Avidità d'asfalto: rassegna stampa su autostrada A27-23

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Avidità d'asfalto: rassegna stampa su autostrada A27-23

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Questo topic monografico per seguire il dibattito sulla prosecuzione dell'autostrada A27, ideata quarant'anni fa come Venezia - Monaco di Baviera, ora riproposta come Venezia - Carnia.
Alcuni articoli e commenti erano stati inseriti nel topic "rassegna stampa".
Ultima modifica di aln il mer lug 16, 2008 20:38, modificato 2 volte in totale.
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Dal Gazzettino di Belluno di martedì 31 luglio 2007

INFRASTRUTTURE
Gros Pietro: «Per la bretella A27-A23 ci siamo anche noi»
Cortina d'Ampezzo

«Il collegamento tra la A27 e la A23 dovrà essere costruito con una gara europea alla quale certamente parteciperemo». Lo ha detto ieri il presidente di Atlantia (già Autostrade per l'Italia), Gian Maria Gros Pietro, intervenendo a un incontro pubblico a Cortina d'Ampezzo, ricordando che una prima bozza di connessione era stata concepita molti anni fa dallo stesso gruppo, che gestisce com'è noto la tratta Mestre-Pian di Vedoia. «Però - ha precisato Gros Pietro - occorre ricordare che il contratto dovrà essere scritto secondo regole che lo rendano presentabile ai mercati internazionali».
In tema di infrastrutture, del resto, il governo pare intenzionato ad accelerare, come assicurato allo stesso incontro cortinese dal viceministro ai Trasporti Cesare De Piccoli. «La prossima settimana voteremo il Dpef - ha annunciato - Ci sarà un allegato composto tutto da opere infrastrutturali e sono tutte le opere della legge obiettivo del governo precedente, non ne è stata tolta una, più qualche opera introdotta dal ministro Antonio Di Pietro». «Il problema - ha aggiunto - è trovare i finanziamenti e il consenso necessario per andare avanti». «Sull'elenco delle opere non c'è da discutere, le abbiamo individuate tutte - ha detto ancora - e nel Veneto non c'è una sola opera alla quale abbiamo detto no».


Cortina d'Ampezzo
Il vice ministro ...

Il vice ministro ai Trasporti, il veneziano Cesare De Piccoli, offre un nuovo impulso all'iniziativa dell'Assindustria bellunese per la realizzazione di un collegamento fra le autostrade A 27 e a 23, nel tratto compreso fra l'attuale barriera di Pian di Vedoia e la Carnia. E' la convinzione di Valentino Vascellari, il presidente dell'Associazione fra gli industriali della provincia, al termine del dibattito sulle infrastrutture, proposto ieri pomeriggio dalla rassegna Cortina InConTra.
«Sono davvero buone nuove, anzi ottime - commenta Vascellari - perché non speravo proprio che il vice ministro si sbilanciasse in maniera così convinta. Ha sottoscritto i motivi per cui noi riteniamo fondamentale quest'opera. Posso dire che non siamo mai stati così vicini, come adesso, alla possibilità di realizzarla».
Il possibile collegamento fra le due autostrade, lo sbocco a nord della provincia di Belluno, l'unica dell'arco alpino italiano ad esserne ancora priva, è stato condiviso anche da Gian Maria Gros Pietro, presidente della società Autostrade.
«Gros Pietro ha dichiarato la disponibilità della sua azienda a partecipare alla gara europea per la realizzazione di questo tratto - commenta il presidente Assindustria Vascellari - e davvero non me l'aspettavo. Ma, in fondo, è comprensibile: è il logico interlocutore, visto che si tratta di collegare due autostrade di sua proprietà».
Il vice ministro De Piccoli - parso in ogni caso molto prudente sulla questione A27 - ha annunciato inoltre l'inserimento di quattro opere viarie bellunesi nel piano quinquennale Anas 2007-2011: si tratta delle varianti di Feltre, di Longarone, di Zuel a Cortina, oltre che un intervento minore a Lorenzago. C'è un accordo particolare con la Regione Veneto anche per la variante di Col Cavalier, a Belluno. Il tutto per quasi 150 milioni di euro.
Marco Dibona
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Dal Gazzettino di Belluno di martedì 31 luglio 2007

