma — altro colpo all’aura del racconto perfetto — la decisione non terrebbe in alcun conto la tempistica dei cicli scolastici.
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robi
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Re: Il serial killer dei cani

Messaggio da robi »

Alcuni cronisti sono come dicono Biagio ma molti si comportano come dice freccia della laguna...lo capisco principalmente quando leggo notizie ferroviarie...cmq bell'articolo che racchiude appieno la mia opinione sui social...
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Re: Il serial killer dei cani

Messaggio da Stazione per l'Alpago »

Anche a Zoppè di Cadore, a Digonera, S. Martino di Chies e forse qualche altra località della zona arriva la corriera: il servizio è: una corsa verso le 6-7 di mattina che scende e una all'una che torna su. Ci sono Penso che uno studente abbia il diritto di raggiungere la scuola da tutti i paesi della provincia, poi parliamone se ci sono casi estremi; certo non ovunque è necessario un 54 posti.
Sarebbe stupido inventarsi una corsa apposta che ferma in corrispondenza di una stazione ferroviaria dove il treno non ferma.
In Italia ci sono due tipi di matti: quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare le Ferrovie dello Stato (G. Andreotti)
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