Convegno VENEZIA-DOLOMITI 2020 - 13 APRILE

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MattiaC
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Convegno VENEZIA-DOLOMITI 2020 - 13 APRILE

Messaggio da MattiaC »

Ricevo da BinariQuotidiani questa interessante segnalazione : http://www.ingegneritreviso.it/Newsletter/View/67.

Si tratta di un convegno che si svolgerà sabato 13 aprile, dalle ore 9.00 alle 12.00, presso l’auditorium della Provincia di Treviso, Via Cal di Breda.

Intitolato "VENEZIA-DOLOMITI 2020" e avente come tema la "[...]messa in connessione, attraverso il SFMR, di due ambienti di particolare interesse e di valenza internazionale, riconosciuti dall’UNESCO come beni patrimonio dell’umanità che sono oggetto attrazione turistica: Venezia e le Dolomiti. "
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aln
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Re: Convegno VENEZIA-DOLOMITI 2020 - 13 APRILE

Messaggio da aln »

Diversamente da quanto comunicato in precedenza, per un caso inaspettato, jeri ho potuto partecipare al convengo "Venezia Dolomiti 2020", di cui faccio una breve relazione.

I lavori sono stati moderati da Vittorino Dal Cin, presidente dell'ordine degli ingegneri di Treviso. Nella sua introduzione non ha nascosto di addentrarsi "in casa d'altri" e per ciò ha ricordato che è necessaria una certa attenzione. Ma anche un po' di provocazione... perché c'è parecchio di provocatorio nel chiedere di riaprire la ferrovia per Cortina per l'anno 2020!
Ma quale ferrovia? Su questo aspetto non ci si è addentrati per tutta la mattina anche se, aver fatto vedere un video da Youtube girato negli anni '90 con le tracce del vecchio trenino delle Dolomiti e aver dichiarato forse per voler tacitare pretestuse preteste stile no-tav che si tratterebbe di ripristinare qualcosa che già c'era, ha fatto credere ai presenti che si trattasse di voler ricostruire la ferrovia com'era e dov'era.
Come provocazione ci può stare. Peccato che i politici regionali e provinciali (con l'eccezione di un assessore provinciale arrivato tardi coi saluti di rito e di un consigliere provinciale di minoranza) abbiano scansato bellamente l'invito.
Citati Andrea Modolo e Roberto Gai, giovani ingegneri iscritti all'ordine che hanno promosso l'iniziativa. Modolo in un breve intervento ha richiamato alcuni numeri. Per la tratta Conegliano - Calalzo da - cito - "adeguare agli standard SFMR" servirebbero 50 milioni di €. Per la tratta Calalzo - Cortina, 36 km, servirebbero 350 milioni di €. Per la Cortina - Dobbiaco 150 milioni di €. Questi costi sono ripresi dall'ultimo studio di fattibilità, redatto attorno al 2000, per una ferrovia a scartamento ordinario con tre differenti soluzioni plano-altimetriche per un tracciato che da Calalzo ripiega verso la Val Boite e poi prosegue più o meno parallelamente alla Strada Statale d'Alemagna.
Lucio De Lauro, della Regione del Veneto - ufficio infrastrutture, effettua il riassunto delle puntate precedenti della sceneggiata SFMR, vale a dire quello che è stato fatto all'interno della "fase 1" completata al 95% (sostanzialmente nel Quadrilatero Pa-Tre-Ve-Cas) e quello che si farà (se si farà... quando si farà...). La "fase 2" è completata al 6%.
La cosa interessante e nuova (non mi pare se ne fosse già parlato col SFMR) è che si sta pensando al raddoppio Maerne - Castelfranco per cui servirebbero 95 milioni di €. Mia considerazione: rivolgiamo il nostro pensiero a tutti i sottopassi fatti da pochi anni, ovviamente per una linea a binario semplice.
L'intervento è condito - ovviamente - con il millantato esercito dei nuovi treni della Regione del Veneto che saranno consegnati entro il 2013... come fossero questi che potessero tirarci fuori dai problemi.