IL PROGETTO
Considero pazza l'idea del tunnel di 57 km per collegare A27 e A23
Apprendo dai quotidiani che Assindustria ha presentato uno studio di fattibilità per la costruzione di una galleria lunga ben 57 km (su 85 km di percorso) volta a collegare la A27 con la A23, con grande impatto sul territorio bellunese.
Io non so se sarò capace... di restare a questo mondo per sentire queste cose farneticanti, e mi scuso subito se adopero un linguaggio provocatorio rispetto alla dialettica civile, ma mi par di poter affermare con sufficiente ragionevolezza, che il caldo di questi giorni deve aver prodotto qualche negativo effetto su chi propone un progetto che io considero pazzo.
Provate a pensare a 57 km tutti di fila in un tunnel a doppia canna, con mezzi in transito di ogni tipo, di dimensioni pertanto quattro, cinque volte superiori a quelle del Gottardo e del Frejus, già noto quest'ultimo per le continue tragedie malgrado tutti gli accorgimenti adottati e vedrete che un progetto del genere rasenta la pazzia.
Prescindendo dall'impatto ambientale (con gli scavi si potrebbe costruire un'altra e alta montagna in Italia); prescindendo dal punto di vista sociologico (non si tratta di un'opera che possa attagliarsi alla fisiologia umana, e forse nemmeno alle «musighere», alias talpe); prescindendo dal punto di vista geologico (la natura si potrà anche modificare un po' ma non sconvolgerla); ma prescindendo soprattutto anche dal continuo potenziale pericolo (basta uno scontro nel tunnel per bloccare tutti, creare panico e morti, in attesa dei soccorsi, posto che.. possano farlo: Frejus 2005 docet!); io invito tutti coloro che sostengono quest'opera a riflettere, compreso il sindaco di Longarone Pierluigi De Cesaro (visto che è un convinto assertore del tunnel e che mi fa specie più degli altri anche per i disastri di cui è stato oggetto il suo paese), in quanto la natura potrebbe ribellarsi e farci piangere di nuovo!
Andrebbe anche detto che i costi non andrebbero mai compensati dall'utilizzo di questo tunnel se è ben vero, come in effetti è, che anche il traforo del Frejus continua a diminuire il numero dei transiti, soprattutto dei Tir (-30,63 per cento mezzi pesanti nel 2005 e meno 10/15 per cento altri mezzi dal 2005 ai primi mesi di quest'anno).
Unico vantaggio. I molti milioni di Euro sin qui spesi per lo studio di fattibilità e quelli che saranno spesi in futuro, nell'esclusivo interesse, spesso di matrice politica, delle varie persone sedute a tavolino, ancor prima di iniziare a bucare la montagna.
Per poi dire: il tunnel non si fa più.
Arnaldo De Porti
Feltre


Finalmente una persona che capisce qualcosa! :evil:
Mattia Centeleghe
L’anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: “Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!”
Arthur Schopenhauer

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Gazzettino di Belluno di mercoledì 1 agosto 2007

IL PROGETTO A27-A23
Consegnate le osservazioni raccolte fra la popolazione
Il no di Pas Dolomiti al vice ministro

Pas Dolomiti (Per altre strade Dolomiti) ha incontrato il viceministro dei traspori Cesare De Piccoli lunedì sera nell'ambito della rassegna di dibattiti di Cortina InConTra. Gli ha consegnato una sintesi delle osservazioni raccolte tra le popolazioni delle vallate dolomitiche in occasione degli incontri che erano stati promossi in giugno sul tema del progetto autostradale Carnia-Cadore.
«Siamo a favore delle grandi opere che promuovono il trasporto collettivo e riteniamo vecchia e sbagliata (in una economia globale) la logica economica neokeynesiana sposata da alcuni gruppi industriali veneti e friulani, che propongono anacronistiche grandi opere (collegamento A27-A23) per la mobilità individuale su gomma, utili a garantire la remunerazione dei capitali investiti e non il benessere collettivo.
Il futuro del nostro territorio va cercato tra le migliori soluzioni che già vengono sperimentate nei paesi che trainano il progetto europeo. In questi paesi oltre l'80\% degli individui si guadagna da vivere con impieghi fondati sulla conoscenza e sulle attività di servizio.
Qualità professionali dei singoli e qualità ambientali del territorio sono il nostro futuro. Scelte infrastrutturali di vecchio stampo contraddicono la possibilità di costruire un futuro di benessere.
La proposta di costruire grandi opere autostradali con l'impiego enorme di risorse, convinti di favorire lo sviluppo, è un terribile abbaglio che verrebbe pagato non solo dalle popolazioni residenti nelle valli dolomitiche ma da tutti i cittadini.
Non intendiamo essere portatori di una opzione ideologica, ma dare voce a quanti vedono nelle Dolomiti una risorsa, non solo per i suoi abitanti ma di tutta l'umanità. Crediamo nelle proposte infrastrutturali che uniscono e che possono aiutare la crescita di una imprenditoria locale che guarda al futuro». Pas Dolomiti ha un sito e un indirizzo: www.peraltrestrade.it - [email protected]
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Dal Gazzettino di sabato 4 Agosto 2007

Sul tema del prolungamento A27-A23
Il Comitato Pas incalza il ministro
«Opera che non porta sviluppo»

Cortina. Il Comitato Pas, "per altre strade" Dolomiti, ha incontrato a Cortina il ministro Cesare De Piccoli, al quale ha consegnato una sintesi delle osservazioni raccolte tra le popolazioni delle vallate dolomitiche, in occasione degli incontri promossi a giugno sul tema del progetto autostradale Carnia-Cadore. Al rappresentante del Governo, i rappresentanti hanno spiegato la loro posizione: «Siamo a favore delle grandi opere che promuovono il trasporto collettivo e riteniamo vecchia e sbagliata, in una economia globale, la logica, sposata da alcuni gruppi industriali veneti e friulani, che propone collegamenti come quello tra la A27 e la A23 per la mobilità individuale su gomma, utili a garantire la remunerazione dei capitali investiti e non il benessere collettivo. Il futuro del nostro territorio va cercato tra le migliori soluzioni che già vengono sperimentate nei Paesi che trainano il progetto europeo: qualità professionali dei singoli e qualità ambientali del territorio sono il nostro futuro. Scelte infrastrutturali di vecchio stampo contraddicono la possibilità di costruire un futuro di benessere. La proposta di costruire grandi opere autostradali con l'impiego enorme di risorse, convinti di favorire lo sviluppo, è un terribile abbaglio che verrebbe pagato non solo dalle popolazioni residenti nelle valli dolomitiche ma da tutti i cittadini. Non intendiamo essere portatori di una opzione ideologica, ma vogliamo dare voce a quanti vedono nelle Dolomiti una risorsa, non solo per i suoi abitanti, ma per tutta l'umanità». Nives Milani
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Dal Gazzettino di Belluno di venerdì 10 agosto 2007

«A27 "lunga", ora c'è condivisione»
Reolon: «Anche i sindaci storicamente contrari pronti a considerarla come una delle ipotesi sul tappeto»

«Oggi possiamo dire che non c'è più un no pregiudiziale al prolungamento dell'A27 fino a Gosaldo, nemmeno da parte dei sindaci storicamente contrari all'avanzamento verso nord dell'infrastruttura». Sergio Reolon, presidente della Provincia, ne parla come un suo fiore all'occhiello: la lunga serie di incontri con i presidenti delle Comunità Montane e con i sindaci ha prodotto risultati importanti.
Non sarebbe corretto dire che "tutti i sindaci sono d'accordo" sul prolungamento dell'A27, ma per usare le parole dello stesso Reolon «è stata rimossa la contrapposizione aprioristica». In altre parole: c'è disponibilità a considerare il prolungamento dell'A27 come una delle due ipotesi sul tappeto sul fronte infrastrutturale (l'altra, ovviamente, è la circonvallazione di Longarone). Merito, sostiene Reolon, della capacità di confrontarsi con pari dignità con tutti i soggetti interessati, senza far calare dall'alto i progetti sul territorio ma cercando una reale condivisione sugli stessi.
«Rivendico con orgoglio e con soddisfazione - dice il nostro - che il metodo del dialogo, del confronto senza preclusioni e senza posizioni preconcette, in questo caso ha dato dei frutti importanti. Da parte dei sindaci oggi c'è una disponibilità che nopn c'era mai stata in passato, una sorta di apertura alla possibilità che l'autostrada sia prolungata fino a Rivalgo. Si chiede alla Regione uno studio che metta a fuoco le problematiche legate all'impatto ambientale, ma anche di sostenibilità sociale ed economica. Ma - e questa è la novità maturata attraverso il confronto - non c'è più, da parte di nessuno, una posizione aprioristicamente contraria al prolungamento dell'A27. Il che non vuol dire che tutti siano d'accordo sulla opportunità di realizzare l'autostrada, ma che in un'ottica democratica ognuno si atterrà ai risultati di questo studio e lo ha messo nero su bianco. Se la Regione, alla luce di questa valutazione, tra le due opzioni (circonvallazione di Longarone da un lato, prolungamento A27 dall'altro) si orienterà sulla seconda, non ci saranno barricate».
Già, perchè con lo stesso metodo Provincia, Comuni e Comunità Montane si sono positivamente confrontati sul dimensionamento e sugli interventi dell'Alemagna nelle due diramazioni verso Cortina (vedi la circonvallazione da Rivalgo, ex Macchietto, a Venas) e verso il Comelico. Ora si può e si deve sperare che analoga apertura e disponibilità ci sia da parte delle istituzioni bellunesi sia nel confronto con la Regione che con le associazioni di categoria, in primis con Assindustria, che molto si è spesa in favore del prolungamento.
«Ora possiamo dire - conclude Reolon - di avere delle idee condivise da mettere sul tavolo anche a Roma quando dovremo parlare di interventi prioritari e progetti da finanziare. E, ricordando le divisioni del passato, non è un traguardo di poco conto. Tiziano Graziottin
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Dal Gazzettino di Belluno di venerdì 24 agosto 2007

L’INCONTRO
Montezemolo elogia Cortina: «Qui l'ambiente è preservato»

La provincia di Belluno, così come l'Italia intera, ha bisogno di nuove infrastrutture. Su questo assioma si sono trovati d'accordo Valentino Vascellari, presidente dell'Assindustria bellunese, e Luca Cordero di Montezemolo, presidente nazionale di Confindustria, intervenuti ieri al confronto inserito nella rassegna Cortina InConTra.
«Il problema delle infrastrutture nel nostro Paese presenta tre aspetti - ha affermato Montezemolo - che sono la disponibilità di denaro, lo snellimento delle procedure e la cultura politica di fondo. Per il denaro, noi viviamo in un paese che ha un'enorme imposizione fiscale, ma una scarsa disponibilità economica, per gli investimenti. In quanto alle procedure, la priorità è la riforma dello stato, per evitare i veti incrociati di troppi enti, che si frappongono anche quando vengono trovati i denari. Infine il tema politico: bisogna rinnovare una cultura di fondo, superare l'ostilità di certi partiti, che stanno al governo, si deve capire che quella delle infrastrutture è una delle grandi emergenze, non riguarda la destra o la sinistra, ma il futuro dell'Italia».
Ha concluso con un apprezzamento per Cortina, che raggiunge frequentemente, anche nel fuori stagione: «Ogni volta resto emozionato, per la bellezza di uno dei luoghi turistici in cui è stato preservato il paesaggio». Dibona a pagina II


Infrastrutture, spallata di Assindustria
Vascellari chiama, Montezemolo risponde: «Certi interventi non possono più essere rimandati»