Ora arriva il piatto forte, con Roberto Timo di Net Engineering SpA, la società che ha inventato e cavalcato il SFMR. Prima ho definito il SFMR come una sceneggiata o se volete una telenovela. Ero rimasto alla suddivisione in tre fasi, no quattro, ma che prima erano tre, poi quattro con la quarta rinviata sine die, eccetera. Orbene: ora il SFMR diviso in quattro fasi... ma non si chiamano più "fase 1", "fase 2", "fase 3" e "fase 4", bensì "fase 1", "fase 2", "fase 3" e - udite udite - "fase bellunese".
Nella "fase 3" è inserita come obbiettivo prioritario la Conegliano - Belluno. Nella "fase bellunese" redatta nel corso dell'ultimo anno a seguito di una serie di sopralluoghi e di domande fatte ai singoli comuni, c'è ancora la Conegliano - Belluno in compagnia della Montebelluna - Calalzo. Sono previsti, per un costo compessivo di 150 milioni di €:
- interventi di eliminazione di 41 passaggi a livello, ne resterebbero solo 2 o 3 perché di impossibile eliminazione (ma a me questo non torna);
- adeguamento delle 18 stazioni con i soliti luccichii SFMR;
- grandi interventi nelle stazioni di Feltre e di Vittorio Veneto con ripensamento del piano binari e realizzazione di sottopasso pedonale e, a Vittorio, banchina a isola decentrata rispetto al fabbricato viaggiatori;
- Ospitale e Busche diventerebbero semplici fermate.
Peccato siano soltanto "parole", vorrei quasi sprecare un "belle parole". Questo accanimento nel suddividere in fasi lascia il tempo che trova: per esempio Santa Croce del Lago è stata rifatta con la "fase 1" quando ricadrebbe nella "fase 3 oppure "4" oppure "bellunese".
Successivamente interviene Heinz Dellago, per la fondazione Dolomiti UNESCO nonché orarista della Provincia Autonoma di Bolzano, facendosi meritatamente oggetto del picco positivo dell'attenzione dei presenti in sala. Ha raccontato cosa stanno facendo in quella realtà. Per molti di noi, specialmente che leggiamo queste pagine, sono cose arcinote... ma molti di quelli che dovrebbero saperle non le sanno o s'inventano scuse per non farle. Fra gli argomenti affrontati: l'integrazione diffusa del trasporto ferroviario con quello automobilistico (41 stazioni su 50 di competenza provinciale sono capolinea di servizi su gomma sincornizzati ai treni), il servizio citybus (mezzi con capienza fino a 30 persone tra le stazioni e i paesi, che annualmente costano circa 150 mila € coperti per un terzo dai comuni), il sistema tariffario di recente introduzione (il 55% dei residenti in provincia ha un abbonamento al trasporto pubblico), la pianificazione negli anni degli interventi da parte della Provincia (quanto fatto in Pusteria e l'auspitata prossima elettrificazione della Merano - Malles che sarebbe ripagata in 20 anni).
Conclude Giancarlo Crepaldi, già direttore della Trentino Trasporti, con l'esperienza della Provincia Autonoma di Trento, la realtà della Trento - Marilleva e i suoi progetti per la Trento - Primolano.
Seguno gli interventi del pubblico. Subito un pendolare Treviso - Auronzo richiama tutti alla drammatica realtà di treni vecchi e sgangherati, di orari penosi e di servizi scadenti. Altre pesone tirano in ballo altre cose...

Personalmente sono rimasto colpito da quanto fuori dal mondo siano stati i due interventi sull'SFMR. Posso capire che loro si occupino dell'infrastruttura e non del servizio... ma l'impressione è che stiano perdendo il contatto con la realtà di ogni giorno. Si continua a parlare di costruire castelli in aria quando sul tavolo ci sono i temi scottanti e concreti del cadenzamento e del contratto di servizio con l'ATI Trenitalia & Sistemi Territoriali che è in scadenza. E quando sui nostri binari quotidiani i disservizi abbondano e si sta concretamente profilando il default del trasporto ferroviario regionale.
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