«La carenza di infrastrutture è drammatica, anche per molti territori del nord Italia, non soltanto nelle regioni del sud. Pensiamo al collegamento da Belluno a Milano: non è pensabile che, per decollare dall'aeroporto della Malpensa, sia necessario partire da qui la sera prima».
Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Fiat, Ferrari e Confindustria, ha risposto così alla sollecitazione che gli è stata sottoposta dal presidente di Assindustria Belluno Valentino Vascellari, intervenuto ieri al confronto fra gli imprenditori e il loro presidente nazionale, inserito nella rassegna Cortina InConTra.
«Come al sud, anche qui, in queste aree così mal servite dalle reti di comunicazione, fare gli imprenditori è eroismo - ha sostenuto Vascellari - in aree in cui lo sviluppo è visto con timore dalla pubblica opinione, o da una parte di essa. Come è possibile operare con una tale carenza di infrastrutture? Cosa possiamo fare per modificare questo clima ostile allo sviluppo?»
Vascellari ha dunque ripreso l'argomento che aveva trattato a Cortina il 30 luglio scorso, di fronte al vice ministro dei Trasporti Cesare De Piccoli, lamentando l'arretratezza dei collegamenti. Secondo la risposta di Montezemolo, il problema della carenza delle infrastrutture in Italia presenta tre aspetti:
«Il primo è la disponibilità di denaro per realizzarle - ha spiegato - perché noi viviamo in un Paese su cui grava un'enorme imposizione fiscale, ma che ha una scarsa disponibilità per gli investimenti e per sostenere la spesa sociale. Troppo denaro viene utilizzato per pagare il debito pubblico, per gli stipendi, per le spese improduttive di uno stato predone. In secondo luogo, anche quando si trova il denaro, rimane da superare il problema dei veti incrociati, dei troppi enti che hanno competenze sul territorio: comuni, circoscrizioni, province, regioni, comunità montane, talvolta all'altitudine delle spiagge. E' un problema di procedure: per ridurle, bisogna semplificare lo Stato. Infine il terzo tema, quello politico, con la cultura di fondo di certi partiti, che sono ostili alle nuove realizzazioni, ma che stanno al governo. Bisogna capire che quella delle infrastrutture è una delle grandi emergenze e non è di destra, né di sinistra, ma riguarda il futuro dell'Italia».
Nel suo saluto, Vascellari ha ricordato: «Il presidente Montezemolo aiuta molto Cortina ed il comitato promotore dei Mondiali 2013 di sci alpino. Avrà modo di vedere che Cortina saprà rispondere alle sue aspettative».
A proposito della sua assidua frequentazione di Cortina, a conclusione del suo intervento, durato quasi due ore, a Montezemolo è stato chiesto che cosa farebbe, se fosse lui il sindaco del paese, quale sarebbe la prima emergenza da affrontare. Evitando la risposta diretta, ha detto:
«Per quanto riguarda l'amministrazione di Cortina conosco il nuovo sindaco, ho qui il mio amico Enrico Valle, lascio a loro il compito. Da parte mia, ogni volta che vengo qui sono emozionato, per la bellezza dei luoghi, per l'atmosfera che vi si respira. Ogni tanto ho bisogno di tornare qui, anche per stare fuori dalla mondanità. Mi piace tutto, di questo posto. In particolare, credo che sia una delle località turistiche in Italia in cui si è preservato di più il paesaggio, si è tutelato meglio l'ambiente». Marco Dibona
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Dal Gazzettino di Belluno di mercoledì 12 settembre 2007

Mainardi replica a Prade sull’ipotesi di sfondare a nord
«Autostrada, il sindaco deve informarsi meglio»

«Prade si informi prima di fare esternazioni. Un sindaco di un capoluogo che rappresenta tutta la provincia di Belluno non può parlare a vanvera su un'opera così importante come l'autostrada. Qui non si tratta di qualche panchina o una rotatoria, ma delle strategie future della mobilità provinciale». L'ex commissario alle grandi opere del nordest nel governo Berlusconi, Bortolo Mainardi, va giù duro sulle dichiarazioni del primo cittadino di Belluno che chiedeva di ripensare ad uno sbocco a nord tramite Alto Adige ed Austria. «Sul tracciato verso la Carnia e Tarvisio c'è un accordo tra due Regioni, Veneto e Friuli, c'è stato l'avallo prima del governo Berlusconi e poi di quello Prodi per la sua realizzazione. E c'è tutto un movimento provinciale che ha lavorato per questa soluzione. L'intervento di Prade è stato uno scivolone che non mi sarei aspettato da una carica così importante».
Mainardi ricorda che lo sbocco verso l'Alto Adige e l'Austria è impossibile. «Lo hanno ribadito più volte le parti in causa, c'è una Convenzione delle Alpi che dice no a nuove grandi arterie. E se in 45 anni non si è riusciti a realizzare il progetto della Venezia-Monaco ci sarà stato un motivo. Prade questo lo sa? Altrimenti si informi meglio: anche gli ultimi dati sui flussi automobilistici indicano che l'A23 rappresenta il futuro per l'apertura ai paesi dell'Est Europa».M.D.
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Anche oggi giovedì 13 settembre 2007, il Gazzettino (edizione nazionale) non perde l'occasione di continuare l'opera di persuasione della massa sulla indiscussa utilità delle autostrade: persino la bretella A 23 - A 27... E hanno la sfacciataggine di chiamarla bretella ?

Galan innesca la polemica con gli ambientalisti: «Ora chi paga per gli indegni ritardi, i morti e l’inquinamento?». Illy: «Un’opera strategica»
Riparte la A28, «fermata dal partito del non fare»
A 21 anni dal primo progetto della Portogruaro-Conegliano, avviati finalmente i lavori degli ultimi cinque chilometri

Godega di Sant'Urbano NOSTRO INVIATO Una piccola pietra benedetta dal vescovo emerito di Vittorio Veneto, l'inizio dei neppure cinque chilometri di autostrada che collegheranno Godega di Sant'Urbano a Conegliano, soltanto una goccia nel mare del bisogno spasmodico di infrastrutture viarie a Nordest. Eppure sotto il tendone allestito dove finisce l'attuale arteria che dal Friuli porta in Veneto, ci sono almeno duecento persone che si spellano le mani dagli applausi, i massimi vertici delle due Regioni che inneggiano al miracolo, ed è tutto uno scappellarsi in complimenti e un profluvio di aggettivi che potrebbero andar bene - chissà quando - per la chimerica ultimazione della Salerno-Reggio Calabria.
Eppure quel sasso simbolico, che marca l'avvio dei lavori dell'ultimo, infinitesimale tratto della Portogruaro-Pordenone-Conegliano, meglio nota come A28, è a suo modo miliare. Perchè hanno cominciato a progettarla ventun anni fa, nel 1986. Il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, era allora un laureato in Giurisprudenza (a Padova) trasmigrato a Milano per seguire unmasteralla Bocconi e non aveva ancora messo piede negli uffici di Publitalia. Il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, lavorava già nell'azienda di famiglia dove era impegnato in una svolta epocale, non solo i bar, ma anche le case e le famiglie come mercato del caffè dall'aroma profumato. Da parte sua, l'ingegnere triestino Giancarlo Chermetz era un promettente progettista e non sapeva che avrebbe dovuto rifare almeno quattro o cinque volte quel lavoro sulle carte. «Una vicenda penosa» commenta oggi, mentre nel frattempo la figlia che gli era nata tre anni dopo il primo studio di massima è diventata maggiorenne.
Un'autostrada-lumaca, un caso unico al mondo. È per questo che ieri si sono stappate bottiglie di prosecco e si sono alzati i calici. Giancarlo Galan, che in queste occasioni cerca di non passare mai inosservato, ha messo da parte il discorso scritto ed è partito a braccio, con una flippica prevedibile nei contenuti, ma dalle varianti piuttosto velenose. Ha bacchettato, nell'ordine, il partito-del-no, gli ambientalisti che non sono ambientalisti e la veneziana Maria Rosa Vittadini prestigiosa esponente della Commissione di Valutazione d'Impatto Ambientale.
«Oggi non ringrazio nessuno, e vi chiedo che nessuno ringrazi me e Illy. Abbiamo fatto il nostro dovere. E questa è una cosa incredibile in un'Italia dove diventa incredibile il fatto che due amministratori facciano il loro dovere». Ovvero quello di realizzare un'autostrada invocata da decenni. Galan mena fendenti con oratoria nient'affatto protocollare. Comincia con le domande retoriche. «E adesso: chi paga? Chi paga gli indegni ritardi a cui ci hanno costretti? Chi paga per i morti sulla Pontebbana? Chi paga per le tonnellate di ossido di carbonio, per le porcherie, per l'inquinamento riversato sui nostri paesi? Pagheranno gli ambientalisti?» E accusa. «Sono stati gli ambientalisti a togliere dai centri urbani del Nordest milioni di camion? Io credo di no. Ma state attenti, hanno nomi e cognomi i responsabili di quell'inquinamento e di quei morti. State attenti, perchè stanno tornando...».
Lo aveva accennato, al suo arrivo in qualche intervista estemporanea. Ma il governatore ha ripetuto le stesse parole ufficialmente, parlando nella veste di presidente della giunta regionale. Un affondo istituzionale che come obiettivo polemico un nome e cognome, quello di Maria Rosa Vittadini, già direttore generale al ministero dell'Ambiente, veneziana, in predicato di diventare presidente della commissione Vas. «Chi ha fisicamente impedito per anni la realizzazione di questo tratto della A28 sta per tornare ai vertici di un'altra organizzazione che sarà chiamata a valutare l'impatto ambientale delle opere strategiche».
Galan non pronuncia il nome della Vittadini, un personaggio a suo modo leggendario nelle lotte per la tutela ambientale, anche se a Rovigo è scivolata nell'inchiesta del pm Emanuela Fasolato sull'estrazione del gas metano da parte dell'Eni in Alto Adriatico. Ma dalla platea qualcuno lo imbecca: «Maria Rosa?» E lui: «Sì, si chiama Maria Rosa». Galan se la prende più in generale con il «partito del non fare», ovvero con tutti coloro che avrebbero ostacolato in questi anni l'autostrada che i friulani erano già riusciti a fare. Glissa sulle istituzioni locali o sull'apparato politico che non è riuscito a ottenere, al di qua del confine, le stesse cose. E finisce con un augurio dal sapore sarcastico: «Auguri a quelli che non moriranno più, auguri a chi non respirerà più l'ossido di carbonio, auguri ai camionisti, auguri a chi ha aspettato vent'anni. E anche a chi ci ha rimesso il terreno».
Più misurato e per niente polemico, Riccardo Illy sciorina cifre da brivido. «Sulla A4 il traffico cresce al ritmo del 6-7 per cento, quindi in dieci anni raddoppia. Stiamo accelerando sulla terza corsia, ma comunque serviranno alcuni anni. La Pordenone-Conegliano è un'opera strategica: non solo collegherà due regioni, ma servirà a sfogare una parte del traffico». È uno scenario complicato. Illy ha ricordato il progetto di collegare la A27 (in Cadore) con la A23 (verso il Tarvisio). «Dubito infatti che si possa pensare di raggiungere Monaco di Baviera con il prolungamento naturale verso nord della A27, date soprattutto le contrarietà delle regioni tirolesi. Ecco che il raccordo con la A23 potrebbe permettere, oltre che di raggiungere il capoluogo bavarese attraverso l'Austria, anche di servire un'area ancora economicamente depressa, la Carnia».
Se Galan l'ha lanciata, il vescovo Alfredo Magarotto ha soltanto benedetto la prima pietra. Ha fatto gli onori di casa il presidente di Autovie Venete, Giorgio Santuz, uno che di trasporti se ne intende visto che fu ministro nella Prima Repubblica. Gli assessori regionali Renato Chisso e Ludovico Sonego hanno concelebrato. Il sindaco di Godega di Sant'Urbano ci ha messo la propria pietra sopra: «Questa è una eco-autostrada. Oggi abbiamo sconfitto le fisime ambientaliste e le pastoie burocratiche romane». Una dozzina di anni dopo il Friuli. Giuseppe Pietrobelli
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Come succede puntualmente nel culmine delle stagioni estive e invernali, probabilmente perchè qualche personaggio s'infastidisce di non poter sfrecciare da e per Cortina a 180 chilometri orari, ecco che il Gazzettino di Belluno di lunedì 15 gennaio 2008 (San Mauro) rispolvera l'argomento...

Nessun privato ha presentato offerte. Per il prolungamento Chisso preannuncia un’assunzione diretta d’iniziativa
La Regione sull'A27: si va avanti
Prade ne parla con Vascellari: «Fase di stallo che va superata con le decisioni»

Tempo scaduto. Nessuno ha preso in mano la patata bollente del prolungamento dell'autostrada verso il Friuli e la Regione ha deciso di farsene carico personalmente. L'indicazione arriva dall'assessore regionale Renato Chisso. «In maggio avevamo preannunciato che, se nessuno avesse provveduto entro la fine del 2007, a portare avanti l'iniziativa avremmo pensato noi. Siamo intenzionati a rispettare questo impegno. E assicuro che c'è già qualcosa che si muove, ma potremo essere più precisi tra qualche giorno». Insomma, il prolungamento dell'A27 verso il Cadore resta nei buoni intenti di Venezia.
Intanto a Belluno il sindaco Prade e il presidente di Assindustria Vascellari spingono perché dalle parole si arrivi ai fatti. «Siamo in un momento di stallo - dice il sindaco - ed è necessario riportare l'argomento all'attenzione di tutti, perché termini la fase del confronto e si apra quella delle necessarie decisioni. Ma - puntualizza Prade - questa volta con protagonisti anche gli enti locali, in primis il Comune che rappresento. E questo deve avvenire attraverso gli strumenti che ci sono, quindi la Società per l'autostrada di Alemagna, che può dare gli stimoli giusti alla realizzazione dell'opera. E fa piacere che il presidente di Assindustria condivida la necessità di un maggiore impegno su questo tema».
Per Prade bisogna se non altro si deve cominciare a riparlarne. «Non mi interessa il percorso che dovrà avere l'autostrada. Certo dovrà essere un tragitto che porti i minori danni alle popolazioni del Cadore, terra sulla quale l'opera dovrebbe passare». E proprio per questo Prade spiega che i Comuni debbono avere un maggior peso nelle decisioni. «Anche il Comune di Belluno, e non solo perché un domani potrà magari avere un collegamento con la nuova autostrada, ma perché è giusto che rispetto ad interventi che riguardano il territorio si possa dire la nostra. Quindi, la società per l'autostrada di Alemagna può essere l'ambito ideale per discuterne facendo valere il nostro peso». M.D.
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Dal Gazzettino di Belluno di venerdì 25 gennaio 2007

Il sindaco nominato vice presidente della Srl che sarà guidata dall’assessore provinciale trevigiano Favero
Autostrada, Belluno in prima fila
Prade: «Tutti i Comuni devono avere un punto di riferimento in questa società»

Parla bellunese la Società per l'autostrada di Alemagna. Il sindaco, Antonio Prade, ha partecipato a Treviso all'assemblea di Alemagna, la societù a responsabilità limitata nata qualche decennio fa per accompagnare le iniziative volte alla costruzione dell'autostrada.
L'assemblea ha nominato presidente Marzio Favero, assessore ai Beni culturali, patrimonio e partecipazioni societarie della Provincia di Treviso, e vicepresidente il sindaco di Belluno, Antonio Prade.
«Ho voluto e cercato questo impegno - commenta il sindaco - perché credo che i Comuni del bellunese che sono in gran parte soci della società, non solo il capoluogo, debbano avere un contesto per rappresentare le loro opinioni e i loro interessi. Certo, non sarà questa società a decidere se si farà o meno l'autostrada, ma da qui potremo lavorare per iniziative, idee e sinergie che finora mi pare non siano emerse. Questa Società ha il grande pregio di avere come soci i tantissimi enti territoriali che dalla costruzione dell'autostrada avranno benefici diretti o indiretti, basti pensare che ne fanno parte la Provincia di Treviso e la Provincia di Bolzano, e accanto ad essi la nostra Camera di Commercio. In quest'ottica, io credo, nella Società Alemagna potremo anche discutere di come il nostro territorio e i nostri Comuni si debbano confrontare con la pianura per cercare di vincere la sfida dell'integrazione che non è meno importante dell'autonomia».
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Dal Gazzettino di Belluno di lunedì 28 gennaio 2008

«E' un fatto molto positivo. E' il segnale che la società civile bellunese crede nella bontà di questo progetto». Così Valentino Vascellari, presidente di Assindustria, commenta la nomina di Antonio Prade, sindaco di Belluno, alla vicepresidenza di Alemagna spa, la società nata qualche decennio fa per accompagnare le iniziative volte alla costruzione dell'autostrada. Con Parde vicepresidente, Alemagna ha chiamato alla presidenza Marzio Favero, assessore ai Beni culturali, patrimonio e partecipazioni societarie della Provincia di Treviso.
«La nomina del sindaco di Belluno alla vicepresidenza della società non può che farci guardare al futuro con ottimismo dice il numero uno degli industriali bellunesi Significa che la società civile bellunese crede in un'opera, il proseguimento dell'autostrada dopo Pian di Vedova eil collegamento autostradale tra A27 e A 23, che è fondamentale per lo sviluppo della provincia. Noi industriali ne abbiamo dimostrato la fattibilità. Ora tocca alla Regione fare il passo successivo, cioè indire i bandi. Credo che non sia questione di molto: più volte l'assessore alle politiche della mobilità e infrastrutture, Renato Chisso, si è sbilanciato in tal senso».
Gli industriali bellunese, assieme ai colleghi delle province di Treviso, Udine e Pordenone, avevano presentato le loro ipotesi di lavoro relativamente al collegamento autostradale tra l'A27 (Venezia-Bellluno) e l'A23 (Palmanova-Tarvisio), nel luglio scorso. Il collegamento, che potrebbe essere finanziato dalla Defpa Bank, isituto di credito con sede legale in Irlanda, era stato illustrato dall'architetto Bortolo Mainardi, componente della commissione infrastrutture di Confindustria il quale aveva spiegato come il lavoro avesse puntato sul minimo impatto ambientale, dato che il 66 per cento del tracciato, vale a dire 56,5 chilometri, sono previsti in galleria. «Questo aumenta i costi, stimati attorno ai 4 miliardi di euro aveva detto Mainardi - ma questi costi potrebbero sostenersi con il project financing se venisse attuata l'ipotesi della tariffa tunnel: applicare cioè a questo tratto di autostrada, che per la maggior parte è in tunnel, le tariffe che vengono applicate per il transito nei grandi trafori alpini, come ad esempio il Monte Bianco». Il collegamento A27-A23, che da Pian di Vedova, nei pressi di Longarone, sfiora Pieve di Cadore e poi, sotto il passo della Mauria, raggiungerebbe la Carnia e Tolmezzo, misura approssimativamente 80 chilometri, un terzo dei quali nel Bellunese. Ilario Tancon
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Dal Gazzettino di Belluno di giovedì 13 marzo 2008

Belluno
Il prolungamento dell'autostrada ...

Il prolungamento dell'autostrada verso nord pare più vicino. Da tempo la Regione Veneto ha sul tavolo una proposta di progettazione, costruzione e gestione del "Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore", primo tronco dei tre previsti dallo studio di fattibilità per collegare l'A27 alla 23 nei pressi di Tolmezzo. Si tratta di un raggruppamento di imprese, che hanno risposto al bando emesso dalla Regione. E' stato l'assessore regionale Oscar De Bona a dirlo affrontando una serie di temi bellunesi nella sede di Assindustria, che tra l'altro è la committente di un proprio studio di fattibilità dell'opera. «La vogliamo fortemente» ha ribadito il presidente Valentino Vascellari.
La visita di De Bona a Villa Doglioni Dalmas, in presenza anche del presidente della Piccola impresa Enrico Triches, è servita per tornare a parlare anche di Sistema ferroviario metropolitano regionale dopo il fallimento delle navette fra Belluno e Feltre. La terza fase di realizzazione, quella bellunese, non avverrà prima del 2010, anche se alcuni interventi potranno essere anticipati.
In tema di autonomia, De Bona ha riferito che la bozza di nuovo statuto regionale «prevede che la Regione conferisca con un'apposita legge condizioni particolari di autonomia, normativa e finanziaria». «Sono previste inoltre forme particolari di autonomia amministrativa anche rivolte agli ambiti ottimali montani».

Autostrada a nord, candidata una società
Ha risposto al bando della Regione Veneto un raggruppamento di imprese che propone progetto, costruzione e gestione

Dopo qualche ritardo sulle promesse, la Regione Veneto è pronta a ingranare la marcia giusta per prolungare l'autostrada verso il Friuli e quindi l'Austria. Una proposta in project financing si trova sui tavoli della giunta dal 7 agosto scorso, firmata da un raggruppamento di tre imprese in base al decreto legislativo 163 del 2006 e della legge regionale 15 del 2002. Contiene i dettagli per un'ipotesi di progettazione, costruzione e gestione del primo tronco funzionale di oltre 22 chilometri da Pian di Vedoia a Pieve di Cadore. L'opera completa, che rientra nelle opere strategiche del governo, prevede il collegamento fino a Tolmezzo, dove passa l'A23. L'assessore regionale Oscar De Bona ne ha parlato lunedì incontrando a Belluno la Piccola impresa di Assindustria per affrontare una serie di tematiche che vanno dall'autonomia alle infrastrutture. Com'è noto, proprio Assindustria ha finanziato uno studio di fattibilità, oltre a quello realizzato a suo tempo dall'Anas, ritenendo indispensabile uno sbocco comunque europeo.E proprio il tema dei trasporti, molto atteso dagli imprenditori, è stato affrontato dall'assessore. «E' stata depositata in Regione una proposta di finanziamento del progetto per la costruzione del Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore, infrastruttura che vede interessati i Comuni di Soverzene, Longarone, Castellavazzo, Ospitale e Perarolo». De Bona ha parlato anche dei trasporti su rotaia. Partendo dalla constatazione che la navetta ferroviaria fra Belluno e Feltre è un esperimento che sta miseramente naufragando, ha dato una prospettiva bellunese, sia pure lontana, al Sistema ferroviario metropolitano regionale: «Il Piano prevede tre fasi di costruzione: quest'anno sarà realizzato il primo stralcio fino a Treviso e Castelfranco, entro il 2009 si procederà con il secondo arrivando a Conegliano. C'è un finanziamento regionale di 120 milioni e uno statale di 100. La terza fase interesserà la provincia di Belluno, ma sarà comunque possibile anticipare alcuni interventi».
Sul tema del nuovo statuto regionale, l'assessore ha spiegato che «una bozza è stata predisposta dai gruppi di lavoro e la definizione è prevista subito «dopo le prossime elezioni politiche». «La bozza, non ancora votata, prevede che la Regione conferisca con un'apposita legge condizioni particolari di autonomia, normativa e finanziaria. Sono previste inoltre forme particolari di autonomia amministrativa anche rivolte agli ambiti ottimali montani». Flavio Olivo
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Dal Gazzettino di Belluno di mercoledì 26 marzo 2008

"Per Altre Strade Dolomiti" chiede impegno ai candidati
VALLE DEL BOITE - Dopo un anno di approfondimenti, incontri e ricerca di dialogo con le istituzioni sul tema del collegamento autostradale A27-A23, impegno che ha richiesto notevole dispendio di energie,risorse e intelligenze, "Per Altre Strade Dolomiti" (PAS) si rivolge ai candidati alle prossime elezioni politiche di metà aprile, con una lettera aperta in cui il comitato cadorino-carnico, prende atto tra l'altro, «che in aggiunta all'ipotesi di bretella autostradale attraverso il Cadore e la Carnia ( sponsor il sindaco di Longarone) è tornata d'attualità l'ipotesi di tracciato sull'asse Valle del Boite-Cortina( sponsor il sindaco di Belluno) con l' incredibile conclusione di arrivare, per intanto, a Perarolo, poi si vedrà...». Pas chiede ai candidati di impegnarsi per una viabilità ordinaria decente subito, a cominciare dalla realizzazione della circonvallazione di Longarone, affinché i soldi pubblici vengano spesi meglio migliorando il trasporto collettivo (ferrovia-mobilità dolce) e sostenendo l'ipotesi di collegamento ferroviario Venezia-Cortina che, se ben gestito, aprirebbe le porte ad un circuito di turismo internazionale. Tornando all'ipotesi di bretella attraverso il Cadore e la Carnia, il Pas sottolinea «come oltre a deturpare ecosistemi delicati e di grande pregio, a medio termine si rivelerebbe un fallimento anche economico per i territori attrversati ridotti a mero corridoio di transito e, per le aree limitrofe, sulle quali si concentrerebbero le spinte speculative». E' un modo antiquato di affrontare i problemi della mobilità, insiste, «che altrove cercano disperatamente di arginare ( con sensi unici alternati, quote prestabilite di passaggi, distanze rigorose tra un Tir e l'altro, ecc) oppure di scaricare su qualche sventurato e sprovveduto? vicino. Infine porterebbe all'aumento di un traffico di transito non funzionale al territorio della provincia di Belluno, dunque parassitario - e al peggioramento della qualità della vita per il micidiale inquinamento ristagnante nei fondovalle e condizionerebbe in modo irreversibile il territorio e il futuro delle nuove generazioni». Nives Milani
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Dal Gazzettino di sabato 7 giugno 2008.

NOMINATO COMMISSARIO PER LA TERZA CORSIA DI MESTRE
Mainardi docente alla Iuav: tra i temi le strategie per la A27 "lunga"

Due nuovi incarichi di prestigio per Bortolo Mainardi. L'architetto cadorino, che dal 2003 al 2006 ha ricoperto l'incarico di commissario governativo per le grandi opere, è stato nominato ieri commissario per la terza corsia della A4 Venezia-Trieste, e dal 30 giugno al 19 luglio prossimi sarà docente all'Università IUAV di Venezia, facoltà di architettura. In particolare, coordinerà un workshop intensivo laboratoriale dal titolo Gestione e valutazione ambientale delle grandi opere infrastrutturali. Nello specifico, terrà delle lezioni sul tema dell'evoluzione storica delle vie di comunicazione dall'antichità a oggi, arrivando alla natura delle grandi opere strategiche contemporanee con una specifica valutazione tecnica, economica, ambientale e paesaggistica sull'ipotizzato prolungamento/ collegamento dell'A27 con l'A23 (Cadore-Carnia). Relativamente a questa ipotesi di nuovo collegamento autostradale, nel corso del workshop si analizzerà un modello di valutazione ambientale con specifico riguardo alla componente paesaggistica.
La sua nomina a commissario della terza corsia A4 Venezia-Trieste, è stata accolta positivamente dal presidente della giunta veneta, Giancarlo Galan.
«È un veneto che va a fare il commissario - ha spiegato - di una cosa che sta principalmente in Friuli Venezia Giulia. Come avvio - ha aggiunto - è un buon risultato. Ma il risultato vero è che così si risparmiano due anni. E questo è importante».
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